Capitolo 18

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Pov Yves

Era forse la prima volta che salivo quattro piani a piedi, zuppo d'acqua, con la morte nel cuore e un groppo in gola difficile da digerire.

Una vocina nella mia testa continuava a ripetermi che stavo sbagliando, che chi si ama, non si lascia andare.

Quante volte lo avevo fatto? Ormai avevo perso il conto ed ero tornato sempre da lui, sempre dove il cuore era stato bene.

Stavolta era quella definitiva.. Non potevo continuare a giocare con lui, rifiutandolo e riprendendolo a mio piacimento.

Meritava tutta la felicità del mondo e non poteva trovarla in me, così come io non potevo trovare un futuro al suo fianco.

Vincent aveva ragione, dovevo provare altro e chissà magari quella decisione, avrebbe portato a un capitolo nuovo e bello per entrambi.

Singhiozzai, bagnandomi il viso di lacrime, non credendo nemmeno io ai miei stessi pensieri.
Damyan faceva parte di ciò che ero, di ciò che più bello avevo.

A nulla servì prolungare il viaggio verso il suo appartamento, il mio cuore si era solo sgretolato un po' di più.

Tirai fuori la chiave dalla giacca e sospirai, fissando il legno della porta, prima di infilarla nella toppa e girare, facendo scattare la serratura.

Entrai lentamente, trovando l'ingresso vuoto e in lontananza, il volume basso del televisore.
"Finalmente se n'è andata mia madre!" esclamò Damyan dal salone, poi i suoi passi si fecero più vicini.
"Non ce la facevo più, dovevo vederti, mi mancavi" continuò e la prima cosa che vidi fu il suo sorriso, quello sincero che rivolgeva solo a me.

Sorriso che morì nell'incrociare il mio sguardo, ancora bagnato di lacrime.

"Cosa succede?" domandò, affrettandosi a raggiungermi ma non gli permisi di toccarmi, se lo avesse fatto, la mia corazza già di per sé fragile, sarebbe crollata del tutto.

"Dam.. Io.. Dobbiamo smetterla di vederci" mormorai appena, evitando i suoi occhi, anche se potevo sentire lo sguardo ferito e furioso.

"Di nuovo? Cristo! Quante volte ancora mi dovrai lasciare e poi tornare e mandare a fanculo tutto di nuovo? Perché?! Ti ha parlato mia madre?" sbottò, afferrandomi per un braccio, obbligandomi ad alzare gli occhi nei suoi, ora verdi di rabbia.

"No.. Non mi ha parlato lei.. Stavolta è diverso.. Io ho pensato e.. "

"Che cazzo hai pensato?" urlò a pochi centimetri dal mio viso. Strattonai il braccio, allontanandomi di qualche passo e gli diedi le spalle, avvertendo ancora una volta le lacrime salire.

"Voglio una famiglia, non ora ma tra qualche anno la vorrò e sai che noi due non possiamo averla, non possiamo sposarci e chi darebbe un bambino in adozione a una coppia di cugini?" parlai, stavolta con una calma che non mi apparteneva.

Presi un respiro profondo e raggiunsi la porta, bloccandomi a guardarlo un'ultima volta.
"Negalo quanto vuoi ma è ciò che siamo e ciò che rimarremo per sempre" sussurrai, abbassando la maniglia.

"Yves" mi richiamò, il suo tono ridotto a un sussurro, quasi di preghiera.
"Se esci da quella porta adesso, non mi rivedrai mai più"

Dovetti prendere a calci il mio stesso cuore per non rimanere con lui, ma non potevo più, non questa volta.





Pov Leonard


"Non ti ho corteggiato tanto per scoparti una volta e tanti saluti" affermò con biasimo, sovrastandomi di nuovo con il suo corpo nudo.

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