Dormivano tutti dentro l'aereo. Persino Josh si era addormentato sulla mia spalla, stringendomi la mano nella sua; io però non riuscivo proprio a prendere sonno. In quel momento ero davvero felice, ma la mia esperienza mi ha sempre insegnato che la felicità dura poco, e che il dolore è sempre in agguato. Non potevo fare a meno di pensare ad Andrea, se davvero ero pronta a lasciarlo, se stavo usando Josh come un rimpiazzo per coprire il dispiacere...No! Io non sono così, io sono Alice, 16 anni, ho delle amiche che mi vogliono bene, un ragazzo che mi ama per quello che sono e non sono capace di comportarmi in modo così subdolo.
Devi vivere la vita in modo più leggero!
Per una volta la mia coscienza ha ragione....
Il volo duró molto meno di quello che mi aspettavo, e arrivammo a Madrid alle 12:00; era un martedì mattina mite con nemmeno una nuvola nel cielo azzurro profondo. Le persone che ci vedevano percorrere le strade ci salutavano e parlavano tra loro con uno spagnolo stretto che a stento riuscivo a capire. Sembravano tutti più solari, li a Madrid!
Prima destinazione: il museo del Prado. Non ero mai stata un'appassionata dell'arte, ma insieme agli amici è tutto più bello, si sa!
Girando fra le grandi stanze del museo si fecero ben presto le 17:00. Josh non mi aveva mai lasciato la mano per tutta la giornata, ma avevamo evitato le effusioni romatiche, per restare nascosti da occhi indiscreti.
Intanto era successa una cosa pazzesca: Alex si era preso la briga di lasciare Lalli all'aereoporto, dicendole la solita pantomima che tra loro non c'era più feeling e blablabla. Appena io, Robi e Costy lo siamo venute a sapere, Laura è scoppiata a piangere e mentre noi consolavamo la poveretta, Roberta senza pensarci due volte, si era diretta a grandi passi verso Alex e gli aveva assestato uno schiaffo, inveendogli contro le peggiori cose:
"Porcapputtana, sei uno stronzo del cazzo! Se provi a far soffrire la mia amica di nuovo ti do un calcio nelle palle e ti castro a vita!"
E lui era rimasto sbigottito, con un segno rosso della manata di Robi. Scena esilarante! Per queste cose la mia amica non ha peli sulla lingua (xD).
Per le 18:30 arrivammo in albergo, e ci vollero altri trenta minuti per assegnare le stanze ad ogniuno di noi. Io ero capitata in camera con Robi, anche se aveva già in programma di dormire in camera di Giulio; per cui io me ne sarei andata in camera di Costanza e Laura. A noi ragazze ci sistemarono al primo piano, i ragazzi al quarto, quindi era molto difficile che io e Josh ci saremmo visti, se non per cena.
Ci diedero venti minuti per prepararci e subito si scatenó il panico totale per il poco tempo a disposizione per farci le doccie e metterci in ordine. Alla fine io non riuscii ad asciugarmi i capelli, ma feci in tempo a decidere un look decente almeno per la sera: maglia grigia con scollo a barca, cardigan rosa fosforescente, leggins strappati e le solite Hair Max.
La cena era a base di cotoletta e patatine, che tutti lasciarono nel piatto perchè sembravano avariate. Fortunatamente ci eravamo armate di pop-corn e schifezze varie da mangiare verso l'una di notte.
Tutto andò secondo i piani. Alle 11:00, l'ora che i prof avevano impostato come il "coprifuoco", Roberta si incamminò con passo felpato verso il quarto piano dicedo, con fare valoroso:
"Se non dovessi tornare, sappi che ti ho voluto sempre bene" e mi abbracciò come si abbraccia una persona che parte per la guerra.
Ecco perchè Robi era speciale: riusciva a rendere tutto piú divertente! Io le raccomandai, di rimando:
"Amica mia, tu pensa a restare vergine!"
e andai a bussare alla porta di Lalli. Rimasi appiccicata alla maniglia così, quando vennero ad aprire, caddi violentemnte fra le braccia di qualcuno. Josh.
"Mi devo ricordare che queste porte si aprono verso l'interno..." e gli feci scappare una risata.
Cazzo se era bello quando rideva *-*
Mentre mi rimetteva in piedi, mi strinse in un abbraccio. Io gli intrecciai le braccia intorno al collo e lui mi sollevò da terra, schioccandomi un bacio in bocca.
"E tu che ci fai qua, Josh?" domadai io.
"Giulio mi ha sfrattato, e quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere se fossi venuto qua, piccola"
No, ditemi che non l'aveva fatto... MI AVEVA APPENA CHIAMATO PICCOLA?? Oddio svengo...
Fu una serata veramente bella; non successe niente di speciale, ma si respirava un'aria di tranquillità che rendeva tutto sublime.
Ricevetti una chiamata da mio padre, che mi disse che là, mancavo a tutti, che Dany aveva preso 10 nel compito di matematica e che lui aveva un sacco di lavoro da fare.
"Ti voglio bene papà"
"Anche io, Ali" mi diede la buona notte.
Verso le 03:00, quando finimmo le patatine al formaggio, quelle cattive ma che fanno bene all'anima, ci coricammo nei nostri letti. Josh rimase a dormire con me e mi sussurrò:
"Senti Ali, io adesso non voglio rovinare tutto, ma tu...beh mi piaci davvero, ma non voglio farmi illusioni, prima che sia troppo tardi: a te Andrea interessa ancora?".
Io rimasi un attimo spiazzata da questa domanda così diretta. Si stava veramente dichiarando con il cuore in mano. Poi dissi tutto d'un fiato:
"Ormai è acqua passata, non voglio più pensare a lui. Ora siamo qui, noi due e basta. Ora dormi che domani ci dobbiamo svegliare alle sette".
Subito gli si dipinse in viso un'aria più rassicurata, e poi aggiunse:
"Non mi lasciare...".
Non capii bene il senso di quella frase, ma le palpebre erano pesanti e mi si chiusero di colpo. D'improvviso il bip nevrotico dell'arrivo si un sms mi svegliò...
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Ricomincio da Me
Teen FictionAlice, una ragazza di 16 anni perennemente impegnata a insegiure suo padre fra un trasloco e l'altro, si trasferisce per l'ultima volta in una piccolà città, dove inizia una nuova vita. Il suo amore da favola si chiama Andrea, ed è il ragazzo di cui...