Sei troppo piccino per saperlo

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Come al solito quando dormo fuori non mi addormento prima delle tre con la consapevolezza di dovermi svegliare prima delle sette per essere puntuale da Avan. Dormo accoccolata a Liam sul divano mentre Matty occupa il pavimento sdraiato accanto a George. Mi alzo in punta di piedi, lo sveglio dato che ieri mi aveva promesso di accompagnarmi a Los Angeles, facciamo una colazione veloce e prendiamo la sua moto.
Al contrario di ieri sera, ci mettiamo meno tempo e quando arriviamo a scuola i ragazzi stanno ancora entrando nel cortile.
Matty parcheggia la moto nel posto che era solito occupare quando frequentava questo liceo, come si toglie il casco e la gente che si accorge che è Matty McKibben, il footballer che ieri ha portato alla vittoria Los Angeles contro Boston, inizia a radunarsi attorno a noi chiedendo autografi e selfie. Riesco a strisciare fuori dalla calca che circonda Matty e la sua moto ed esco dal cancello per fumarmi la mia sigaretta di routine prima di entrare a parlare con Avan.

Professor Avan Jogia❤:

Buon giorno principessa
Come stai? Meglio di ieri?

Cammino ancora se è quello
che ti stai chiedendo... 😒

Mh... non ne dubitavo
Strano vederti indossare una maglia con un unicorno...

Alzo lo sguardo, noto la Range Rover nera di Avan parcheggiata nel cortile della scuola e lui poggiato alla portiera che mi risponde. Incrociamo gli sguardi e sulle labbra di entrambi compare un sorriso intriso dei ricordi di ieri, raccoglie la sua valigetta di cuoio e, dopo un ultima occhiata, si avvia all'interno della scuola.

Professor Avan Jogia:

La maglia è di Ariana... ho passato la notte lì... non penso fosse una buona idea tornare a casa in quelle condizioni...

E cosa mi racconti del tuo amico footballer? Gli hai detto tutto?

Siamo tornati insieme...

-Hey, Elizabeth!- sollevo lo sguardo dal cellulare e incrocio gli occhi azzurri di Daniel accompagnati dal suo sorriso perfetto.

-Ciao Daniel.- rispondo bloccando il cellulare e infilandolo in tasca.

-Come stai?- finisce di girarsi con accuratezza la cicca e, soddisfatto, la infila tra le labbra tastando le tasche per trovare un accendino.

-Bene... sono solo un po' stanca.- gli passo il mio accendino e lui accende il tabacco restituendomelo.

-Beh, io mi chiedevo una cosa... è da mercoledì pomeriggio che credo che... si beh insomma, potrebbe essere una bell'idea se tu venissi al ballo di primavera di sabato con me... che ne pensi?- propone mentre le sue guance si tingono di rosso fuoco raggiungendo il colore del suo ciuffo.

-Non saprei... questo è il mio ultimo giorno e poi... non so se vada bene ad Avan cioè a Beck...-

-A Matty vorresti dire? Ho letto l'articolo di ieri... era ovvio mi dicessi di no, stupido io a chiedertelo.- borbotta con un cipiglio scuro, getta in terra la sigaretta ancora a metà e la pesta incamminandosi per entrare.
Che gli prende?
Forse ho sbagliato io a rispondergli così oppure... non saprei, infondo è solo un ballo, che cambia?

-Daniel, aspetta.- grido correndogli dietro, lui non si ferma, ma lo raggiungo e mantengo il suo passo. -Facciamo così, io non dico di no, ma neanche si... ne parli con tua madre ed Avan io chiedo a Matty e se a loro va bene mi farò trovare pronta per le 20?- lui si ferma di botto e mi lancia uno sguardo penetrante.

-Che ti importa di quello che pensano mia madre ed Avan?- chiede, io alzo le spalle.

-Sei troppo piccino per saperlo.- le parole mi escono di getto e mi accorgo solo dopo di aver copiato Avan.

-Va bene okay.- apre lo zaino e prende una penna dal suo astuccio, gli porgo la mano, mi scrive il suo numero e io faccio lo stesso.

-Davvero non c'è neanche una ragazza di questa scuola che voglia venire al ballo con te?- indago mentre entriamo nell'ampio e gremito atrio della scuola.

-Nessuna che mi interessi.- specifica lui, la campanella suona e l'orda di studenti inizia a salire le scale e disperdersi nelle varie classi.

-Dai, muoviti, vai in classe.- ordino a Daniel dirigendomi verso l'ufficio di Avan al pian terreno.
Matty mi aspetta in un angolo poggiato al muro e con le braccia incrociate al petto.

-La Winkley e la GutenMayer mi hanno chiesto l'autografo... quelle donne mi odiavano al liceo ed ora sembrano le mie più grandi fan.- commenta incredulo mentre mi avvicino.

-Oh, andiamo! La Winkley ha sempre avuto un debole per te!- esclamo alzando lo sguardo al cielo. -Mentre la GutenMayer... okay, questo non me lo spiego.-

-Ha detto che era per il figlio.- si stringe nelle spalle.

-Non sapevo avesse un figlio...-

-A quanto pare ce l'ha e mi adora a detta sua.-

-Mh, vabbè... mi aspetti qui, okay?- domando avvicinandomi alla porta con la targhetta.

-Non posso entrare con te?-

-Non serve, ci metterò poco, promesso.- sbuffo lasciandogli un bacio leggero sulla guancia, lui fa il labbruccio e io scuoto la testa bussando alla porta dell'ufficio di Avan.

-Avanti.- lancio un'ultima occhiata a Matty ed entro chiudendomi accuratamente la porta alle spalle. Lui è seduto dietro la sua scrivania intento a scrivere al computer, il suo sguardo resta fisso.

-Ciao Avan...- saluto timida accomodandomi su una delle sue poltroncine davanti a lui.

-Uh... la mia Anastasia Steele.- dice alludendo al nomignolo che mi aveva affibbiato in questo weekend, io arrossisco abbassando lo sguardo.

-Abbassi la voce signor Gray...- mormoro, lui si alza dalla sua sedia, fa il giro del tavolo e si appoggia alla scrivania proprio davanti a me incrociando le braccia al petto.

-Di un po' Ana, c'è il tuo fidanzato qui fuori, non è così?- domanda con un sorrisetto sulle labbra.

-Si, si è proposto di accompagnarmi.- rispondo, il suo sguardo si incupisce.

-La grande stella del football... cos'ha detto quando ha visto che non riuscivi neanche a camminare?- chiede con un ghigno.

-Non ha detto niente, non deve saperlo. Avevamo detto che questa cosa doveva finire qui, e così sarà.- ribatto dura, tutto il mio corpo e la mia mente si oppone a questo.

-Si certo, eccoti il tuo certificato, Anastasia.- prende dalla scrivania un pacco di fogli e me li porge, li scorro velocemente con lo sguardo e poi li infilo nella borsa.

-Ti ringrazio Avan... grazie di tutto, davvero.-

-Grazie a te, Elizabeth.- ripete con un largo sorriso passandosi una mano tra i capelli e sistemandosi successivamente il nodo della cravatta, quella stessa cravatta che ieri mi legava i polsi alle sbarre del letto. Mi mordo il labbro inferiore desiderando solo e nuovamente il suo corpo sul mio.

-Bene, allora io... vado.- mi alzo dalla mia poltroncina e raccolgo la borsa caricandola su una spalla. -Addio Avan.-

-Non è ancora un addio, spero di vederti al ballo di primavera questo sabato, in qualità di tirocinante sei tenuta a parteciparvi... mi piacerebbe chiederti un ballo e chi sa, magari qualcosa di più.-

-Magari...- sussurro, mi ci vuole tutto il mio autocontrollo per restare composta e lasciare il suo ufficio.

SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora