Capitolo 5

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Pov Leonard







"Non credevo che mi avresti mai scritto ma ci speravo"

Alzai lo sguardo verso gli occhi verdi e brillanti di Damyan, seduto davanti a me, bello da capogiro e sorridente.

Contattarlo, mi era sembrata la scelta più giusta, in fondo non potevo chiudermi con le mie fantasie sul professor Brooks, il quale aveva chiaramente suggerito di smetterla.

"Scusa se ci ho messo un po' ma non sono abituato agli appuntamenti e cose del genere" ammisi con un sorriso imbarazzato, stringendomi nelle spalle.

"Ciò perché non concedi molte possibilità, neanche ti rendi conto degli sguardi che attiri. Sei bellissimo e di una dolcezza rara, per non parlare di quelle labbra che strapperei volentieri a morsi" finì, puntando dritto alle labbra che schiusi stupito.

Rialzò lo sguardo nel mio, accennando un sorriso.
"Troppo sfrontato?"

Scossi la testa, negando sebbene lo fosse stato eccome ma lasciai cadere l'argomento per togliermi di dosso l'imbarazzo.
"Hai detto che ti sei trasferito da poco, da dove vieni?"

Afferrò una patatina dal piatto per intingerla nella maionese e portarsela alle labbra, addentandola.
"Vengo dalla Francia" rispose dopo qualche attimo di esitazione.

"Davvero? Anche il mio migliore amico è francese" risposi, ottenendo la sua attenzione.

"Che coincidenza!" esclamò sorridendo e sorrisi di riflesso, molto più rilassato.

Il tempo trascorse così, tra una chiacchierata e una patatina, ridendo di episodi buffi e conoscendoci pian piano.

Scoprii la sua età di ventidue anni, le origini americane nonostante fosse nato e cresciuto in Francia e il motivo per il quale si era trasferito a Los Angeles, ovvero fuggire dalla sua soffocante famiglia.

Magari avessi potuto anche io fuggire dalla mia ed avere la libertà di fare tutto ciò che avevo sempre sognato.

"Dunque la scenografia è il tuo obbiettivo" disse, richiamando il mio sguardo che andò a posarsi sugli smeraldi verdi e maliziosi.

"Sì, spero di riuscire a diventare un buon scenografo un giorno. Adoro il cinema e tutto ciò che lo riguarda, arrivare ad emozionare le persone con qualcosa che hai creato, penso sia la soddisfazione più grande. Mi impegno molto nonostante la mia famiglia non sia d'accordo con la strada che sto prendendo" raccontai, stranamente sciolto.

Era difficile, quasi impossibile, che parlassi di quell'aspetto della mia vita ma c'era qualcosa in Damyan che mi spingeva a confidarmi.
Forse perché sembrava realmente interessato a tutto ciò che usciva dalla mia bocca.

"Nonostante questo, continui a fare ciò che ami" osservò, allungando una mano per raggiungere il mio braccio, scoperto dalla maglietta a mezze maniche e rabbrividii nel sentire le sue dita sfiorare la mia pelle fredda.

"Ecco.. In realtà.. A volte mi sembra di non avere nessun talento ma se continuo è perché mi piace, mi fa stare bene e anche quando non voglio, la mia mente viaggia e crea così tanti scenari che non posso ignorare" risposi, trovando il coraggio di posare la mano libera sulla sua, accarezzando le sue dita che non presero tempo ad intrecciarsi con le mie.

Mi regalò un sorriso candido, dalla dentatura perfettamente allineata, che spiccava luminoso sulla pelle lievemente abbronzata.

"Mi farebbe davvero piacere poter leggere alcune delle tue sceneggiature. Ne parli con una tale passione che incuriosisce" asserì, portando una mia mano alle labbra e vi depositò un lieve bacio sul dorso, causandomi il secondo brivido di serata.

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