«Mamma, Andrea sta portando una torta di fango in cucina! Perché non lo sgridi come sgridavi me?»
«Camilla, invece di giocare col cellulare di tuo padre e di lamentarti, perché non lo fermi tu? Sono al telefono con una cliente» risposi a mia figlia, di ormai nove anni, e gettai un'occhiata al suo fratellino che sgambettava felice cercando di trasportare una poltiglia di terra e chissà cos'altro nelle sue piccole mani da bambino di due anni.Lanciai un'occhiata a Giò e al suo fidanzato, che aveva quasi la metà dei suoi anni. Eravamo rimasti tutti sconvolti quando, durante il ricevimento dopo il matrimonio in comune tra Silvia e Manuel, l'uomo incaricato di fare le foto aveva mostrato più interesse verso la gemella che per i novelli sposi.
Giovanna d'altra parte aveva posato con aria civettuola per moltissime foto e aveva flirtato tutto il tempo con quel tipo smilzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri coperti da un paio di occhiali dalle lenti spesse. Si chiamava Pietro e non arrivava ai quaranta.
Al momento io e Micky avevamo scommesso sulle sorti di quella coppia. Io ritenevo che fosse solo una cosa passeggera, mentre Micky diceva che sarebbe durata per anni. Aveva vinto lui.Spostai lo sguardo dalla coppia improbabile e riportai la mia attenzione sul mio secondogenito.
Uno dei Bianchino di Mario, un gatto nero molto magro, tagliò la strada ad Andrea che cadde a terra con un tonfo e scoppiò a piangere immediatamente.
«Scusi, la richiamo» dissi bruscamente alla donna con cui ero al telefono e corsi da mio figlio, preoccupata.
Lui strillava, la faccia impiastricciata del fango che poco prima era sulle sue manine.
Controllai subito che nella terra non ci fossero sassi che avrebbero potuto provocare dei tagli. Per fortuna non c'erano ferite evidenti, ma sospettavo che gli sarebbe spuntato un bel bernoccolo.
«Accidenti a te, Bianchino numero 25!» esclamai esasperata rivolta al gatto color fuliggine che miagolava a qualche passo da noi, andandosene poi come se niente fosse successo.
Poi mi rivolsi all'altra mia figlia, mentre prendevo in braccio Andrea e lo portavo in bagno per pulirgli la faccia e le mani. «Cami, piantala con quel cellulare! Devi badare a tuo fratello quando io sono occupata.»
Lei sbuffò e non appena Michele entrò nella stanza, di ritorno dal lavoro, si lagnò con lui: «Papà, dille qualcosa. Difende sempre Andrea e a me mi sgrida sempre.»
«Non si dice "a me mi", Camilla. E comunque se la mamma ti ha sgridata ci sarà un motivo. Su, ora restituiscimi il cellulare, ecco dove era finito. Devi smetterla di prenderlo di nascosto, può servirmi quando sono al lavoro. Invece tu sei ancora piccola, cosa te ne fai?»
Non appena Michele finì la frase avevamo non uno ma ben due figli in lacrime.
Sospirai, sentendo il pianto di Camilla e finendo di pulire il piccolo Andrea che si stava calmando, poi raggiunsi l'altra metà della famiglia in corridoio.
Passai il bambino a mio marito. Cercai di consolare Camilla e spiegarle con più tatto che il cellulare apparteneva e serviva a suo padre e che per lei ancora non era un oggetto indispensabile.Un anno dopo esserci ritrovati, finalmente io e Michele avevamo coronato il nostro sogno e ci eravamo sposati. In quell'anno lui, oltre ad aiutarmi con la gestione del bed and breakfast, si era messo a lavorare come guida turistica e organizzava uscite sul territorio limitrofo al paese dove abitavamo. Lo raccomandavo sempre ai clienti del Sogni Tranquilli che rimanevano immancabilmente soddisfatti.
Il nostro matrimonio era stato un'occasione di festa in compagnia delle nostre famiglie e degli amici.
Mia madre era sempre più provata dalla sua malattia, ma ce l'aveva fatta a essere presente, accompagnata da Paola, rendendomi immensamente felice.
I genitori di Michele erano raggianti e orgogliosi.
Max era venuta accompagnata da Stefano. I due ora vivevano in un appartamento a Londra e lavoravano entrambi presso una grande multinazionale, viaggiando spesso sia per affari che per divertimento.
Non erano mancati, naturalmente, Mario, Giovanna, Pietro, Manuel e Silvia. Gli ultimi due già convolati a nozze a loro volta.
La gemella aveva lasciato tutti a bocca aperta con il suo outfit: un vestito di un rosa molto acceso, con un taglio molto giovanile per una donna della sua età e una stola di piume bianche a circondarle le spalle. Pietro l'aveva guardata incantato per tutto il tempo e Mario aveva trattenuto a stento una risata di fronte a quell'improbabile scena.
Anche Marina e i suoi figli avevano partecipato. La mia amica aveva cominciato a frequentare seriamente Luca, il che mi rendeva felice e orgogliosa, del resto ero stata io a combinare il loro incontro.
Era stata una giornata indimenticabile, come l'avevo sempre sognata, o quasi. Avevo sentito molto la mancanza di mio padre, che non era lì per accompagnarmi all'altare. Era stato Giacomo a percorrere la navata al mio fianco, con gli occhi lucidi.
Inoltre, da bambina quando pensavo al mio matrimonio, non avevo mai immaginato che le fedi le avrebbe portate la mia primogenita. Eppure così era stato.
Camilla era andata fin da subito d'accordo con il suo papà e non mi sarei mai pentita di aver stravolto così la sua vita, nonostante avesse solo pochi anni, perché il cambiamento era stato sicuramente in meglio.Ritornai con la mente al presente e andai ad abbracciare la mia bambina che ormai cresceva sempre di più, poi rivolsi uno sguardo pieno d'affetto a Michele che portava in braccio il nostro piccolino.
"Ti amo", mimò Micky con le labbra e io gli sorrisi.
«Anche io ti amo» risposi, a voce alta però.***
Ciao a tutti! Questo è l'ultimissimo capitolo della mia storia, spero che vi sia piaciuto.
Questo è stato il primo racconto che ho cominciato a scrivere pensando che avrei tanto desiderato trasformarlo in un'opera cartacea. Per "Ricordami di dimenticarti" ho scelto l'autopubblicazione, ma sono contenta del risultato che ho ottenuto e che sto ottenendo mettendo a disposizione il libro su Wattpad. Sono davvero contenta che molte persone abbiano letto o stiano leggendo la storia di Artemisia e Michele. Spero che la lettura vi abbia lasciato dei bei ricordi.
Grazie a chi ha seguito la pubblicazione, leggendo, commentando o votando. Senza di voi questa storia sarebbe passata inosservata.
Grazie di cuore, alla prossima!
Maria C Scribacchina
***A distanza di anni dall'ultima pubblicazione qui su Wattpad ci tenevo a informarvi che in questo periodo, da novembre 2020 per la precisione, sto scrivendo una nuova storia con una mia carissima amica. In realtà è una serie, ma per ora abbiamo pubblicato il primo libro qui su Wattpad, quindi se volete passare a dare un'occhiata, ne saremmo entrambe molto felici! Vi lascio il link, si tratta di una storia d'amore un po' piccante con ambientazione storica, per la precisione, per quanto riguarda il primo episodio, i personaggi si trovano nella Londra di fine '700.
https://www.wattpad.com/story/274273659-of-seamen-and-maidens-cortigiane-e-passioni
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Ricordami di dimenticarti
ChickLit[COMPLETA - DISPONIBILE IN EBOOK E CARTACEO] Artemisia ha ventiquattro anni e gestisce da sola il bed and breakfast di famiglia, dove vive con la figlia Camilla. Da tempo i pettegolezzi delle vecchie comari del paese non la toccano più: non vuole fa...