Daddy Issues

1

Min Yoongi.

Il ragazzo più popolare della scuola. Come ogni ragazzo popolare che si rispetti, lui ha tutte le ragazze ai suoi piedi e tantissimi amici. Io non sono fra quelli, ovviamente. Io sono fra quelli che lo guarda e dice-

«Ah, eccolo di nuovo. Min Yoongi, il tuo amato.»

L'ultima parte non è compresa.

Fulmino con lo sguardo il ragazzo moro al mio fianco, che se ne sta tranquillo a ingurgitare patatine. Non ha notato il mio sguardo assassino, - probabilmente ci è abituato, fa sempre questo tipo di commentini insulsi - quindi provvedo a riprenderlo in un altro modo.

«Non è il mio amato.»

«Ah no?» Sbuffa una risata. «Allora io sono Obama.»

Prende un pugno di patatine e se le mette in bocca.

«Sempre il solito. Intendevo dire che non è solo il mio amato.»

«Smettila di negare l'evidenza. E poi sei tu quello che mi assilla con commenti da femminucce come: "Oddio, è Min Yoongi. Tae, guardalo! È così figo! Oddio, sta venendo di qua, sta venendo di qua!"» dice con una voce più acuta, imitandone una da femmina.

Gli do uno spintone su un braccio e lui scoppia a ridere, facendo finta di cadere. Faccio per prendermi una patatina dal sacchetto, ma Taehyung lo sposta di lato, impedendomi di arrivare anche solamente a sfiorare il pacco. Sbuffo, infastidito.

«Senti chi parla, quello che sbava dietro quel Jeon Jungkook. "Cazzo è bellissimo, Jimin. Me lo scopo."» dico imitando una versione più acuta della voce di Taehyung.

Lui mi guarda male, ma lo ignoro, ridendo.

«Almeno io posso dire di essere realista» borbotta con la bocca piena.

«Che intendi dire?»

Lo guardo pazientemente mentre mastica le patatine, ingoiando alla fine.

«Non ti offendere, amico, ma le possibilità che tu venga notato da quel bastardo sono molto poche, considerando il numero di ragazze - e ragazzi - che gli vanno dietro.»

«Primo, non chiamarlo bastardo; secondo, non eri tu quello che mi incitava a provarci con lui?»

«Si, ma io ti prendo in giro» fa lui dandomi un'occhiata, prima di masticare altre patatine. Poi ride, io alzo gli occhi al cielo. «Scherzo, scherzo. Sai quanto vorrei vederti insieme a lui, solo che tu non ti dai una mossa. Sai che più aspetti peggio è? Sei una femminuccia senza palle.»

«Ah, siamo in due allora. Perché non ti fai avanti tu con quel Jungkook?»

«Lo farò. Sto solo aspettando il momento giusto.»

«Si, certo» dico scettico.

«È vero!» piagnucola, guardandomi esasperato mentre rido di lui.

«Eccolo lì» dico indicando il ragazzo castano, che è appena entrato nella mensa. «È il momento giusto.»

«Non ancora» sussurra, riempiendosi la bocca di altre patatine.

«Lo sapevo» sbuffo.

«Gli parlerò!» Mi punta un dito contro, come se stesse facendo un giuramento o qualcosa del genere con quel gesto.

Spero per lui che non siano solo parole al vento. Spero per me che anch'io troverò il coraggio di parlargli, un giorno.

Guardo verso il ragazzo snello in mezzo alla gente; così bello, così irraggiungibile.