CAPITOLO 74 - IMPASSE

2.8K 110 53
                                    

Per quanto bella sia una vacanza, prima o poi deve finire e la nostra era giunta al capolinea.

Fare le valige per il rientro era senz'altro molto meno emozionante del farle prima della partenza e la consapevolezza che presto le nostre giornate avrebbero ripreso a scorrere nella normalità quotidiana mi mise addosso un po' di nostalgia dei meravigliosi giorni trascorsi insieme. Non erano mancati i momenti di tensione e le liti, ma quello che aveva guadagnato il nostro rapporto in sincerità e conoscenza reciproca difficilmente lo avremmo dimenticato.

C'era ancora un mucchio di cose che non sapevo di Harry e che desideravo conoscere, ma avevo davanti un bel po' di tempo per farlo: tutta la vita, ad essere più precise, a giudicare dalla sua sicurezza nell'affermare che saremmo stati insieme per sempre.

Non c'era niente al mondo che desiderassi di più del trascorrere il resto dei miei giorni al suo fianco, ma c'era una sorta di tarlo nella mia testa che mi impediva di crederci davvero. Era come se una voce interiore, tuttavia non realmente appartenente a me stessa, mi ricordasse di continuo come fosse tutto troppo bello per poter durare in eterno. Quella vocina mi suggeriva che stavo vivendo in una realtà parallela, come un sogno, e che prima o poi mi sarei svegliata e tutto sarebbe finito; i miei giorni con Harry, il nostro amore, la dipendenza reciproca.

Come se non bastasse, i miei incubi peggioravano. Si alternavano a rotazione immagini di Liam sempre più cruente e scene in cui mio padre fuggiva da me, voltandomi le spalle. Ogni volta che mi svegliavo da quegl'incubi mi ripetevo che erano solo brutti sogni, ben lontani dalla realtà, ma la mia sensazione era sempre la stessa: quelle immagini non erano altro che lo specchio della mia vita futura, e quello specchio, purtroppo, non rifletteva niente di buono.

<<Tutto bene?>>, la voce di Harry mi riscosse da quei tetri pensieri e tentai di approfittarne per fugare le mie lugubri sensazioni.

<<C'è una cosa che ancora non mi hai raccontato e che vorrei sapere>>, gli risposi, incrociando le mie dita alle sue. L'aereo era decollato da poco e tanto valeva distrarsi per il resto del volo.

<<Chiedi quello che vuoi>>.

<<Cosa è successo a febbraio? Chi ti ha ridotto in quel modo?>>. Il suo sguardo si fece cupo e poi Harry lo distolse dai miei occhi, concentrandosi sull'oblò e sullo stretto della Manica che stavamo sorvolando in quel momento.

<<Te ne sei ricordata>>.

<<Come potrei dimenticarlo? Quello che ti è successo mi ha cambiato la vita, oltre ad avermi turbata molto>>.

<<Vero. L'ha cambiata anche a me e nonostante il dolore e la paura che ho provato lo rifarei altre mille volte, visto che mi ha fatto conoscere te>>.

<<Oh, sarebbe potuta andarti di gran lunga meglio, credimi>>.

<<Non esiste al mondo cosa migliore di te per me, e anche se esistesse io non la vorrei>>, mi disse, portandosi il palmo della mia mano su una guancia e chiudendo gli occhi. Era proprio in momenti come quello che quella brutta sensazione tornava di nuovo. Troppo bello per durare.

Il racconto di Harry dell'intera vicenda non tardò ad arrivare. Mi disse che erano sulle tracce di un pericoloso gruppo di bracconieri, di quelli più spietati che la Gran Bretagna avesse mai combattuto negli ultimi anni. La ricerca ossessiva di quelle persone (se così si potevano definire)  e del loro nascondiglio era stato il motivo che li aveva costretti a trasferirsi a Ringles Cross, cittadina che distava solo pochi chilometri da Framfield, la località indicata come probabile covo di quei criminali.

Dopo sei mesi di indagini estenuanti fatte di intercettazioni, appostamenti e ricerche sul campo, il team del dottor Michael Evans aveva avuto la conferma che le indagini avevano dato esito positivo e che effettivamente Framfield celava tra le sue mura i bracconieri, dediti ai loro sporchi traffici. Ed è stato per un tentativo mal riuscito di arresto che Harry e suoi amici fallirono la loro missione più importante e pericolosa. Per circostanze ancora da chiarire, i criminali erano preparati al loro arrivo, sembrava quasi che li stessero aspettando a braccia aperte, o meglio, a fucili spianati.

Poachers || H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora