Strani sogni e decisioni

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Quando quella sera misi a letto Camilla, notai sul cellulare un messaggio non letto, arrivato un'ora prima.

Era di Massimiliana.

Ciao sorellina! Cm è andata con Micky?

Guardai l'orologio, erano quasi le undici, sapevo che mia sorella non era il tipo da andare a letto presto, ma le chiesi lo stesso per iscritto se potevo chiamarla.
Quando ricevetti una sua risposta positiva, dieci secondi dopo, come al solito viveva col cellulare in mano, diedi un'ultima occhiata a mia figlia, che ronfava alla grande, e poi uscii in giardino per parlare con Max senza rischiare di infastidire nessuno.
«Allora, raccontami tutto!» esordì Max non appena rispose alla mia chiamata.
«Che vuoi che ti dica?» domandai io retoricamente. «È andata male, non dico che non me l'aspettassi, eppure...» Mi accorsi che mi stavo arrampicando sugli specchi, non sapendo bene cosa dire a mia sorella sull'accaduto, né tantomeno sul mio stato d'animo.
«Lo sapevo! Non vorrei dire "te l'avevo detto", ma sì, diavolo! Te l'avevo detto!»
Sbuffai, contrariata. «Si può sapere che cavolo hai? Sembra che tu goda del fatto che io sia giù.»
«Oh, finalmente un'ammissione sui tuoi sentimenti. Pensavo che la mia cara sorellina si fosse trasformata in una specie di robot incapace di provare emozioni umane.»
«Se c'è qualcuna che è incapace di non provare emozioni, quella sono io. E tu ne sei testimone.»
«Forse sì, però in questi anni non hai mai voluto ammettere che ami ancora Michele e che non hai mai abbandonato l'idea di costruirti una vita con lui.»
«Non ho ancora ammesso nessuna di queste cose, infatti.»
«Con quell' "ancora" ti sei tradita!» esclamò lei con tono da vincitrice.
Mi lasciai sfuggire un risolino isterico. «E va bene. Hai ragione tu. Il fatto è che anche se ora sono pronta a dire la verità sui miei sentimenti e sui miei desideri, lui non ne vuole sapere. E poi, a giorni si sposerà.»
«Come, si sposerà?» strillò Max scandalizzata, al che dovetti allontanare per qualche secondo il cellulare dall'orecchio.
«Vuoi forse farmi diventare sorda? Non mi pare che la notizia delle sue nozze fosse così segreta, anzi.»
«Sai a cosa mi riferisco, non fare la finta tonta. Non gli hai detto che lo scheletro lo cornifica ben bene con il cognato?»
«Non sta a me rivelare certe cose. Sono affari suoi e di Montserrat. Io di certo non voglio metterci il becco.»
«Conosci Micky meglio di me, sai che si arrabbierà quando scoprirà che gli hai tenuto nascosta una cosa così enorme.»
«Oh, dici sul serio? Non credo che le cose cambieranno molto, dato che gli ho tenuto nascosta una figlia per più di quattro anni!» osservai, ironica.
«Missi, sai benissimo che cosa intendo. La tua testa dura comincia a stancarmi e non ti porterà da nessuna parte. Se fossi in te andrei da Michele appena possibile per spiegargli tutto.» Fece una pausa ad effetto. «E con tutto intendo anche la storia della sua fidanzata adultera ancora prima delle nozze.»
Sbuffai rumorosamente e poi sussultai, convinta che qualcuno mi avesse fatto l'eco.
«Max, credo ci sia qualcun altro in giardino» sussurrai a bassa voce. «Ti richiamo io.»

Interruppi il fiume di parole e domande che mia sorella voleva ancora rivolgermi, per appiattirmi contro un albero e cercare di capire chi fosse a emettere quei suoni.
Non erano degli sbuffi, ora che ascoltavo meglio, ma dei sospiri.
Sospiri di piacere.
Drizzai le orecchie e cercai di vedere meglio al buio, poiché i suoni parevano provenire da una parte non illuminata del giardino.
Non poteva di certo essere Montserrat con il suo amante. I futuri sposini erano in viaggio a Venezia.
Rimuginai su chi potesse essere, non essendoci coppie giovani e disinibite tra gli ospiti, a parte i due adulteri.
A meno che Luis non avesse portato la moglie nello stesso posto dove gli piaceva sbaciucchiare, e non solo, la propria amante.
Scossi la testa, pensando a quanto fosse patetica quella situazione. La mia indole non contemplava il tradimento, per nessuna ragione.
Finalmente individuai la fonte del rumore. La scena che mi si prospettò davanti era molto diversa da quella che mi sarei aspettata.
Per paura di reagire in un modo che mi avrebbe fatto di certo scoprire, portai le mani alla bocca e corsi in camera mia, cercando di fare il minor rumore possibile.

Ricordami di dimenticartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora