CAPITOLO 27

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Sono trascorsi ormai due mesi,non ho visto e ne più parlato con Ziegler da quella sera.

Sembra che i suoi sentimenti per me si manifestino soltanto quando cala la notte,come quella volta al lago.

Scaccio dalla mente vecchi ricordi e mi concentro sulla borsa che ho davanti.

Rileggo ancora la lista.

- patate
- una bottiglia di latte
- 3 sacchetti di farina
- un giornale del giorno

Accartoccio la lista e la butto.
Prendo la borsa in spalla e dopo essermi guardata attorno per l'ultima volta,sicura di non star dimenticando nulla,esco dal mio appartamento.

Da marzo i bombardamenti notturni sono aumentati,le sirene antiaeree suonano più spesso e si insinuano nella quiete notturna,facendoci sussultare e riportandoci in un lampo alla realtà.

Cammino piano per non dare nell'occhio. Visto che di giorno i soldati e gli ufficiali in giro per la città sono maggiori,le consegne le dobbiamo fare di sera,preferibilmente sul tardi,così da non rischiare di più.

Guardo due ufficiali appoggiati alla loro auto mentre fumano.
Gli passo accanto e uno dei due mi rivolge uno sguardo poco educato.

Li sento bofonchiare qualcosa,ma accelero il passo.

"Signorina,si fermi."
Piano mi volto nella loro direzione,sentendo il mio cuore che inizia a battere più in fretta.

"Documenti,prego."
Li tiro fuori dalla borsa che porto a tracolla e glieli porgo,mantenendo lo sguardo sulle sue mani che girano lentamente le piccole pagine.

Il ragazzo che gli sta dietro mi guarda con volto indagatore,continuando a fumare impassibile la sua sigaretta.

"Dove se ne va una ragazza come lei tutta sola a quest'ora?"- mi riconsegna i documenti e mi rivolge un sorrisetto di sbieco.

"Da nessuna parte,sto solo tornado a casa."- mi stringo di più la borsa e lo guardo con sguardo serio.

"Mh,a quanto vedo non le piace rispettare le regole signorina Hoffmann,giusto?- fa una pausa e mi indica il suo orologio da polso- il coprifuoco è suonato da un pezzo. Se fossi in lei mi affretterei."

Lo scruto per qualche secondo e poi,dopo avergli rivolto un cenno con il capo mi allontano sempre più in fretta.

Arrivo davanti alla casa dove mi aspettano. Busso quattro volte alla porta e soltanto dopo il quarto tocco la sento aprirsi.

Hanna mi sorride e mi accoglie in fretta all'interno.

"Iniziavamo ad essere in pensiero per te."

Poggio la borsa sul tavolo e soltanto allora mi rendo conto di avere le mani leggermente arrossate.

"Mi hanno fermata due ufficiali,ma non è successo nulla,mi hanno chiesto soltanto i documenti e dove andavo."

Hanna prende posto sulla sedia accanto al tavolo e mi guarda con ansia.

"E tu che cosa hai risposto?"

"Che stavo tornando a casa."
Inizio a tirare fuori i viveri e a posarli sul tavolo.

Dal piano di sopra vedo scendere 
Leonard,il ragazzo di Hanna.

"Ilse,sai che è pericoloso,per favore sii più cauta la prossima volta."
Ora il suo sguardo è serio e puntato nei miei occhi.

"Ehilà che succede qui? Ciao Ilse,tutto bene?"- si affianca ad Hanna e le posa le mani sulle spalle.

"Stavano per scoprirla."- è Hanna a prendere la parola al mio posto.

Leonard mi guarda e poi mi si avvicina.

"Ilse,qui c'è in gioco la vita di tutti noi...lo sai come sono fatti,non hanno pietà e non l'avranno nemmeno con noi."- Leonard é un bravo ragazzo,ma quando mi fa passare per cretina mi fa andare su di giri. So quello che capita alla gente,non ho bisogno che ora arrivino loro due a farmi la ramanzina.

"Lo so. Loro come stanno? Purtroppo sono riuscita a prendere solo una bottiglia di latte,sai Frau Bayer mi controlla da praticamente sempre e ormai quell'impicciona sa anche cosa mangio."

Mi porto una mano alla fronte imperlata di sudore e tiro indietro una ciocca ribelle.

"Non ti preoccupare,va bene lo stesso. Loro per il momento stanno bene,soltanto la figlia maggiore sembra essersi presa la febbre,ma per il momento è tutto sotto controllo,il padre riesce ancora a mantenere bassa la temperatura."

Il suo tono é calmo,a differenza del mio petto che continua ad alzarsi ed abbassarsi ritmicamente.

"Ilse,ti senti bene?"

"Mh,si sono solo un po' tesa,credo andrò a casa ora."
Riprendo la borsa e mi avvicino alla porta.

"Sei sicura? Se vuoi puoi restare qui per stanotte...i miei genitori sono a Monaco e non credo torneranno prima di lunedì."

"No,fidati,va tutto bene. Ci vediamo domani."

"Ah,per quei volantini non vi preoccupate,sono quasi finiti."-dico.

Quando esco in strada regna il silenzio più assoluto.

Passano soltanto un paio di auto dell'esercito.

Cammino all'ombra dei lampioni,se qualcuno mi vedesse potrebbe anche essere la fine.

Arrivo fino alla torre con l'orologio,poi lo sento.

Il suono della sirena squarcia il silenzio della notte.
Per le strade iniziano ad arrivare le prime persone che ricorrono ai rifugi antiaerei.

Inizio a correre alla ricerca di un riparo,ma sento le gambe cedermi,facendomi così cadere a terra.

Chiudo gli occhi e i suoni attorno a me si fanno piano piano sempre più ovattati,fino a quando non percepisco un suono più forte e più potente,dopodiché il nulla.

//
Scusate il ritardo!
Ilse sta preparando dei volantini...
E per di più sta aiutando anche un'altra famiglia ebrea.
Come andrà a finire?
Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora