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«Un altro» urlo al barista.

Sono ubriaco fradicio. Ma non importa. È tutta colpa di quel Min Yoongi. Che stronzo. E che stupido sono stato a credere che con quei messaggi avremmo potuto diventare qualcosa più che semplici conoscenti.

Oggi ha baciato una ragazza nel cortile della scuola. Ha fatto male. Non ci ho visto più.

Il mio cellulare vibra di nuovo. Se è di nuovo Yoongi giuro che- ah, è Taehyung. Alzo gli occhi al cielo. Che palle questo. Quando la finirà di assillarmi? Rifiuto la chiamata nel momento stesso in cui il barista mi porta il mio ennesimo bicchiere di scotch, che ingerisco tutto d'un fiato. Ho un documento falso, quel coglione del barista non se n'è neanche accorto quando gliel'ho fatto vedere.

Il cellulare riprende a squillare.

«Che diavolo vuoi?» grido con una voce stridula.

«Dove cazzo sei?»

«Che te ne frega? Lasciami in pace.»

«Dove sei?» strilla così forte che devo allontanare il telefono dall'orecchio. Sento le lacrime accumularsi.

«Dove dovrei essere? Nell'unico posto in cui posso essere me stesso» singhiozzo.

«Sto arrivando», attacca.

Poggio la testa sul bancone di fronte a me, sospirando. Perché? Perché mi sono lasciato illudere? Il fatto è che anche se cercavo di allontanarlo non facevo altro che avvicinarmi di più. Me la sono cercato da solo. Io-

«Jimin?» Sento qualcuno che mi tocca un braccio, facendomi alzare il capo.

È Yoongi. Vuole rovinarmi la vita anche qui? Eh no.

«Che diavolo vuoi da me?! Smettila di assillarmi! Va dalla tua ragazza!» Mi alzo in piedi, ma perdo subito l'equilibrio.

Yoongi mi afferra per un braccio e mi tira su.

«Ti porto a casa» mi dice, aumentando il mio nervosismo che mi porta a spingerlo via da me.

«Tu non fai proprio niente! Sparisci dalla mia vita!» dico, le lacrime che continuano a scorrere.

Yoongi mi guarda con la tristezza e la preoccupazione ben visibili sul suo viso.

«Jimin» dice qualcun'altro.

Mi volto: è Taehyung. Cosa vuole lui? Ah, deve portarmi a casa. Aspetta, cosa? Non voglio andare a casa.

«Taehyung va via» borbotto.

Lui mi ignora totalmente, impegnato a guardare Yoongi. Cazzo guarda? È mio. Ah, no...

«Vieni, andiamo a casa.» Mi solleva e mi trascina via.

«Addio stronzo!» urlo ridendo in faccia a Yoongi.

«Sta zitto» mi sussurra Taehyung.

«Lui mi tradisce e io dovrei stare zitto?»

Nel frattempo siamo arrivati in macchina. Mi mette al posto vicino quello del guidatore, per poi occupare quest'ultimo.

«Che diamine ti prende?! Non è il tuo fidanzato, non ti ha tradito» grida.

Ricomincio a piangere. So che non è il mio ragazzo, ma fa male lo stesso vederlo con qualcun'altro.

«Jimin...»

«Zitto! È tutta colpa tua. Se solo mi avessi ascoltato quando ti ho detto che non volevo essere illuso... E invece guardami» singhiozzo.

«Hai ragione, mi dispiace...» Abbassa lo sguardo. «Aspetta... Yoongi era in un locale gay.»

Ci scambiamo un'occhiata.

È vero che continuava a scrivermi cose che ragazzi eteri non credo scriverebbero, ma pensavo scherzasse... inoltre non l'ho mai visto insieme a un ragazzo.

A che gioco sta giocando quel Min Yoongi?

Questo capitolo è un casino, lo so, scusatemi. ;-;

Daddy IssuesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora