Prologo

5.3K 297 40
                                    

"Perché credi di essere qui?"

Il mio sguardo insicuro, puntò dritto verso il professore Brooks, le dita avevano già iniziato a torturare il bordo della felpa e il disagio dovuto a quella convocazione, si trasformò in un caldo torrido.

"Ho sbagliato qualcosa?" ipotizzai con un filo di voce, sentendo il cuore battere impazzito e più cercavo di ripetermi che non avevo motivi di avere ansia, più il mio cervello mi ricordava che ero l'ansia fatta a persona.

"Non pensi che io abbia trovato le tue ultime sceneggiature abbastanza belle, da chiederti di lavorarci su in sala cinematografica?" replicò, guardandomi dall'alto, quasi volesse studiare il mio comportamento.

Sbuffai una risata immediatamente, scuotendo la testa da un lato all'altro.
"C'è una classifica dei più bravi, della quale io non faccio parte, per cui lascio che si scannino tra di loro, io sto nel mio"

Il professor Brooks mi guardò con biasimo, incrociando le braccia al petto e mettendo su un'espressione corrucciata.
"Quindi è per questo che non contesti mai nulla? Credi davvero che i 'migliori', come li hai definiti tu, abbiano più talento?"

Mi strinsi nelle spalle, volgendo lo sguardo altrove.
Sì, decisamente e mille volte sì.

Avevo raggiunto degli obbiettivi ma se non ero riuscito a eguagliare i livelli dei migliori, la colpa era solo mia.

"Oggettivamente e soggettivamente, ciò che scrivono loro è sempre migliore di ciò che scrivo io. È un dato di fatto, più che una mia convinzione" osservai, iniziando a picchiettare nervosamente un piede a terra.

Il professore si staccò dalla sua cattedra, per raggiungere la cartella riposta nella sedia e tirare fuori da essa, alcuni fascicoli che conoscevo bene.

"Oggettivamente e soggettivamente, le sceneggiature dei tuoi compagni saranno curate nei minimi dettagli e tutto ciò che vuoi ma io ho letto minestre riscaldate, finali non all'altezza dell'intero film e viceversa, e tante emozioni buttate lì a caso. C'è una sola persona qui dentro che sa come tenere col fiato sospeso dall'inizio sino alla fine e non per colpi di scena, trame ambigue o frasi d'effetto. Semplicemente perché dal principio, al finale, cattura, trasportandoti dentro la storia e tu, sai di cosa parlo" disse, con gesticolando come un pazzo e lanciando sopra il banco le copie delle mie ultime sceneggiature.

"Io apprezzo tutto questo ma.."

"Perché credi così poco in te stesso? Sminuisci le tue capacità e lasci passare chi credi sia più bravo di te. Sei il più giovane del corso, gli altri hanno anni e anni di esperienza tu no eppure.." mi interruppe, scrutandomi nuovamente, alla ricerca di qualcosa.

"Professore, io la ringrazio molto per i complimenti ma tutto ciò che scrivo, anche se do il meglio di me, non è mai abbastanza. Come potrei esserne soddisfatto fino in fondo?" replicai, lanciando un'occhiata ai fogli sotto il mio naso, il lavoro che mi era costato decine di notti insonni.

"Ora possiamo, per piacere, parlare delle mie sceneggiature? Ho una lezione tra poco" mentii, volendo solo fuggire da quella conversazione.

Sospirò e annuì, facendo cenno verso la pila di fogli, perfettamente rilegati.

"Ho letto e riletto parecchie volte, ovviamente ci sono vari punti di cui dovremmo ancora parlare ma voglio farti una domanda e pretendo una risposta sincera. Quando ti emozioni? Qual è il preciso momento, in cui ti senti talmente dentro la scena da provare in prima persona quel determinato sentimento?"

Mi mossi a disagio sulla sedia, sfregando i palmi leggermente sudati tra loro, guardandomi attorno e cercando di pensare in fretta.

Ma non era il quesito di un test, la domanda era strettamente personale e l'unica risposta sincera che potevo dare, ero certo, che non l'avrebbe mai capita.

"Succede quando i personaggi.. Soffrono."

AtychiphobiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora