Da quel giovedì mattina, quando mi svegliai con mille fantasie di me e Michele qualche anno prima che ci coccolavamo tra le coperte, cominciò a susseguirsi una serie di eventi che avrebbe sconvolto l'ormai calma apparente del Sogni Tranquilli.
Erano le dieci e stavo finendo di lavare le innumerevoli tazze della colazione. La lavastoviglie aveva deciso di rompersi nel momento meno opportuno. Per fortuna nel pomeriggio sarebbe passato il tecnico a dare un'occhiata.
Sentii un rombo di motore provenire dal viale e mi affacciai alla finestra della cucina, abbandonando momentaneamente il mio ingrato lavoro.
Dalla grossa moto di un rosso fiammante, tale e quale a quelle usate nelle gare di Moto GP, scese una figura alta, snella e fasciata in una tuta di pelle nera, con un casco ultramoderno dello stesso colore.
Andai incontro al nostro nuovo ospite, che avevo immediatamente riconosciuto grazie al suo veicolo.
«Max! Cosa ti porta qui?» Rivolsi un largo sorriso alla guidatrice della moto, che si tolse il casco rivelando una zazzera di un rosso pressoché identico a quello della sua cavalcatura.
La abbracciai, prima di esclamare: «Che hai fatto ai capelli, sorellona?»
Lei mi scoccò un grosso bacio su una guancia, poi si passò una mano tra la corta chioma, scompigliandola e somigliando così a un istrice punk.
«Avevo voglia di rinfrescare un po' il look, dopo la storia con Daniele. Ma dimmi, come state tu e la mia dolce nipotina?» Fece una pausa e, dopo avermi squadrato da capo a piedi, osservò: «Sei dimagrita, Missi?»
«Lo spero! I chili presi con la gravidanza fanno fatica ad andare giù. Tu piuttosto, sei davvero in forma.»
Avevo sempre invidiato mia sorella: vantava una figura alta e snella, non un grammo di grasso superfluo, e aveva ereditato i bellissimi occhi verdi di nostro padre.
In più, era uno spirito libero; da sempre rinnegava l'idea di occuparsi del Sogni Tranquilli e faceva la nomade per l'Italia e per il mondo, trovandosi dei lavoretti qua e là per tirare avanti. Viveva alla giornata, cosa che la sottoscritta non avrebbe potuto né sarebbe stata in grado di fare.
«Oh, sei bellissima come sempre. Come stai? Tutto bene qui al casale?»
«Sì, al momento siamo praticamente al completo, se vuoi fermarti però ti cedo il mio letto in camera con Cami» le risposi.
«Mi piacerebbe fermarmi, ma mi accontento del divano.»
Intanto avevamo camminato fino alla cucina, così mi misi a preparare un caffè per me e Massimiliana; ad alta voce non potevo chiamarla così o mi avrebbe uccisa. Com'era ben risaputo i nostri genitori non avevano di certo reso felici le loro figlie con la scelta dei nomi.
Mentre chiacchieravamo tranquillamente, fece la sua comparsa nella stanza niente di meno che Montserrat, che indossava una gonna che pareva far sembrare interminabili le sue gambe snelle, seguita dalla sorella Inés e dal marito e il figlio di quest'ultima, Luis e Adrián.
Vidi Max lanciare un lungo sguardo di apprezzamento al cognato di Montserrat, che in effetti era davvero affascinante.
Nonostante i suoi modi da maschiaccio, non c'erano dubbi che a mia sorella piacessero gli uomini.
Forse anche fin troppo dato che cambiava fidanzato con la stessa velocità con cui avrebbe potuto cambiare un paio di scarpe.
«Buongiorno Artemisia!» mi salutò Montserrat abbracciandomi, cosa che continuava a stupirmi ogni volta che lo faceva.
Proprio in quel momento doveva tornarmi in mente la scena di sesso che avevo visto qualche sera prima?
«¿Quién es esta chica hermosa?» [Chi è questa bella ragazza?] domandò posando lo sguardo su mia sorella, che non capiva una parola di spagnolo, così feci le presentazioni e traduzioni necessarie.
Stavo per aggiungere che Montserrat era in Italia per convolare a nozze con Michele, che Max conosceva e adorava fin da quando eravamo bambini, essendo solo di tre anni maggiore di noi, quando fummo interrotte proprio dal futuro sposo.Quello che successe dopo fu una delle situazioni più imbarazzanti che io abbia mai vissuto da quando ho memoria.
Max e Montserrat ebbero pressoché la stessa reazione, anche se la prima suonò meno squillante della seconda.
«Micky!»
«¡Miguelito, mi amor!» [Miguelito, amore mio!]
Montserrat ammutolì di fronte a qualcuno che mostrava il suo stesso entusiasmo al cospetto del fidanzato, sospettosa.
Max non si accorse di niente e andò ad abbracciare Michele, che le sorrise e ricambiò il gesto.
«Oh, così finalmente sei tornato insieme a Missi! Lo dicevo io che era questione di tempo e che siete sempre stati fatti l'uno per l'altra. Ora ci vuole proprio un bell'abbraccio di gruppo, come ai vecchi tempi. Dai, Missi, vieni!»
Nella stanza calò un silenzio imbarazzante.
Persino Inés e Luis, che non padroneggiavano la lingua italiana come Montserrat, avevano capito che si trattava di una situazione per nulla piacevole, infatti presero il figlio e uscirono.
Guardai prima mia sorella e scossi la testa, poi Michele e infine Montserrat, che era a dir poco furiosa.
Quella che seguì fu la scena di una telenovela. Montserrat si mise a gridare in spagnolo rivolta a Michele, rimproverandolo per non averle detto che ero io la sua ex fidanzata storica, cosa che mi fece rimanere molto male.
Mi sforzai di mostrarmi indifferente quando la futura sposa si scusò con me per la situazione imbarazzante in cui mi aveva messa e mi disse che se lo avesse saputo non avrebbe alloggiato al mio bed and breakfast e anzi, che avrebbero potuto ancora trovare un'altra sistemazione.
Di fronte a Max sempre più confusa e perplessa, mi rivolsi alla ragazza in spagnolo, col tono più rassicurante che mi riuscì: «Non preoccuparti, per me non ci sono problemi se volete restare, tutt'altro, insisto che lo facciate. Ormai le cose tra me e Michele sono finite da secoli e sono contenta di poter aiutare un amico di vecchia data e la famiglia della sua futura moglie. Inoltre siete delle persone fantastiche e mi fa molto piacere avervi come ospiti fino all'8 giugno, il giorno dopo il matrimonio.»In quell'istante fu come se mi avessero rovesciato un carico di mattoni sulla testa. Michele e Montserrat si sarebbero sposati il giorno del mio compleanno, che era anche il giorno in cui io e il mio ex ci eravamo messi insieme. Ammutolii e non riuscii né a dire o fare nient'altro.
Michele venne in mio aiuto, non mostrando però nessun segno di turbamento. Chissà se quella data gli era ancora familiare o se l'aveva già totalmente rimossa dalla mente.
«Ti ringrazio davvero Artemisia, per la tua gentilezza.»
Vidi Max sussultare al sentirlo chiamarmi col mio nome completo. Lo aveva fatto molto di rado e perlopiù solo quando litigavamo o discutevamo di questioni serie.
Lui non ci fece caso e proseguì: «Ora dobbiamo andare, porto Montserrat, Inés, Luis e Adrián a fare una passeggiata sul lungo mare. A più tardi!»
Salutò anche Max, che, appena gli ospiti furono usciti, mi sommerse di domande.
«Chi è quella? Non dirmi che Micky ci sta insieme? Oh, tanto si lasceranno, vedrai che non è niente di serio.»
Crollai su una sedia e scoppiai in lacrime. «Max, si sposano domenica prossima. Domenica 7 giugno! Cazzo, perché proprio quel dannatissimo giorno?»
Mia sorella non mi aveva più vista perdere le staffe dall'età di dieci anni, così si sedette sulla sedia accanto alla mia e cercò di consolarmi, stupita.
«Missi, su, non fare così. È solo una coincidenza, non avranno mica scelto apposta quella data.»
«Certo che no! Michele non le aveva neanche detto che sono la sua ex» esclamai. «Sembra che il destino ce l'abbia con me. Prima la madre di Michele che prenota praticamente tutto il bed and breakfast per la famiglia della sposa, poi il fatto che mi invitino alle nozze, io come una cretina non rifiuto ed infine ora realizzo che si sposeranno in quello che nei miei ricordi nostalgici era il mio giorno dell'anno preferito. Non festeggerò mai più un compleanno in vita mia!»
Max mi abbracciò forte, improvvisamente seria rispetto ai suoi standard. «Tu lo ami ancora. Perché non glielo dici? Insomma, l'hai allontanato per il suo bene. Ora che ha avuto tutto il tempo di fare le sue esperienze potrebbe anche tornare.»
Scossi la testa, decisa. «Sei irrazionale. Lui ormai ha la sua vita, sarei un'egoista se gli chiedessi di mandare all'aria tutto e tornare da me.»
Per la prima volta dopo anni mi stavo confidando con qualcuno e quel qualcuno era la mia sorellona inaffidabile. «E poi lui la ama, ama Montserrat.»
Lei ridacchiò. «Oh, no che non la ama. Non ha quello sguardo.»
L'insistenza di Max mi fece solo irritare di più invece che rincuorarmi. Sapevo che non avrei riavuto Michele con me ed ero consapevole del fatto che ero stata io ad allontanarlo.
«Piantala con queste uscite da film di quart'ordine!» Mi alzai di scatto. «Ti chiedo di restarne fuori. Ora vado a farmi una doccia e a cercare di calmarmi, per mantenere un'apparenza decente fino a quando i miei ospiti non se ne saranno andati.»
Lei non si alterò come avrebbe fatto solitamente e ribatté convinta: «Io non sono una che se ne sta fuori.»
Poi aggiunse, con un velo di tristezza negli occhi e con voce calma: «Camilla ha tutto il diritto di sapere la verità, Missi. Tutti quelli coinvolti hanno il diritto di saperla. Pensaci, prima che sia tardi.»
Non le risposi, ero troppo sconvolta. L'unica cosa che volevo fare in quel momento era gettarmi sotto un getto d'acqua ghiacciata per lavare via il dolore per sempre.***
Max è uno dei personaggi di cui mi ha divertito di più scrivere. Di sicuro non è una che le cose le manda a dire.
Povera Artemisia, il suo ex si sposa proprio in un giorno che per loro era stato così importante - e lo è ancora per lei, dato che compie gli anni...Grazie a chi sta leggendo, seguendo, commentando e lasciando stelline!
Maria C Scribacchina
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Ricordami di dimenticarti
ChickLit[COMPLETA - DISPONIBILE IN EBOOK E CARTACEO] Artemisia ha ventiquattro anni e gestisce da sola il bed and breakfast di famiglia, dove vive con la figlia Camilla. Da tempo i pettegolezzi delle vecchie comari del paese non la toccano più: non vuole fa...