Pov Leonard
Un foglio completamente bianco e zero idee per riempirlo, mi scoppiava la testa a forza di pensare, senza riuscire ad arrivare a qualcosa di concreto.
Sospirai rumorosamente, inclinando la testa all'indietro sulla poltrona, subito due mani calde si posarono sulle spalle nude e un sorriso si formò sulle mie labbra.
"Ian" sussurrai, mettendo a fuoco il suo viso velato da un leggero filo di barba, gli occhi di puro cioccolato fondente e le labbra gonfie che andarono a coprire le mie, in un bacio rovente.
La sua lingua mi riempì la bocca dapprima dolcemente poi sempre più con urgenza, causandomi dei mugolii soffocati.
Affondai una mano tra i morbidi capelli scuri e tirai leggermente, intanto che una sua mano scivolava lungo il mio petto, soffermandosi ad un capezzolo che vezzeggiò fino a renderlo sensibile.
"Ian" ripetei in un sussurro, sentendo l'altra mano proseguire lungo il petto e giù, fino all'elastico dei pantaloni che d'un tratto, sparirono, lasciandomi completamente nudo sulla poltrona.
Finalmente sentii il suo tocco caldo, racchiudere la mia erezione che iniziò a pompare, provocandomi brividi su brividi.
Il secondo dopo, mi trovai davanti al viso, la sua erezione svettante. Senza rendermi conto di come tutto ciò fosse possibile, avvicinai le labbra al glande e lentamente, lo presi in bocca, alzando lo sguardo verso il suo, carico di desiderio.
"Ricordati Leonard, che sei mio" disse con la voce più roca del solito, prima che tutto si concludesse con un suono assordante.
La sveglia.
Spalancai le palpebre, tornando nella realtà della mia stanza vuota, con il fiatone, come se avessi realmente fatto una di quelle porcate che avevo sognato.
Presto, mi accorsi che io non ero l'unico ad essere agitato e la protuberanza che svettava da sotto il lenzuolo, ne era la prova schiacciante.
Eccitato e sudato, dovetti correre nella doccia, per liberarmi di quell'erezione, causata dal mio professore.
All'incirca mezz'ora dopo, uscii in cucina, trovando Yves allegro come sempre.
"Buongiorno raggio di sole, dormito bene?""Ho sognato il professor Brooks e mi sono dovuto masturbare per venti minuti perché finivo, ci pensavo, mi eccitavo di nuovo e si ricominciava!" sbottai, buttandomi su uno degli sgabelli, davanti al banco.
"Credo che questa sia la cosa più sporca che tu abbia mai detto in tutta la tua vita" asserì, realmente colpito.
"È tutta colpa tua e di Vincent, con tutti quei discorsi ieri! Come farò a lezione a guardarlo in faccia, me lo spieghi?" infilai entrambe le mani nei capelli, scuotendo il capo disperatamente.
"Io credo che guarderai altro" ammiccò con un sorriso malizioso e sbuffai, maledicendo la mia fantasia perversa che aveva deciso proprio adesso, di farsi viva.
**
Ian Brooks era poggiato sul bordo della scrivania, rivolto di profilo verso la lavagna digitale, ogni tanto indicava lo schermo mentre parlava con la voce calda, di qualche argomento che non stavo ascoltando.
Mesi e mesi in quel corso, affascinato da ogni spiegazione dettagliata, ogni consiglio per migliorare, ogni informazione utile e ora, tutto ciò su cui riuscivo a concentrarmi, erano i bicipiti guizzanti sotto la stoffa leggera della camicia arrotolata fino ai gomiti o gli avambracci scoperti.
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Atychiphobia
Teen FictionATYCHIPHOBIA {paura spropositata, ingiustificata e persistente di fallire e di commettere sbagli}