Pov Vincent
Quegli occhi ebbero il potere di farmi mancare la terra sotto i piedi, mi mancava come l'aria e neanche se ne rendeva conto.
Tutti i miei tentativi di avvicinarlo erano stati inutili, fuggiva da me e forse mi ero sentito troppo in colpa, per fermarlo sul serio.
Eppure eccolo lì, anche se eravamo tutti riuniti solo per Leonard, il ragazzo a cui era impossibile non voler bene. Infatti lo conoscevo così bene, da sapere perché ci fossero anche Austin e Damyan, voleva in qualche modo che almeno noi due trovassimo pace insieme alle persone che amavamo. Questo avevo letto negli occhi spenti da una sofferenza troppo forte, per qualcuno così fragile.
"Ciao.." mormorò, continuando a guardarmi attraverso le lenti chiare degli occhiali. Sentii il solito impulso di toglierli, solo per vedere quelle iridi apparentemente di un azzurro molto chiaro, rivelarsi per ciò che erano davvero: due fiocchi di neve.
"Non credevo mi avresti più rivolto la parola" dissi, notando le sue mani strette al bordo della felpa.
Sospirò, come a voler prendere coraggio e avanzò di un passo, annullando la distanza tra noi, alzandosi sulle punte dei piedi e portando le braccia ad avvolgere il mio collo, in un abbraccio che mi lasciò lì per lì imbambolato.
"Mi sono comportato da bambino geloso di qualcosa che non è suo.. Ricordi quando ti ho detto che tu hai bisogno di me? Questo non so se è vero ma io ho un disperato bisogno di te nella mia vita, indifferentemente da chi ami.. Ero tuo amico, sono tuo amico e ciò non mi dà il diritto di essere geloso" sussurrò contro la mia spalla, probabilmente non credendo nemmeno lui alle sue parole ma lo strinsi alla vita, accennando un sorriso liberatorio.
"Tu non sei mio amico, sei il mio piccolo bambolotto e questo ti dà il diritto di essere come vuoi" risposi, scostandomi di poco per guardarlo in viso e notare il piccolo sorriso che allargò le labbra, che morivo dalla voglia di baciare.
Le fissai a lungo, inumidendo le mie ma Austin vi poggiò le dita sopra, allontanandosi dolcemente.
"Non adesso" sussurrò e ritornai alla realtà, la realtà dove i miei due migliori amici stavano soffrendo.Proprio in quel momento Yves si fece avanti, con gli occhi visibilmente lucidi e una faccia da funerale. Osservò Damyan che ci sorpassò per andare a fumare una sigaretta prima della partenza.
"Hai parlato con lui?" gli domandò Austin, con un sorriso incoraggiante che Yves ricambiò debolmente, per poi mordersi il labbro inferiore, trattenendosi dal piangere.
"Ehi.." gli accarezzò il viso mentre io portavo una mano tra i suoi capelli castani, facendo altrettanto.
"Sto bene.. Davvero.. Solo che stavolta sembra diverso da tutte le altre" mormorò, senza staccare gli occhi di dosso dalla sua figura.
"Che intendi?"
"Non lo so.. È più freddo, i suoi occhi mi guardano in modo glaciale, non è mai stato così, non mi ha mai guardato in quel modo. Ho paura che sia davvero finita e se pensavo che fosse meglio cosi, perché ora sento come se mi battesse metà cuore?" mormorò, la voce che andava a spezzarsi e le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro.
"Non si dimentica tutto in due settimane, non un amore come il vostro.." cercò di rincuorarlo Austin e la voce di Damyan arrivò alle nostre orecchie velocemente, quasi a voler smontare ogni speranza.
"Ehi piccolo, anche tu mi manchi tantissimo" aveva detto, con un sorriso smagliante sulle labbra.
"Torno presto amore, non preoccuparti"Mi voltai verso Yves, il quale aveva spostato gli occhi a terra e tremava fin troppo per reggersi in piedi.
"Ehi, andiamo in macchina" mormorai, afferrandolo per un braccio.
Si lasciò trasportare nei sedili posteriori, dove prendemmo posto anche io e Austin, cercando di calmarlo inutilmente.
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Atychiphobia
Teen FictionATYCHIPHOBIA {paura spropositata, ingiustificata e persistente di fallire e di commettere sbagli}