Pov Yves
Spalancai la porta con tutta la mia forza, facendola sbattere inevitabilmente contro il muro e affannato, con il cuore a tremila e gli occhi pieni di paura, lo cercai in quella stanza poco illuminata.
Ma lui non era steso sul letto e non mi sorpresi neanche di vederlo seduto mentre il suo sguardo si incatenava al mio.
Il mio corpo scattò nella sua direzione, raggiungendolo, facendomi spazio tra le sue gambe, innalzandomi sulle punte per premere le labbra alle sue e in un attimo, venire travolto dal sapore di tabacco.
Fu come tornare indietro nel tempo e riprendere dall'ultimo bacio che ci eravamo scambiati, non era cambiato nulla. Sentivo allo stesso modo ogni cellula del mio corpo fremere al contatto e per l'ennesima volta ebbi la conferma di quell'amore, che mai sarebbe scemato.
La mia bocca fu completamente invasa da lui e mentre le lingue danzavano a ritmo della frustrazione durata mesi, le sue mani non tardarono a cercare contatto con il mio corpo, accarezzandomi senza dolcezza, solo con la voglia di marchiarmi.
Mi staccai per dare modo a entrambi di respirare e rabbrividii nel vedere una sua spalla coperta da alcune bende e ugualmente una mano.
"Se avessi saputo che bastava farsi mettere sotto da un auto per farmi baciare così da te, lo avrei fatto prima" tentò di scherzare ma la sua voce era stanca così come gli occhi che faticavano a tenersi aperti.
Scoppiai in un singhiozzo e ne seguirono tanti altri, in un pianto che sfogai abbracciandolo come meglio potevo.
Mi ero sentito morire, come se metà di me, fosse in pericolo con lui e ora averlo lì tra le braccia era meraviglioso e Dio.. Quanto tempo sprecato a non dargli tutto l'amore che meritava.
"Ehi amore, sto bene. Sai che non potrei lasciarti solo" sussurrò, costringendomi ad alzare il viso e con le dita fredde mi asciugò le lacrime, regalandomi un sorriso.
"Mi dispiace.. Io.."
Non sapevo neanche perché mi stessi scusando ma mi sentivo in colpa, troppe energie sprecate per tenerlo lontano, quando avrei dovuto solo stargli incollato e far star bene entrambi.
Probabilmente era la paura di perderlo a parlare ma cosa dovevo fare? Proteggerlo o amarlo?
"No. Tu mi devi scusare. Ho fatto una stronzata ma credevo andasse meglio di così. Non avrei dovuto spaventarti in questo modo. Mi dispiace piccolo" disse d'un tratto serio.
"Di cosa parli?" mormorai, con un cipiglio in fronte e di nuovo il cuore a mille, per timore.
"Non è stato un incidente, l'autista è il tizio che ti segue. Ha posteggiato davanti casa tua tutta la notte e la mattina finché non sei uscito per andare a lezione. Mi sono incazzato a bestia e beh, volevo solo dargli una lezione andando a sbattergli contro ma le cose mi sono sfuggite di mano e eccomi qua" mi spiegò con una calma piatta, quasi fosse la cosa più normale del pianeta.
I miei occhi erano spalancati dall'incredulità, la paura si era trasformata in rabbia e la mia mano scattò verso la sua guancia con l'intento di schiaffeggiarlo con tutta la forza che avevo in corpo.
Solo all'ultimo mi fermai, posando lievemente il palmo sul suo zigomo e lo baciai di nuovo, perdendomi in quella bocca fatta apposta per me.
"Sei un cretino! Quante volte te lo devo dire di non andare fuori di testa e fare stronzate!" dissi tra un bacio e l'altro, toccando il suo petto nudo con entrambe le mani, delicatamente per non causare fastidio ai muscoli lesi.
"Morirò d'infarto a causa tua" mormorai labbra contro labbra, occhi negli occhi e non potei che sorridere, di riflesso al suo sorriso.
"Ti prenderai cura di me?" sussurrò, intrappolando il mio labbro inferiore tra i denti, tirandolo dolcemente.
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Atychiphobia
Teen FictionATYCHIPHOBIA {paura spropositata, ingiustificata e persistente di fallire e di commettere sbagli}