A mia madre non dico niente della mia fuga d'addio con Avan. Tanto mi direbbe di no e mi costringerebbe a restare a casa. Tanto più che questo sabato Matt torna a casa dopo il semestre al college, si, la scelta più saggia è non dirle nulla.
Il giovedì mattina vado a scuola, ma Avan sembra tenersi distante da me. Probabilmente ha già iniziato a mettersi nell'ordine d'idee che non ci vedremo più dopo questa fuga romantica. Anche se di romantico penso ci sarà ben poco. Penso sarà più che altro un weekend all'insegna del sesso, e ciò viene confermato quando nel pomeriggio gli scrivo per chiedergli cosa mettere in valigia e lui mi risponde "Non penso avremo bisogno di una valigia". Mi preparo a passare il weekend in intimo/nuda.
Liam viene in mio soccorso la sera, restiamo alzati fino a tardi a chiacchierare. Ma c'è qualcosa di strano... lui è strano. Lo sorprendo più volte assente alla conversazione, intento a fissarmi con un'espressione strana. Mi dice che ha chiesto a suo cugino psicologo il significato del mio sogno, che tra l'altro mi ha svegliata anche questa mattina, e che gli ha detto che potrebbero essere o i sensi di colpa per una situazione non molto chiara oppure la manifestazione di una situazione passata che si è conclusa malamente dalla quale non riesco a fuggire. Potrebbero essere entrambe.Il venerdì mattina stare a scuola è una tortura unica, passo per i corridoi e sembra Avan lo faccia apposta ad incontrarmi in ogni angolo. Le ore sembrano non passare mai. Sembra di essere tornata studentessa quando davvero la scuola era una tortura.
Finalmente l'ultima campanella.
Finalmente incontro Avan alla sua macchina e questa volta mi sorride.-Allora? Un po' di tempo da soli?- sorride aprendo la macchina con un bagliore dei fari.
-Solo un pochino... mi stupisco che Chantal ti lasci partire da solo con me.- commento salendo al posto del passeggero, il suo viso
si rabbuia.-Non le ho detto con chi andavo, le ho detto che c'era un corso e basta.- ovvio, scema io a pensare altre cose. Ma non mi lascerò rovinare gli ultimi giorni con l'uomo che amo da lei. -E tu? Che hai detto a tua madre?- mi mordicchio il labbro inferiore.
-Non gliel'ho detto... non mi avrebbe lasciata partire!- mi giustifico, lui torna a sorridere.
-Vorrà dire che le spiegherò io come mai sei scappata di casa in questi due giorni.- sbuffa mettendo in moto l'auto.
-Ma si, certo: scusi signora Bennett, ho portato sua figlia, con la quale già scopavo quando sei anni fa ero un suo professore, per tre giorni in un qualche posto perché mi piace ancora e quindi volevo scoparla l'ultima volta... le dispiace?- gli faccio il verso, lui mi lancia un'occhiata bieca che nasconde un sorrisino.
-Hai scordato la parte in cui mi sposo.- ridacchia, io alzo lo sguardo al cielo ma sorrido. -E quella in cui non mi piaci ma ti amo.- aggiunge spostando la sua mano dal cambio alla mia coscia.
-Mi ami? Sai cosa vuol dire questa parola, vero?- mormoro io, a volte capita di chiamare amore quella che in realtà è solo attrazione fisica.
-Si, non lo avevo mai provato prima, come potrei mai confondermi?- io mi limito ad abbassare lo sguardo e a posare la mano sulla sua. Imbocca l'autostrada e mi accorgo solo ora di essermi affidata a lui senza sapere dove saremmo andati.
-Dove mi stai portando, Avan?- domando leggendo il cartello "San Diego" passarci sopra. Lui mi lancia un occhiata con un sorrisino.
-Brava, mi hai ricordato che devo bendarti quando...- lo fa apposta a lasciare la frase in sospeso.
-Dai, dimmi dove andiamo...- mi lamento, lui scuote la testa.
-Sei troppo piccina per saperlo.- risponde con lo stesso sorrisino, gli tiro un pugno leggero sul braccio.
-Fanculo Avan.- borbotto fingendomi imbronciata, ma resisto gran poco e scoppiamo entrambi a ridere.
-Io dico davvero, poi ti bendo.- ripete tirando fuori una bandana rossa dalla tasca del sedile e posandola sul cruscotto. Mi limito a sospirare.
La bandana comunque serve a gran poco perché, tra la tensione degli ultimi due giorni e le poche ore dormite sta notte, mi addormento dopo un'ora e mezza di viaggio.
Questa volta il sogno è diverso.
Non sanguino, non sono prigioniera."Sono all'altare con un magnifico vestito di seta bianca, il velo mi copre il volto, ma non mi è difficile riconoscere il mio sposo, è Avan, magnifico con il suo smoking nero. Tutto va per il meglio: c'è la mia famiglia, i miei amici, c'è anche Matty seduto nel mio banco dei testimoni.
Solo quando è il momento del fatidico "si" succede qualcosa di strano, di orribile. Il cielo si scurisce in pochi secondi e un lampo squarcia l'aria. Inizia a diluviare, ma non è acqua. È sangue denso e appiccicoso che ci ricopre. Guardo il mio candido vestito macchiarsi di rosso. Cerco lo sguardo di Avan per tentare di dare una spiegazione a tutto questo ma nulla ha senso.Nulla ha senso fin quando dal fondo del sentierino che porta al padiglione dove c'è l'altare compare una donna, dai lunghi capelli biondi e gli occhi completamente neri. È al capo di una specie di esercito fatto di bambini, ma sono malformati e deformi. Avanzano divorando e uccidendo i miei amici. La donna prende Avan e gli squarcia la gola con i denti mostrandomi le zanne insanguinate."
Mi sveglio con il fiato corto, non son più seduta in auto, ma distesa su di un letto dalle lenzuola color crema macchiato qui e lì da petali di rose rosse. Mi alzo a sedere posando la schiena sulla testiera cercando di calmarmi dal mio incubo e capire dove sono. Dalla finestra filtra la luce del sole ancora alto nel cielo. Volto lo sguardo alla mia destra e noto sul comodino un cartoncino scritto in oro con una rosa rossa posata sopra. Avvicino il fiore alle labbra mentre leggo il contenuto del bigliettino.
Ti aspetto nella
terza camera a destra.
Spero sia di tuo gradimento
A.J.Ancora un po' scossa per l'incubo seguo le indicazioni del foglietto e raggiungo Avan nella camera indicata.
Di sfuggita guardo il mio riflesso dallo specchio del corridoio e vorrei avere il tempo per sistemarmi: coda sfatta, trucco in parte colato con effetto occhiaia e le calze bucate sulla coscia.-Fantastico...- borbotto ripensando a quanto Avan sia invece perfetto ogni istante della sua vita. Tento quanto meno di rendermi presentabile leccando l'indice e strofinando le occhiaie. Sciolgo i capelli e li pettino alla benemeglio con le dita. Quando mi reputo decente lascio lo specchio ed apro la porta della camera indicata da Avan.
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SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden love
FanfictionDopo sei anni la vita di Elizabeth è totalmente cambiata... frequenta l'università con voti soddisfacenti (grazie alle brevi lezioncine del suo migliore amico Liam), ha un fidanzato che ama, una compagnia vivace di amici e la serenità di chi ha una...