Buon compleanno Missi!

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Il mattino dopo fui svegliata da un bacio della mia bambina. Aprii gli occhi e mi trovai di fronte Camilla e mia madre.
«Auguri mamma!» strillò mia figlia allegra. Nonostante fossi ancora intontita dal sonno, mi bastò quella semplice frase per far partire bene la giornata.
L'abbracciai stretta e poi diedi due baci sulla guancia anche a mia madre.
«Grazie» mormorai.
«La mia bimba ha già venticinque anni!» ribatté lei. «Mi sembra ieri che ti tenevo in braccio appena nata ed ora sei madre anche tu. Se ci fosse qui tuo padre...»
Una lacrima solitaria le scese lungo il viso.
«Su, oggi si festeggia! Non c'è spazio per le lacrime.»
Max fece irruzione nella stanza. «Ti abbiamo preparato una colazione coi fiocchi, alzati e vieni ad abbuffarti.»
«Datemi il tempo di vestirmi che vi raggiungo.»
Indossai un abito leggero con una fantasia a fiori, mi lavai la faccia e raccolsi i capelli in una crocchia, mentre Camilla canticchiava senza interruzione "Buon compleanno a te".
In cucina trovai, a parte le tre donne della mia famiglia, Mario, Giò, Paola, Stefano e Manuel.
«Buon compleanno!» esclamarono in coro, dopodiché mangiammo la colazione in un'atmosfera rilassata e allegra. Negli ultimi giorni il clima non era stato dei migliori.
Speravo vivamente di dimenticare presto l'accaduto. Anche se il fatto di aver perso Michele per la seconda volta mi bruciava parecchio.
«Oggi pomeriggio c'è un segreto!» ridacchiò Camilla, coprendosi la bocca con le manine.
Max le diede un lieve pizzicotto su una coscia. «Stai zitta, non spifferare tutto.»
«Il vostro modo di fare cospiratorio non mi piace molto. Qui gatta ci cova! Mi state nascondendo qualcosa» esclamai.
«No, mamma, non c'è nessuna festa oggi.»
«Camilla!» urlò Max.
«Che chiacchierona che sei!» intervenne Giò scoppiando a ridere.
«Come se non l'avessi capito da sola» dissi a mia volta e accarezzai la testa della bambina, che mi guardava imbronciata.
Le rivolsi un largo sorriso. «Vi ringrazio per avermi organizzato una sorpresa così bella, anche se non sarei dell'umore di festeggiare.»
«Eh no! Cara sorellina, come ho già detto prima, oggi non c'è spazio per le lacrime o la tristezza.»
Tutti annuirono all'affermazione di Max.
Io mi strinsi nelle spalle. «Beh, vi ringrazio, allora.»
Finito di sistemare dopo la colazione, feci un giro nelle camere lasciate dagli ospiti il giorno prima per controllare se fosse tutto in ordine. Avevo ricevuto un paio di messaggi su Facebook da parte di persone che chiedevano informazioni sulle sistemazioni al bed and breakfast e speravo di ricevere delle prenotazioni a breve.
Fui raggiunta da Max. «Ho lasciato un po' Cami a giocare con Ste.»
Annuii. «Tanto ho praticamente finito qui.»
«Ho invitato anche Micky alla festa.»
«Cosa? Perché?»
«Come, perché? Pensavo che dopo che avesse scoperto che quello scheletro gli metteva le corna col cognato sarebbe tornato a braccia aperte da te. Invece sai che mi ha detto?»
«Che mi considera una sgualdrina al pari di Montserrat, se non peggio?» sputai, inviperita.
«Sapevo che c'era qualcosa che non andava! Si può sapere cosa è successo tra di voi?»
Max si sedette su un letto e mi fissò con aria incuriosita.
«È successo che è un coglione! Pensavo che lui mi conoscesse meglio di chiunque altro e invece gli è bastato un malinteso per cambiare la sua opinione su di me. Dimmi, tu come lo definiresti uno così?»
«Un coglione.»
«Esatto!»
«Comunque non mi hai ancora detto cosa è successo tra di voi.»
«Ieri ero sola al Sogni che pulivo quando è arrivato Luca. Ti ricordi, il migliore amico di Micky? Si è presentato ubriaco e mi è saltato addosso dopo avermi dichiarato il suo amore. Io l'ho respinto e lui se n'è andato via.»
«E Micky vi ha visti?»
«Magari l'avesse fatto. Almeno avrebbe sentito che dicevo a Luca che non potevo ricambiare i suoi sentimenti perché amo ancora il mio ex. Dio, che testone che è Michele.» Scossi la testa.
«Già. Deve essere ancora sconvolto per la storia con Montserrat. Quella zoccola è riuscita a rovinare un ragazzo d'oro come Micky. Lui mi ha detto che oggi aveva il volo per tornare a Barcellona e quando gli ho chiesto quali fossero i suoi piani per il futuro mi ha rivelato che non lo sapeva. Pensavo che almeno avrebbe voluto conoscere meglio la piccola Cami.» aggiunse con tono sconsolato.
Sospirai. «Non so se creda ancora di essere lui il padre, dopo ciò che mi ha detto ieri.»
«Deve essere cieco. Lui e sua figlia sono due gocce d'acqua.»
Mi avviai al piano di sotto. «Non so che dirti. Chi vivrà, vedrà. Io di certo non gli correrò dietro.»

Ricordami di dimenticartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora