CAPITOLO 20 - SETE

3.4K 168 26
                                    

HARRY

Aprii gli occhi all'improvviso. Tentai di capire dove mi trovavo ma era buio. C'era solo la brace mezza spenta di un camino e la luce proveniente da un grosso televisore. Stavo scomodo. E mi facevano male le costole. In realtà avevo male dappertutto.

Poi ricordai ogni cosa.

Le percosse, l'ospedale, la disperata fuga in piena notte e questo divano.

E poi qualcos'altro. Un profumo di vaniglia, e di donna, e il solito paio d'occhi tra l'azzurro e il verde che mi perseguitavano. Ogni volta che aprivo i miei di occhi me li ritrovavo davanti. Pensai che stavo impazzendo.

Mi alzai e andai in cucina. Avevo sete.

Trovai solo della birra in frigo. Mentre cercavo un apribottiglie nel casino del cassetto delle stoviglie Liam entrò in cucina facendomi trasalire.

<<Vedo che stai meglio>>, disse appoggiandosi al bancone.

<<Già>>.

Poi guardò l'oggetto che stringevo in mano. <<Quella no, amico>>.

Mi tolse la birra e la rimise in frigorifero.

<<Perché no? Ho sete>>.

Liam aprì lo sportello della dispensa, ne tirò fuori una bottiglia d'acqua e me la porse. <<Devi bere questa>>.

<<Ti sei fumato il cervello? Io non bevo acqua>>.

<<Beh, dovrai farlo. Sono i suoi ordini>>.

<<Gli ordini di chi?>>. Ma che cazzo stava dicendo?

<<Abbiamo portato qui una persona ieri. Un'infermiera. È merito suo se ora sei in piedi>>.

<<Avete portato qui un'infermiera? Cos'è? Vi ha dato di volta il cervello? Questo posto deve rimanere segreto!>>, dissi urlando, incredulo e scosso dalla rabbia.

<<Calmati, Harry. Non ci sono pericoli, lei è fidata>>.

<<Perché, la conosci?>>. Non capivo. Chi era e come l'avevano conosciuta? E come cavolo facevano a sapere che fosse fidata?

Liam non rispose subito. <<Era l'unica cosa che potevamo fare. Eri ridotto uno straccio, peggioravi di giorno in giorno, invece di guarire>>.

<<Stronzate>>.

<<Harry, fidati. Non staresti qui, in piedi, a parlare con me se non fosse stato per lei. Lo vedi che non ti ricordi niente da quando sei scappato dall'ospedale? Ah, e domani tornerà di nuovo>>.

<<Scordatelo. Non voglio nessuno>>. Già immaginavo una grassona con gli occhiali, acida, che giocava a fare l'infermiera con me. Potevano scordarselo.

Ma Liam ignorò le mie lamentele.

<<Io vado a letto e dovresti tornarci anche tu. Domani alle 5.00 del pomeriggio sarà qui, fattene una ragione>>, mi disse imperativo, prima di uscire dalla cucina e salire le scale diretto al piano superiore.

<<Merda>>, imprecai.

Lasciai l'acqua lì dov'era e tornai sul divano. Lì, vicino, ne trovai un'altra bottiglia.

"Ma cos'è questa improvvisa ossessione per l'acqua?".

Tuttavia, ancora arso dalla sete, stappai la bottiglia e la portai alle labbra. Il sollievo alla mia gola arida fu immediato e ne scolai in voraci sorsate più di metà.

Mi guardai le gambe e il busto: ero vestito come un coglione, con degli orrendi abiti di lino beige. "Ma che cazzo avevo in testa per mettermi questa roba? Dovevo essere proprio fuso col cervello".

Con enorme fatica mi sdraiai di nuovo sul divano, tentando di scacciare l'immagine dell'infermiera grassa dalla mia mente.

Fu più facile del previsto. Immaginai quei bellissimi occhi dei miei sogni e presto mi riaddormentai.

SPAZIO AUTRICE
Aggiornamento lampo! Spero di aver fatto cosa gradita a chi mi chiedeva di aggiornare per la curiosità, in più finalmente ha fatto il suo ingresso in scena il protagonista: Harry!
Christine, che aveva perso le speranze di rincontrarlo, se lo ritrova magicamente davanti, ma come andranno le cose tra loro quando Harry guarirà? Per ora non sembra l'essere più gentile sulla faccia della Terra.... Scopritelo nel prossimo capitolo dal titolo BRODO DI POLLO.

Ciaooo

Cinthia ❤️

Poachers || H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora