|capitolo dieci.|

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Non capivo il perché, ma ero sempre e costantemente in ritardo a tutti gli appuntamenti e impegni della mia vita.
Era strano.
Nonostante mettessi sveglie a manetta e iniziassi a prepararmi almeno un'ora prima, arrivavo comunque in ritardo o puntuale per un pelo.
Era la routine di tutti gli anni e di tutte le volte che dovevo prendere l'Hogwarts Express.

Erano le undici in punto quando salii sul treno.
Le porte si chiusero alle mie spalle e il convoglio partì, sballottandomi un po'.
Il corridoio era deserto, ma era naturale: tutti erano già nei loro fantastici e caldi scompartimenti ed io ero l'unica stupida come un Troll che era lì, in piedi, imbambolata a pensare ad asticelli volanti.

Iniziai a trascinare il baule e la gabbia di Light e a camminare per il primo vagone.
Tutti gli scompartimenti erano occupate da persone che non conoscevo o che non volevo conoscere.
Andai avanti, al vagone successivo.
Era meno chiassoso di quello prima e potevo distinguere nitidamente delle voci dal vagone più vicino a me, ma non riuscii a riconoscerle.
Ad un certo punto, il treno sterzò bruscamente, io persi l'equilibrio e, dopo una serie di sballottamenti, caddi a terra facendo un tonfo terribile.
Il baule mi schiacciava un polpaccio.

La porta di uno scompartimento si aprì, ma io non riuscii a vedere chi si affacciava. Ero troppo schiacciata a terra per alzare la testa.
"Sei caduta, Fudge?"
Quella dannata voce.
Non mi parlava direttamente da anni, ma si ripeteva come un disco registrato nella mia mente.
"Ma no, Malfoy. Mentre il treno girava in modo così dolce, ho improvvisamente trovato tenera e carina la moquette e ho voluto abbracciarla. Il mio baule mi ha seguita."
Sogghignò. Rise, ero pronta a scommettere tutti i miei galeoni. Ne ero sicura e soddisfatta.
"Vuoi una mano?" Chiese, cambiando bruscamente tono e facendo prendere alla sua voce una sfumatura impacciata.
"No, sto bene qui." Sbuffai.

Uno, due, tre, quattro, cinque passi.
Una mano che si intrecciava alla mia, una presa salda e una forza che mi tirava verso l'alto.
Mi alzai in piedi e mi trovai faccia a faccia (o meglio, faccia a mento) con Draco Lucius Malfoy.
"Hai la mano fredda." Fece lui, districandola bruscamente dalla sua.
"Chi ha le mani fredde ha semplicemente bisogno di qualcuno che gliele scaldi." Feci io, citando un libro che avevo letto in biblioteca l'anno prima.
"Per Salazar, non dirmi che leggi quel genere di libri!"
"Chi lo sa." Sorrisi, beffarda.
"Beh, dovresti leggere dei libri migliori."
"Allora consigliamene qualcuno."
"Ah... Ehm... Io..."
"Tu non leggi." Sentenziai.
"Già."

Eravamo ancora uno di fronte all'altro, in silenzio.
Io non avevo intenzione di andarmene e lui, da quanto riuscivo a cogliere, nemmeno.
Stavamo lì, impietriti, a scrutarci e a vedere che cosa ci eravamo persi l'uno dell'altra in quei cinque anni.
"Hai trovato uno scompartimento libero?" Fece lui, ad un tratto.
"No."
"E hai già trovato la tua combriccola insulsa di amici?"
"No." Sbuffai.
'Combriccola insulsa' poteva risparmiarselo tantissimo.
"Quindi non hai bisogno di uno scompartimento."
"No."
"Wow, Fudge, il tuo dizionario molto ricco di vocaboli mi stupisce."
Avrei dovuto rimanere imbronciata, rispondere a tono o roba simile, ma sorrisi.
E lui piegò le due estremità delle labbra in su.
"Prendo questa roba per un sorriso." E lo imitai.
Lui sorrise, di nuovo, ma decentemente.

"Beh, penso che la nostra conversazione sia finita, Malfoy."
"Già, sarà passato un quarto d'ora."
"Già." Feci io.
"Già." Echeggiò lui.
"Ci vediamo non so quando, Malfoy."
"Facciamo che ci vediamo dopo, Fudge?"
"Ci vediamo dopo."
"Già. Dopo." Si ripeté ed entrò di nuovo nel suo scompartimento.
Mi avviai per cercare Eleanor e gli altri nel vagone successivo, sperando di trovarli prima dell'arrivo ad Hogwarts.

Quella conversazione fu strana.
Non dovevo sbilanciarmi. Potevo solo essere davvero stupida se avessi permesso a quel biondo di ripiombare nella mia vita.
E poi, i miei amici lo odiavano, e ci credevo. Malfoy aveva dato così tanto fastidio a Harry e gli altri negli anni precedenti. E sapevo che avrebbe continuato.
Era una persona cattiva con gli altri, prendeva in giro tutti e sapevo che, se avesse voluto, avrebbe reso un inferno anche la mia vita.
Il punto è che lui non voleva.
Lui aveva scelto di non umiliarmi. E gliene ero grata.
Nonostante il muro tra noi, aveva fatto delle scelte. Scelte che riguardavano anche me.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora