Mi sveglio l'ultima mattina e subito mi accorgo che siamo in ritardo; la camera è ancora cosparsa dei nostri vesti ed effetti personali, il regalo di Avan per Chantal giace sul pavimento mezzo accartocciato, i cellulari sono entrambi scarichi buttati sulla scrivania e beh, noi siamo entrambi nudi. Abbasso lo sguardo e subito la mia giornata migliora. La vista di Avan che dorme con il viso sul mio seno è qualcosa di stupendo. Istintivamente inizio ad accarezzargli i capelli mentre la mia mente ripercorre l'ultima settimana, so che mi ripeto ma QUESTA è stata la più bella della mia vita.
Poter stare con Avan senza sentirmi in colpa per Matty è stato stupendo.
Per di più ora che abbiamo scoperto che sono incinta lui è sempre dolcissimo e pieno di attenzioni... capisco come mai Chantal ne è così innamorata e lo chiama ogni mattina e ogni sera, se la tratta bene anche solo la metà di come fa con me è ovvio che non lo lascerà mai. Sospiro.
Ora che io ho lasciato Matty mi aspetto che Avan molli Chantal ma le cose sembrano più complicate del previsto e probabilmente non accadrà molto presto. Ma a me va bene lo stesso, più o meno. Son felice di non essere io la stronza a fare le corna.Avan borbotta qualcosa nel sonno.
Dovrei svegliarlo, siamo e saremo in ritardo, ma se penso che da domani non potrò più godere di questa vista mi dico che se anche perdessimo l'aereo e restassimo qui non sarebbe male. Io ed Avan per sempre insieme.
Alla fine mi decido e gli scuoto una spalla svegliandolo. Lui con difficoltà apre gli occhi e mi sorride. Penso anche a lui non dispiaccia questo risveglio.Nonostante il grande ritardo ci attardiamo a letto, infondo è l'ultima volta.
La nostra incapacità di essere in orario e prenderci per tempo ci porta a fare tutto di corsa, spingiamo e stipiamo le nostre cose in valigie e zaini che chiuderle richiede uno sforzo sovraumano, ma almeno in una mezz'oretta siamo giù con tutte le nostre cose a fare colazione con i miei nonni un'ultima volta.
Siamo pronti in ingresso quando il cellulare di Avan squilla, alza lo sguardo al cielo... Chantal. Così mentre lui risponde e rassicura la sua promessa sposa io salgo un'ultima volta a controllare se in camera c'è altro di nostro. Apro le ante degli armadi e i cassetti, niente. Sto quasi per uscire quando noto una delle cravatte di Avan che è caduta dietro il comodino, con un sorrisino ricordando di quella notte, mi chino a raccoglierla e noto dietro il mazzo di chiavi che mi avevano dato all'inizio della vacanza i miei nonni.
Me ne ero scordata.
Le rigiro tra le dita.
Ora che le ho trovate voglio tornare alla mia vecchia casa prima di partire, ma farlo vorrebbe dire perdere il volo. Le infilo in tasca, io devo tornarci.Convincere Avan ad accompagnarmi non è così difficile; fa una chiamata in aereoporto per far cambiare la data ai nostri biglietti e in poco tempo gli arriva la mail nuova... prendendo questo volo dovremo fare scalo a Parigi per questa notte. L'idea di allungare la mia vacanza con Avan non mi dispiace.
Prendiamo un taxi e in una mezz'oretta arriviamo davanti a quella che anni fa era casa mia.
Col cuore a mille giro faccio scattare la serratura del cancelletto, non sono minimamente preparata a ciò che mi spetta dentro.L'erba e le aiuole curate di un tempo hanno lasciato posto a erbacce, edera e rampicanti. Dove c'era la mia altalena ora sta dondolante una corda spezzata. La casa sembra intatta, ma anche lì il tempo ha lasciato la sua impronta sui vetri sudici e sulle scalette dalle mattonelle spaccate.
So che è normale dopo 14 anni in cui nessuno se mai curato di sistemarla, ma vedere la casa in cui ho passato la maggior parte dei miei momenti felici ridotta così mi fa male.
Avan mi stringe la mano nella sua dandomi la forza per far girare la chiave ed aprire il portone.
Dentro è tutto migliore.
Solo lo strato di polvere che copre i pavimenti fa sentire il tempo passato, altrimenti potrebbe essere ieri che sfrecciavo ridendo tra questi corridoi inseguita da mio padre.Guido Avan in un breve tour della casa, lui mi sorride dandomi la sicurezza e il coraggio di mostrargli il resto. Tengo la mia cameretta per ultima e quando lo faccio entrare le mie guance si tingono di rosso e cominciano a bruciare.
Lui ridacchia guardandosi attorno.-Non sapevo ti piacessero gli unicorni.- osserva sfiorando l'impolverato Gegia, il peluche a forma di unicorno da cui non mi separavo mai quand'ero piccola. Mi guardo attorno... me la ricordavo un po' meno rosa questa camera.
-Beh, non hai mai avuto un peluche? Che vita triste dottor Jogia.- lo provoco raccogliendo Gegia e infilandolo in zaino, lui torna a guardarsi attorno. Ci sono diversi poster di cartoni animati alle pareti rosa, qualche peluche in terra e una montagna intera ai piedi del letto, le mensole della libreria si piegano sotto il peso dei miei libri preferiti della buona notte, le lenzuola con le principesse disney sono perfettamente tirate. Mentre Avan scorre i libri nella mia libreria io apro l'armadio... gran parte dei miei vestiti di quando avevo nove anni rimasero qui, è strano trovarli ora. Prendo una delle maglie, una rosa con un orsetto sopra e mi sposto davanti allo specchio, la poso davanti... così piccola.
-Ma dai... Harry Potter anche tu?- commenta con un sorriso tirando fuori dalla mensola il primo libro, mi volto a guardarlo mentre lo sfoglia.
-Si, mio padre amava leggere per farmi dormire... Harry Potter era il nostro libro preferito, ci son praticamente cresciuta.- ricordo con un sorriso raggiungendolo. -Piace anche a te?-
-Oh, andiamo, vuoi scherzare? Anche io sono cresciuto con Harry Potter! Quando è uscito il primo avevo quattordici anni, è la mia adolescenza!- esclama, gli poso il mento sulla spalla guardando il libro mentre lo sfoglia.
-Sarebbe banale?- chiedo con un sussurro, scuote la testa e si gira mettendoci faccia a faccia.
-After all this time?- mormora spostandomi un ciuffo dietro l'orecchio, poso le mani sulle sue spalle e appoggio la fronte alla sua.
-Always.- concludo in un sussurro prima di baciarlo.
Restiamo un paio d'ore lì a sfogliare i libri del nostro passato stesi sul letto.
Poi ci accorgiamo che è tardi e che tra tre ore parte il nostro aereo. Ci afrettiamo a chiamare un taxi e in un'ora arriviamo in aereoporto. Check-in e imbarco richiedono più del previsto e ci ritroviamo a correre per arrivare in tempo al gate.
Alla fine saliamo in aereo giusto in tempo, come all'andata durante il decollo e l'atterraggio stringo la mano di Avan tentando di mantenere la calma. È straordinario il potere che ha di farmi stare calma in ogni occasione.
All'aereoporto di Parigi raccogliamo i nostri bagagli e a piedi arriviamo al nostro hotel per questa notte, ci danno una camera all'ultimo piano con vista sulla Torre Eiffel e finalmente ci sistemiamo sul letto.Avan sonnecchia al mio fianco mentre io guardo la TV senza capire molto di quello che dicono. In realtà il mio cervello stà elaborando tutte le emozioni della giornata appena trascorsa.
Stanca morta sto per cedere anch'io al sonno quando il vecchio e spesso schermo trasmette l'immagine di una donna bionda, alta e snella con profondi occhi azzurri e un sorriso familiare. Quasi mi strozzo nel riconoscere Chantal in quella donna.
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SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden love
FanfictionDopo sei anni la vita di Elizabeth è totalmente cambiata... frequenta l'università con voti soddisfacenti (grazie alle brevi lezioncine del suo migliore amico Liam), ha un fidanzato che ama, una compagnia vivace di amici e la serenità di chi ha una...