Prima che cominciate a leggere questo capitolo, ci terrei a consigliarvi una storia che sto leggendo qui su Wattpad, che mi sta appassionando molto.
Si tratta di una fanfiction che nella prima parte rivisita uno dei miei libri preferiti da sempre: La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. Se volete leggere di un Willy Wonka tutto nuovo, romantico, non potete perdervela!
https://www.wattpad.com/story/44183204-willy-wonka-johnny-depp-in-revisione
Questo è il link, l'autrice è Deppiana-Directioner
Lei è davvero una persona dolcissima e una brava scrittrice ed è anche grazie al nostro scambio di lettura che "Ricordami di dimenticarti" sta avendo più successo di quello che avrei mai sperato.
Grazie a tutti! Ora vi lascio il nuovo capitolo.
Maria C Scribacchina
***
Alla fine avevo deciso di non raccontare a Carla che la sua futura nuora era un'adultera e nemmeno che fosse incinta. Su quell'ultimo punto, del resto, c'erano buone possibilità che il padre fosse Michele.
Il solo pensiero del mio ex a letto con quella perra, come lei stessa aveva osato definirmi, tutta pelle e ossa, mi faceva venire il voltastomaco.A mezzogiorno, siccome Cami pranzava all'asilo e Mario e Giovanna erano in giro per i fatti loro, non mangiai molto, solo un po' di frutta.
Avevo concordato con la madre di Michele che sarei andata a parlare con lui quel pomeriggio e il fatto di doverlo affrontare mi faceva semplicemente passare l'appetito.
Come avrebbe preso la notizia che gli avevo nascosto una figlia per tutti quegli anni? E se avessi deciso, cosa che non avevo ancora fatto, di rivelargli dell'adulterio della futura moglie, mi avrebbe odiato ancor di più?
In tutta quella situazione, la vittima più innocente era Camilla. Io ero l'egoista artefice di tutto quanto.
Era cominciata per un gesto di altruismo nei confronti di suo padre, ma un genitore sa benissimo che i bisogni dei figli vanno anteposti a qualsiasi altra cosa.
Quando, verso la una e mezza, i due gemelli ritornarono, chiesi a loro il favore di tenere d'occhio il bed and breakfast per una mezzoretta, sarebbe arrivato comunque anche Manuel.
«Certo cara, volentieri» mi rispose Mario, sorridente e sempre disponibile.
«Tanto oggi è una noia. Eduardo starà in giro tutto il giorno con i suoi parenti.» Giò sbuffò come un'adolescente e ricevette un'occhiataccia da parte del fratello.
Io ridacchiai, ignorando per un attimo il macigno che avevo sul cuore al pensiero di dover parlare con Micky.
«Giò devi metterti in testa di cercare qualcuno della tua età. Non correre appresso ai bambini, che non ne hai nemmeno più il fiato.»
Stavano cominciando per l'ennesima volta la solita discussione. Li salutai e li ringraziai per il favore che mi avrebbero fatto e andai a prendere la mia bici sul retro del casale, rischiando di inciampare in un Bianchino in evidente stato interessante, quindi femmina, color sabbia e in un altro Bianchino dal pelo tigrato.
Scossi la testa e montai in sella, sperando che l'aria fresca che avrei respirato durante la mia pedalata fino a casa di Michele mi aiutasse a schiarirmi le idee.Quando fui a meno di cento metri dalla casa del mio ex, il mio coraggio venne meno e decisi che avevo bisogno di un ulteriore sostegno emotivo. Fermai la bici.
Presi il cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini corti e feci scorrere i numeri della rubrica fino a quello di Max.
«Pronto?» rispose lei al primo squillo.
«Per caso vivi col cellulare attaccato alla mano?» la derisi, cercando di scacciare l'ansia che mi attanagliava.
«Spiritosa. Stavo mandando un messaggio a Stefano.»
«Stefano? Una nuova conquista, scommetto!»
«Più o meno» commentò lei con tono sognante.
«Senti, mi piacerebbe molto saperne di più sul tuo nuovo ragazzo, ma sinceramente ora avrei bisogno di te per un consiglio.»
«Hai deciso di irrompere in chiesa sabato mattina e dire: "Questo matrimonio non s'ha da fare?" Se sì, non posso mancare all'evento!»
Trattenni una risata. «No. Diciamo che non voglio essere così teatrale, però sto andando a parlare con Michele. Di Camilla» aggiunsi, abbassando la voce, siccome due vecchie pettegole stavano camminando nei pressi proprio in quel momento e mi lanciavano occhiatine furtive e piene di disgusto.
Forse avrei dovuto cucirmi una lettera scarlatta sugli abiti come Hester Prynne, tanto per entrare meglio nel personaggio.
«Cosa? Finalmente ti sei decisa ad ammetterlo!»
Scossi la testa, anche se ero consapevole che lei non avrebbe potuto vedermi. «Ci sono stata costretta. Tutta la sua famiglia, intendo suo padre e sua madre, mi ha scoperta. Lo scheletro poi, non vorrei che fosse lei a rivelarglielo prima che lo faccia io.»
«Stai facendo la cosa giusta, Missi. Sono certa che Micky porterà te all'altare sabato e non quelle quattro ossa.»
Sospirai rumorosamente. «Devi smetterla di leggere i libriccini che lascia in giro Giò, quando vieni a trovarmi al bed and breakfast» la rimproverai, come se io non facessi lo stesso.
«Oh, sorellina cara. Ogni tanto dovresti permettere a te stessa di credere un po' nelle favole. Tu e Michele siete sempre stati perfetti, siete sempre stai voi. Voi due e...»
«Nessun altro, lo so. Non è la prima volta che sento questa frase.»
«Allora credici. In bocca al lupo e ricordati che ti voglio bene. Fammi sapere come va.»
«Grazie, Max. Ti voglio bene anche io. Ti chiamerò presto, anche per sapere qualcosa sul tuo Stefano.»
Mentre riattaccavo la sentii ridacchiare, frivola. Ero contenta per mia sorella, al contrario della sottoscritta, aveva avuto molte relazioni negli ultimi anni, ma tutte finite male. Dubitavo del fatto che si sarebbe sistemata definitivamente, considerato il suo animo girovago, ma se avesse avuto qualcuno al suo fianco a condividere le sue avventure, sarebbe stato fantastico.Arrivata davanti alla casa di Michele, notai che c'era grande movimento. Lui e suo padre stavano caricando un paio di borsoni in auto, mentre Montse era sulla soglia che chiacchierava con la futura suocera, che, a mio parere, aveva perso l'entusiasmo dimostrato in precedenza per quella possibile figlia acquisita.
Fui fortunata però, perché Carla cercò di tenere occupata Montserrat, in modo che io potessi chiamare un attimo in disparte Michele.
«Ciao Missi, come mai da queste parti?» mi domandò, scostandosi una ciocca di ricci ribelli che gli era scivolata davanti agli occhi. Era evidentemente accaldato e per distrarmi dai suoi bellissimi occhi color nocciola, feci vagare lo sguardo sul resto del corpo. Mi soffermai troppo sulle larghe spalle abbronzate, messe in evidenza da una canottiera chiara.
Scesi dalla bici e mi schiarii la voce. «Dovrei parlarti di una cosa. Ti va di fare due passi o siete già in partenza? Deduco che stiate per fare una gita. Spero di non aver scelto il momento sbagliato.»
Lui scosse la testa e con un gesto naturale mi posò una mano alla base della schiena, guidandomi a qualche decina di metri dalla casa.
Dal punto in cui aveva poggiato il palmo, la mia schiena fu attraversata da brividi e chissà cos'altro. Dovevo mantenere la calma o non sarei riuscita a dire quello che mi ero prefissa.
«Partiamo tra circa un'ora, ma stavamo già caricando l'auto. Io e Montse andiamo un paio di giorni a Venezia e a visitare le isole. La porto un po' a svagarsi, visto che i preparativi per le nozze la stanno stressando all'inverosimile.»
"O è il doppio gioco a stressarla?" pensai tra me e me.
«Dimmi, di cosa volevi parlarmi?»
Ci allontanammo ancora un po' e svoltammo in una via secondaria, dalla quale non ci avrebbero potuto vedere da casa di Michele. Non volevo avere gli occhi della sua odiosa fidanzata addosso, mentre gli rivelavo qualcosa di così importante.
Mi sedetti su un muretto e feci cenno a lui di accomodarsi al mio fianco.
«Missi, se riguarda qualcosa che ci siamo detti ieri o il nostro bacio...» La sua voce si spense in un sussurro.
Scossi la testa. «Non è per quel bacio. Si tratta di qualcosa di più importante.»
Rimasi in silenzio, non sapendo come andare avanti. Se usare giri di parole o meno.
Optai per una frase diretta. Come si diceva, via il dente, via il dolore.
«Camilla è tua figlia» affermai, fissandolo negli occhi, che vidi spalancarsi per lo stupore.
Non parlò per molti secondi. Mi era impossibile leggere le emozioni sul suo viso, perché aveva distolto lo sguardo e si guardava le mani.
«Per quale motivo me lo dici ora?» chiese in un sussurro, fissando il vuoto davanti a sé.
«Non posso più nasconderlo. I tuoi lo hanno capito e...»
«E se non l'avessero capito, me l'avresti mai detto?» Questa volta scrutò nei miei occhi, con un'espressione dura.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi e scossi la testa. «No.»
Si alzò di botto, facendomi sussultare per il suo movimento brusco.
«Ho bisogno di pensare. Ora, per favore, vattene.»
Sentii il mio cuore, già in mille pezzi da anni, andare ancora di più in frantumi. Mi misi in piedi, con le gambe che mi tremavano. Salii in sella alla mia bici e mi obbligai a pedalare lontano da lì, lontano dall'uomo che avevo sperato inconsciamente sarebbe diventato parte della nostra famiglia, mia e di Cami, com'era naturale che fosse.***
Ed eccoci arrivati finalmente al momento della verità. Chi ha già letto questa storia mi ha dato pareri contrastanti sui comportamenti di Missi e Michele e sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi che state leggendo e seguendo qui su Wattpad. Siate sinceri, Missi e Micky sono tutto fuorchè perfetti e mi interessa molto avere opinioni diverse dalla mia.
Maria C Scribacchina
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Ricordami di dimenticarti
ChickLit[COMPLETA - DISPONIBILE IN EBOOK E CARTACEO] Artemisia ha ventiquattro anni e gestisce da sola il bed and breakfast di famiglia, dove vive con la figlia Camilla. Da tempo i pettegolezzi delle vecchie comari del paese non la toccano più: non vuole fa...