Capitolo 26

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Pov Vincent



Mi sforzai di sorridere sott'ordine del fotografo e mi domandai come fosse possibile tanto entusiasmo da parte dello staff, se negli ultimi giorni ero così poco concentrato sul lavoro.

Tante espressioni estasiate e tra loro, non quella che mi interessava sul serio, almeno fino a quel momento.

Non vedevo Austin dal ritorno a casa, era dovuto partire per andare dai suoi genitori qualche giorno e tra il bacio con Leo, l'università e il lavoro, la mia vita si era incasinata ai massimi livelli.

Ma quando i miei occhi si incatenarono in quelli chiarissimi, dietro le lenti degli occhiali da vista, ebbi la sensazione che ogni problema si fosse dissolto nel nulla.

Mi sorrideva, con un vassoio di caffè fumanti in mano, probabilmente doveva portarli a qualcuno e invece era lì a osservarmi, o meglio, osservare la mia espressione stupita nel vederlo.

Quando si allontanò, mi impegnai negli ultimi scatti, per poi andarlo a cercare, evitando di subirmi i soliti elogi.

Intravidi il suo ciuffo biondo nei corridoi e corsi finché non ebbi le mani sui suoi fianchi, ad abbracciarlo mentre scoppiava a ridere.

"Perché non mi hai detto che saresti tornato oggi" sussurrai, affondando il naso nel suo collo profumato, dove depositai alcuni baci.

Il pensiero di non averlo ancora fatto mio, si presentò forte nella mia testa e in tutto il corpo, che sembrò reagire di conseguenza.

"Per la faccia che hai fatto quando mi hai visto! È stata impagabile" ridacchiò ancora, rigirandosi tra le mie braccia, alzandosi sulle punte, avvicinandosi pericolosamente al mio viso.

"Mi sei mancato" ammise, sorridendo appena e l'impulso di togliergli gli occhiali, mi fece agire prima di poter dire qualsiasi altra cosa.

Ed eccoli là, gli specchi di neve che ricordavo bene, vitrei e profondi, da poterci annegare per sempre.

"Sei ancora sicuro di volermi?" la mia domanda uscì come una provocazione, dietro la quale si nascondeva un enorme senso di colpa.

Non per il bacio dato al mio migliore amico, ma per il desiderio che avevo avuto di farlo e rifarlo ancora.

Ero confuso. Mi interessava Leonard? Più di Austin? Sapevo di non potermi interessare a due ragazzi contemporaneamente e forse, stavo solo confondendo il profondo affetto per Leonard con qualcos'altro.

Scossi la testa, come a voler scacciare la miriade di domande e prima che potesse rispondermi, spinsi le labbra sulle sue, in un contatto all'inizio lento e ripetuto da baci a stampo. Poi sentii le sue labbra schiudersi lentamente e feci scivolare la lingua all'interno, trovando la sua, calda e umida ad attendermi, avvertii in quell'istante un brivido lungo tutta la schiena.

Il bacio divenne più urgente e le mie mani bisognose di sentire la sua pelle calda, sotto la maglietta.

"Vince.. Mi licenziano" sussurrò, sorridendo sulle mie labbra, poggiandosi con la schiena contro il muro, sospirando per le natiche strette dalle mie dita.

"Ti voglio" mormorai, nonostante sapessi che non avremmo mai potuto concludere nulla in quel momento. Non dove ci avrebbero potuto scoprire e non così, la prima volta.

Si aprì in un bellissimo sorriso e i suoi occhi brillarono più del solito, accesi da una fiamma di lussuria.
"Ti voglio tanto anche io" mugolò, attirandomi nuovamente a sé, per un bacio che non gli negai.

Ci baciammo ancora per un po', per poi doverci scollare di malavoglia e tornare al nostro lavoro, con la promessa di rivederci quella sera stessa e concludere nei migliore dei modi.





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