Capitolo 6

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Pov Leonard




"Non c'era bisogno che mi portassi la cartella fino in aula" ribadii per la quarta volta, osservando Damyan con in spalla la borsa dove tenevo il portatile e alcuni libri.

Avevamo fatto colazione insieme e testuali parole 'non posso guardarti andare via con quella cosa che pesa più di te' e così era finito col accompagnarmi alla lezione, alla quale ero addirittura in ritardo.

Non appena raggiunsi la porta, tirai un sospiro di sollievo, il professor Brooks ancora non era arrivato.

"Grazie per avermi accompagnato" affermai, con un sorriso da orecchio a orecchio, afferrando la cartella direttamente dalla sua spalla, per liberarlo dell'impiccio.

"Almeno ringraziami come si deve" abbassò il tono di voce, sporgendosi fino a posare una mano sul muro alle mie spalle, bloccandomi tra il corpo caldo e la parete.

Intrappolai il mio labbro inferiore, tentando inutilmente di reprimere l'ennesimo sorriso che mi causava.

Non attese che fossi io a fare la prima mossa e in men che non si dica le mie labbra furono incollate alle sue, come la sera precedente.

Di nuovo quel sapore di tabacco e caffè, due cose che avevo sempre odiato prima di Damyan.

Affondai una mano tra i capelli neri, accarezzandone la morbidezza mentre la sua lingua si occupava della mia dolcemente finché qualcuno vicino a noi, si schiarì la voce.

Mi staccai quasi scottato e la mia testa si girò immediatamente verso quella direzione, facendomi impallidire non appena i miei occhi incrociarono un paio caldi e marroni.

Aveva l'aria vagamente infastidita e mi fissava con insistenza, lanciando un solo sguardo nella direzione di Damyan, prima di rivolgersi a me con un tono che non mi piacque affatto.
"Signor Kay, ha intenzione di deliziarci della sua presenza quest'oggi o no?"

Arrossii fino alla punta dei capelli, stringendo il gancio della borsa nervosamente.
"Io.. Sì.. Certo.. Stavo.."

"È colpa mia, l'ho trattenuto più del dovuto" mi salvò Damyan, parlando con il professore, il quale inarcò un sopracciglio, fulminandolo con lo sguardo.

"Tu dentro, tu puoi andartene" ordinò a voce ferma, facendomi correre un brivido di terrore lungo la spina dorsale.

Salutai velocemente Damyan e sgattaiolai all'interno dell'aula, sentendo i passi del professore alle mie spalle e successivamente, la porta che veniva sbattuta senza alcuna grazia.

Una volta giunto al mio solito banco in prima fila, sospirai, continuando a sentire pura ansia immotivata alla bocca dello stomaco.

"Cosa facciamo oggi bellissimo professore?" domandò una mia compagna, con il solito tono civettuolo.

Probabilmente il novanta per cento dell'intera accademia, aveva una cotta per Ian Brooks ma da quel che sapevo, solo Erin era così sfacciata da fargli complimenti o allusioni.

In fondo, essendo donna, la sue avance erano innocenti data l'omosessualità dichiarata del professore.

"Verifica a sorpresa o meglio, voglio sapere se state studiando o meno. Una parte importante di questo corso riguarda l'arte nelle svariate forme ma essendo un esperto di cinema, voglio verificare se conoscete le basi del cinema americano, dagli anni quaranta a fine anni novanta. Non dovrebbe essere così complicato" ci informò, innalzando un brusio di proteste.

"È il mio lavoro ragazzi, purtroppo neanche a me va di correggere tutto ciò che scrivete ma devo farlo così come voi, dovete guadagnarvi il diploma" constatò, tirando fuori dalla sua valigetta, un blocco di fogli.

AtychiphobiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora