Si vede tutta Los Angeles da quassù

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Avan Jogia:

Certo, mi farebbe molto piacere chiarire alcune questioni con te Elizabeth... ti passo a prendere in università mercoledì verso mezzogiorno e pranziamo assieme :)
Ah, e ti prego dammi del tu.

Rileggo il messaggio... ah, dannazione, è in ritardo. Abbasso la gonna a pieghe decisamente troppo corta, una delle preferite di Matty chi sa perché... alzo sulla spalla la borsa con i due libri che in realtà avrei anche potuto lasciare a casa visto che oggi avevo l'esame e ovviamente non ci è consentito consultarli. Un gruppo di ragazzi mi passa vicino fischiando, rispondo alzando loro il dito medio e distolgono gli sguardi; guardo nuovamente il display del cellulare: 12:13. Sbuffo alzando lo sguardo: perché l'unica volta in cui do retta a Liam e seguo uno dei sui consigli è un consiglio di merda?
Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di tornarmene a casa quando la Range Rover nera, lucente come al solito, si ferma dalla parte opposta della strada; il finestrino si abbassa e scorgo la figura di Avan al posto del guidatore. Tiro giù la gonna per cercare di coprirmi, per quanto mi è possibile con la striminzita fascia, alzo la tracolla sulla spalla dolorante per l'attesa, attraverso la strada e mi avvicino al finestrino di Avan.

AV: -Ciao Elizabeth.- saluta lui abbassando anche questo finestrino, i nostri occhi si scontrano, celeste nel nocciola, e le sue labbra si inclinano in un sorriso.

EL: -Buon... eh, ciao Avan.- mormoro in risposta senza poter distogliere lo sguardo.

AV: -Vieni, sali.- fa lui, io annuisco, faccio il giro e mi siedo sul sedile accanto al suo; appena chiudo la portiera lui fa muovere l'auto. Faccio scivolare la borsa ai miei piedi tra le gambe e allaccio la cintura. -Allora? Com'è stato il tuo inizio di settimana?- domanda dopo minuti di silenziosa guida. Ripenso al mio lunedì, martedì e a questa mattina, passati a studiare per l'esame che sono abbastanza sicura di non aver passato; non ho visto il mio ragazzo il giorno del nostro anniversario e, ah non dimentichiamolo, lo ho "tradito" per un favore a Beck.

EL: -Bene, un'ottima settimana, tu?- mento con un sorriso, lui alza le spalle.

AV: -Non è una delle migliori, devo essere sincero... ultimamente tutti sembrano essersi messi d'accordo per creare problemi: Chantal col matrimonio, a scuola con i consigli, in famiglia... si e poi c'è Daniel, il figlio di Chantal che mi odia.- sospira tamburellando le dita sul volante.

EL: -Daniel? Perché non andate d'accordo? Solitamente lei ha la stima dei suoi allievi.- dico con un sorriso, lui mi guarda di sottecchi come se avessi detto una cosa palesemente falsa...

AV: -Beh, immagino che sapere che mi faccio sua madre lo metta in competizione... sai com'è a quell'età, si ha la convinzione di dover proteggere le persone che si amano.- sospira.

EL:-Ma lei, oh, tu non hai intenzione di ferire Chantal... non è così?- domando, lui annuisce e torna il silenzio imbarazzato dell'inizio. Scatta il verde al semaforo.

AV: -Oh, quanto taciturna oggi! Anni che non ci vediamo e non mi racconti nulla? Famiglia, amici, università?- tenta di animare la discussione e io colgo la palla al balzo.

EL: -Va tutto bene... ormai sto finendo la facoltà triennale di arte contemporanea e moderna...-

AV: -Arte? Pensavo odiassi l'arte.- commenta, gli rivolgo un sorriso.

EL: -Dipende come la si studia... comunque stavo dicendo, mi manca un esame e il tirocinio alla laurea, ma faccio gran fatica a trovare una scuola che accetti tirocinanti agli inizi di maggio.- butto lì, lui annuisce.

AV: -Si, effettivamente a fine anno è difficile trovare posto per il tirocinio... ci sono altre cose che occupano la scuola.- concorda, non so se davvero non abbia capito il mio tono e il mio sottinteso o faccia finta, fatto sta che così non arrivo da nessuna parte.

SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora