Cristo Santo, Liam!

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-Liam...- piagnucolo accoccolandomi al suo fianco sul divano di casa sua con i biscotti al cioccolato in mano. -Che vita di merda.-

-Mh... ah, che cosa succede Lizzy?- sbuffa circondandomi le spalle con un braccio e rubandomi una manciata di biscotti.

-Come faccio a lasciarlo andare?- mi lamento, lui alza gli occhi al cielo e ingoia il biscotto prima di parlare.

-Prova a dargli un calzino e dirgli che è un uomo libero.- dice abbassando lo sguardo su di me.

-Non essere stupido, io lo amo davvero e domani è l'ultimo giorno che lo vedrò.-  mi lagno, lui prende un biscotto e me lo ficca con poca grazia in bocca costringendomi a stare zitta.

-È per questo che ieri gli hai dato il culo?- borbotta, io lo guardo truce e gli tiro un pugno sul braccio.

-Sei uno stronzo. È stato il più bel weekend della mia vita.- ripeto per la decima volta nel giro di dieci minuti.
Le immagini di questo weekend d'amore sono inchiostro indelebile nella mia mente.

Non è stato solo sesso, c'era molto di più, e anche se ora il mio fondoschiena ne risente lo rifarei un milione di volte con lui.

Il sabato mattina, dopo una folle notte di coccole, siamo usciti a fare un giro in barca ed è stato stupendo, a parte il fatto che abbiamo perso un remo in acqua e non sapevamo più come tornare alla riva.
Pranzo intimo ad un ristorante di pesce lungo la costa e passeggiata pomeridiana sul lungomare.
Tornati a casa abbiamo cucinato assieme, mangiato in riva alla nostra piscina privata e parlato, parlato tanto. Lui non ha mai accennato al fatto che dal giorno dopo non ci saremmo più rivisti, ma la cosa era palpabile nell'aria. Finita la cena tra una risata e l'altra ci siamo fatti una nuotata nudi ed ovviamente la cosa è stata il pretesto per coccolarci ancora un po'.

-Elizabeth, come sarà la mia vita senza di te?- ha mormorato Avan stringendomi in un abbraccio e lascianomi un bacio sulla fronte.

-Immagino che tornerà ad essere la stessa di questi sei anni.- ho risposto circondando il suo bacino con le gambe.

-Ma prima non sapevo che saremmo potuti tornare ad essere un noi, ora son ben consapevole che l'unica cosa a separarci è Chantal e la odio.-

-Chantal ha la tua bambina in grembo.- gli ho ricordato, il suo sguardo si è fatto buio.

-Io un figlio voglio averlo da te.- ecco, questa frase è stata un coltello piantato in pieno petto e girato più volte. Chi sa come sarebbero state le cose se invece di lasciarlo per la storia di Victoria avessi deciso di passarci sopra e di tenerlo come mio.

-Avan... non dirlo, ti prego.- ho bisbigliato, i suoi occhi son tornati dolci e luminosi mentre le sue labbra si son premute sulle mie.

-Ti amo così tanto Elizabeth.-

-Avan, fammi tua... solo tua.- ho sussurrato al suo orecchio spostando le sue mani sul mio culo, un espressione corrucciata ha solcato il suo viso.

-Io non so se...- ha iniziato lui, gli ho tappato la bocca con l'indice.

-Avan, io voglio farlo, con te.- il suo sguardo si è fatto un po' più sicuro.

Ci siamo spostati in camera da letto e dopo parecchi preliminari è successo.
Anche per lui era la prima volta.
Mi ha preso dolcemente e posata a gattoni sul letto.
Mai avevo provato tanto dolore.
Neppure quando a 16 anni persi la verginità con Matty a villa McKibben... o forse non me ne ricordo perché ero ubriaca fradicia.
Siamo stati poi alzati fino alle quattro del mattino e abbiamo visto sorgere l'alba dalla megafinestra della nostra camera, poi stanchi morti ci siamo addormentati abbracciati.

La sveglia è stata, stranamente, il cellulare di Avan scosso da una chiamata di Chantal. Così è finita la nostra magnifica fuga romantica.
Fatti gli zaini siamo partiti e un paio di ore dopo eravamo a casa.
Mi son fatta portare da Liam perché dopo le trentatre chiamate di mia madre ho un po' paura a tornare a casa. E poi c'è anche Matt. Matt e il suo strepitoso e prestigioso college, altro che la mia università pubblica.

-Comunque  miss "il più bel weekend della mia vita" hai pensato al fatto che dovrai tornare a casa prima o poi? Che dirai alla tua mamy?- indaga prendendo un'altra manciata di biscotti. Sicuramente dire la verità a mia madre è un'opzione impensabile.

-Boh, le dirò che son stata da Matty nel weekend perché aveva casa libera.- rispondo alzando le spalle.

-A proposito di Matty...- si alza dal divano muovendomi dalla mia posizione ideale il che mi provoca una fitta all'osso sacro.

-Cristo Santo, Liam!- impreco portando la mano a massaggiarmi il culo, lui torna qualche istante dopo con un articolo di giornale piegato.

-Cosa pensi di fare con Matty ora che tutti sanno chi è la signorina McKibben?- domanda spiegando il foglio, lo appiana sulle ginocchia e me lo mette in grembo affinché io lo legga. La foto mia e di Matty scattata dall'omino pelato il giorno dell'intervista occupa gran parte della pagina e accanto c'è un articolo dettagliato sulla nostra storia d'amore. Ora non ho voglia di leggere queste stronzate. Lo ripiego e lo infilo nella tasca posteriore il che mi provoca altro dolore.

-Non credo che la gente si aspetti qualcosa da me.- confesso cercando di tornare alla mia posizione comoda.

-Elizabeth, ora tutti sanno di voi. Se prima la gente era convinta che Matty fosse un playboy e non badava molto alle attenzioni che ti rivolgeva durante le partite perché ti confondevano tra i tifosi, ora la gente sa di voi... si aspetta baci alla fine delle partite e cose del genere.- mi mordicchio il labbro inferiore.

-Che dovrei fare secondo la tua idea? A Matty voglio un bene dell'anima, ma ora che ho trovato Avan le cose non potranno essere le stesse e poi... ahi!- gemo sfilando il cellulare dalla tasca e massaggiandomi l'osso sacro. È George. -Dimmi Geo.-

-Stiamo andando al KaraokeBumBum, vieni?- domanda senza troppi giri di parole.

-Io... non lo so è che non sono ancora pronta per uscire e poi non mi sento tanto bene.- mento massaggiandomi il sedere.

-Non ti fa bene stare chiusa in casa dopo una rottura del genere, se vuoi ne parliamo. Dove sei?- domanda, io sbuffo alzando gli occhi al cielo.

-George, non è questione di parlarne è che...-

-Dai, non fare la suora! Birretta al KaraokeBumBum e ti riporto a casal. Ti fa bene uscire e poi si sa, l'alcool è il migliore collante per i cuori infranti.- esclama, in sottofondo si sente la voce di Janette dire qualcosa.

-Non ho il cuore infranto, sto benissimo!- sbuffo annoiata.

-Ecco, tipico di voi donne, non ammettete mai il vostro dolore. E comunque siam sotto casa di Liam, scendi.- borbotta chiudendo la chiamata senza aspettare una risposta.

-Dai idiota, smettila di ridere ed aiutami ad alzarmi.- sbuffo tirandogli una pacca sulla spalla.

-Pensi che il tuo culo possa reggere, Lizzy?- ridacchia Liam alzandomi dal divano, che palle.

SEQUEL: Skinny jeans, health cigarettes, forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora