Mi metti ansia così...

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Alzo la testa dal libro ancora aperto sulla scrivania... ieri devo essermi addormentata mentre studiavo.
Un raggio di sole entra dalla finestra e riflette sul mio viso la sua luce, annunciando una bellissima giornata con un cielo azzurro terso, e la trovo una cosa dannatamente fastidiosa appena sveglia.
Allungo la mano verso il cellulare che squilla vibrando sulla scrivania sopra il quaderno, rispondo senza riconoscere il numero mezza intontita dal sonno.

-Mh... pronto.- grugnisco chiudendo gli occhi e abbandonando la testa sul braccio.

-Elizabeth? Ti sei appena svegliata? Io sono sotto casa tua... sai che ora è?!?- risponde seccata la voce di Beck dall'altra parte del telefono, con lo sguardo cerco un orologio, ma lui continua rivelando il tardo orario: -È mezzogiorno e mezzo! Siamo in stra ritardo!- continua urlando, io stacco il telefono dall'orecchio e mi sporgo oltre la finestra: Beck è in strada a cavallo della sua moto e col casco poggiato davanti, parla svelto al telefono.

-Si tranquillo, ora scendo.- lo interrompo con uno sbadiglio, chiudo la chiamata prima che lui possa rispondere qualcosa; sbuffo e stiracchiandomi esco dalla camera diretta in bagno... so di essere in ritardo, ma infondo è Beck!
Trucco, capelli e scelta del vestito richiedono magicamente meno tempo del solito: riesco a non spalmare il mascara su tutta la palpebra come invece faccio di solito, i capelli hanno una piega quantomeno decente e beh, indosso una maglia con il pizzo trasparente sulla schiena e i miei amati skinny con gli strappi. Il cellulare vibra nuovamente proprio mentre prendo la giacca e scendo le scale di corsa.

-Sono venti minuti che ti sto fottutamente aspettando! Quanto ti ci vuole ancora?!? Mia madre ha detto che son già tutti seduti a tavola che ci aspettano.- ruggisce Beck, allontano il telefono dall'orecchio infastidita; mi son svegliata solo venti minuti da e ho dovuto fare le cose di corsa, tutto solo per fargli un favore con questo pranzo. Mi fermo sul tavolino in entrata a scrivere a mia madre:

Son da Beck per il pranzo, poi vado diretta alla partita di Matty con Janette e Nathan.
Penso di cenare fuori.
Non aspettarmi sveglia
XXX Elizabeth

Lo piego e lo sistemo sotto la base del telefono, prendo il cellulare dal quale ancora si sente la voce irritata di Beck.

-Datti una calmata principessa.- borbotto chiudendomi la porta di casa alle spalle, lui alza lo sguardo su di me e gli rivolgo uno dei miei sorrisi migliori che sembra addolcirlo.

-Bene... sali.- risponde con un cenno della testa alla parte di sella dietro di lui, io obbedisco e prendo il casco che mi porge indossandolo. Mette in moto e fa ruggire il motore attendendo che la strada si liberi dalla pandina di passaggio, poi parte sgommando sull'asfalto a tutta velocità. Abbasso la visiera e mi stringo ai suoi fianchi per non essere sballata indietro dall'aria.

-Beck, esattamente cosa si aspetta da me la tua famiglia? E poi non pensi che i tuoi mi riconosceranno?- grido per sovrastare il rombo dell'attrito dell'aria dopo qualche minuto di strada.

-Non preoccuparti, i miei non sanno chi è la mia ragazza. Mi hanno chiesto di portarla oggi, ma niente di più. In effetti penso sarà una sorpresa per tutti loro. Comunque se ci chiedono come ci siamo conosciuti o cose simili lascia fare a me!- urla in risposta.
Non mi fa stare più tranquilla, anzi.
L'idea che i genitori di Beck possano credere che io e lui stiamo davvero insieme non mi piace troppo... se Matty lo venisse a sapere sarei morta.

Dopo un paio di semafori passati rossi e qualche incrocio tagliato di netto Beck ferma la moto davanti il cancello della villa, scendo dalla sella e mi passa le chiavi. La grata di ferro gira sui cardini scricchiolanti e la moto di Beck con un accelerata entra parcheggiandosi più avanti, chiudo.

SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora