Gita al mare (parte 2)

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Il padre di Michele mi stava fissando con un'aria che sarebbe stato un eufemismo definire inorridita.
Ricambiai la sua occhiata a testa alta, cercando di non sentirmi la merda che in realtà mi stavo sentendo e fissai i miei occhi dentro quelli azzurri di Giacomo.
Siccome non parlava, decisi di prendere la parola per prima.
«Deduco che ha sentito quello di cui stavo parlando con mia sorella. Non si preoccupi, non ho intenzione di rovinare la vita di Michele, non gli dirò della bambina e non verrà mai a saperlo, se lei mi promette di fare altrettanto.»
Continuava a guardarmi come se fossi l'ultimo scarafaggio sulla terra, adesso gli tremava persino la mascella, sicuramente per lo sforzo di trattenere gli insulti.
«La prego, non se la prenda. Davvero, non avrei mai voluto che ascoltasse una conversazione del genere.»

«Mamma! Mamma!» In quel momento di estrema delicatezza Cami mi stava chiamando a gran voce e si sbracciava, a una decina di metri di distanza, in spalla, niente di meno che, a Michele.
L'enormità della situazione mi era insopportabile e soffocai le lacrime, deglutii e feci per congedarmi dal nonno della mia bambina, l'unico rimasto in vita.
«Aspetta, Missi.» Erano secoli che non mi chiamava così, con quel tono confidenziale e tutto ciò mi riportò alla mente le chiacchierate che avevamo fatto negli anni passati, quando andavo a casa loro a mangiare la domenica, per esempio.
«Giacomo, per favore...» mi lasciai sfuggire, sentendo una lacrima scorrermi calda lungo una guancia.
Spostai lo sguardo sul viso dell'uomo e cercai di ignorare i richiami sempre più insistenti di Camilla.
Rimasi senza parole nel notare che anche lui aveva gli occhi lucidi. «Sapevo che non l'avresti lasciato per un motivo futile o per un altro. Vi ho visto crescere insieme e diventare sempre più affiatati. Capisco anche perché tu l'abbia fatto, per permettergli di costruirsi una vita migliore lontano da questo paesino.»
Annuii, incapace di parlare per colpa della forte emozione.
«Voglio chiederti solo un paio di cose. Sei contenta così? Vuoi che tua figlia non conosca mai il suo vero padre e i suoi nonni?»
Ovvio che non ero contenta così, ma cosa potevo rispondere?
Giacomo sorrise a Cami che era sgusciata via dalle braccia di Micky e ci aveva raggiunti.
«Ciao tesoro. Come sei bella con il tuo costume.» Accarezzò la testolina della piccola e poi se ne andò in silenzio.
«Mamma! Vieni con noi, andiamo a fare il bagno con lo zio Michele!»
«Camilla, chi ti ha detto di chiamarlo così?» le domandai, con una stretta al cuore.
«La zia Monze, chi sennò?» pronunciò il diminutivo con un po' di fatica ma in modo abbastanza comprensibile.
Quella serpe me l'avrebbe pagata! Avevo finito di stare buona e cara, una volta per tutte.
Tornai dagli altri tenendo Cami per mano e decisa a stare al gioco di Montserrat. Non appena i nostri occhi s'incontrarono, fulminai la fidanzata di Michele con lo sguardo e cercai di ignorare il suo corpo che era appiccicato in modo indecente a quello del mio ex.
Lui le teneva un braccio intorno al vitino da vespa, leggermente in imbarazzo.
Soffocai una risatina nel vedere la madre della futura sposa che studiava la scena con sguardo di disapprovazione da dietro le spalle della coppia.
Mario, che era lì vicino e stava cercando qualcosa nel suo marsupio, fece un commento che doveva essere detto a bassa voce, ma che mi fece avvampare: «Ragazzo, mi piacevano di più i gusti che avevi una volta.» Fece un cenno eloquente verso la sottoscritta. «A noi uomini piace avere qualcosa a cui aggrapparsi, capisci cosa intendo, no?» Fece un occhiolino verso Micky, che diventò rosso a suo tempo.
Ci fissammo per un istante negli occhi e mi parve di vedere qualcosa, una scintilla di quello che c'era stato. Ciò parve indispettire Montserrat, che, non lasciando intendere se avesse compreso la battuta o meno, prese Michele per mano e lo trascinò verso l'acqua. «¡Miguelito, mi amor, vamos a nadar!»[Miguelito, amore mio, andiamo a nuotare!]
«Che bestia di ragazza!» commentò Mario. «Non capirò mai perché tu e Michele non state più insieme. Se è perché hai fatto un figlio con un altro, ti fai troppi problemi...»
L'affermazione di Mario fu interrotta da Giò che ci raggiunse, l'ennesimo tentativo di sedurre Eduardo fallito. Ci sarebbe mancato altro!
«Smettila di dire baggianate, Mario, andiamo a fare una passeggiata, su. Eduardo ha rifiutato, ma se ne pentirà.»
L'anziano seguì la gemella, mimando con l'indice il gesto di essere fuori di testa, quando questa gli diede le spalle, e cominciò a camminare.

Ricordami di dimenticartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora