"Ti ho portato Erbologia."
Ero al tavolo dei Serpeverde e non potevo proprio stare lì. E no, non era per un fatto di rivalità tra le Case.
Più che altro era una questione mia. Si portavano tutti alle spalle il fatto che io non volevo essere una di loro.
Di conseguenza, prima sbrigavo le mie faccende, meno probabilità avevo di essere schiantata e messa al tappeto per divertimento."Ah, Angel. Grazie." Sorrise il biondo.
Le mie speranze crollarono tutte, riducendosi in pezzi minuscoli.
Avevo aspettato apposta il pranzo, proprio per dargli il tempo di leggere il biglietto nel libro e di ricordarsi della frase di riconoscimento.
Draco non era l'anonimo del libro.
Mi sentii vuota. Durante la notte mi ero riempita di speranze, avevo già immaginato la conversazione perfetta, le frasi d'effetto.
Invece niente."Di nulla. Vado." E mi voltai.
Con l'agilità di un ghepardo, il Serpeverde mi afferrò per un polso.
"Devi venire con me un momento, Angel."
Lo seguii fuori dalla Sala Grande, salimmo una rampa di scale e continuammo ad andare avanti.
Sul petto, accanto alla spilla da prefetto, aveva un'altra coccarda a me totalmente sconosciuta.
Sopra, a caratteri rosa su sfondo dorato, c'erano incise le lettere S.I.
Mentre cercavo di ricordarmi dove avevo già visto quello stemma, non mi accorsi che Draco si era fermato e ci andai a sbattere contro."Scusami." Farfugliai mentre mi guardavo intorno.
Eravamo davanti all'aula di Difesa contro le Arti Oscure e stavamo aspettando in fila dietro un ragazzo Corvonero del secondo anno.
"Non ho Difesa contro le Arti Oscure, adesso. L'abbiamo insieme domani."
Il ragazzino entrò nell'ufficio della professoressa.
"Lo so."
"E allora che ci facciamo qui?"
"La professoressa Umbridge vuole parlarti."
"Che ho fatto adesso?" Chiesi, spazientita. Era la terza volta che quella donna mi chiamava nel suo ufficio.
"Spero niente." Borbottò lui.Quando arrivò il mio turno di essere interrogata, Draco mi affiancò e non se ne andò nemmeno per un momento dalla stanza. Probabilmente doveva interrogare anche lui.
Prima di entrare, mi aveva sussurrato all'orecchio di non bere o mangiare assolutamente niente.
Immaginavo che quella megera avrebbe fatto di tutto per ottenere le informazioni che voleva. Ma aveva trovato un grosso ostacolo davanti."Ehm ehm, signorina Fudge, gradisce un po' di tè?"
Quanto odiavo quella tosse e quella voce. Volevo strangolarla.
"No, grazie, professoressa. Ho appena finito di pranzare."
"Oh, allora gradirai questi biscottini." E mi porse un piatto, rigorosamente rosa.
"Credo di aver mangiato troppa torta alla melassa. Sono a posto. Grazie comunque per il pensiero, professoressa Umbridge." Cercai di sorridere e di mettere da parte il mio istinto omicida.
"Susu, non vuoi mica che il tè si raffreddi..."
Guardai Draco, che annuì.
Presi la tazzina e la avvicinai alla bocca, facendo finta di bere un grande sorso della bevanda."Draco, vedo che hai un'influenza positiva sulla signorina Fudge. Sono felice di averti nella mia Squadra d'Inquisizione."
Ecco la coccarda.
Ecco perché lui non veniva interrogato.
Gli rivolsi un'occhiata infuriata. Non poteva proprio collaborare con la Umbridge, con quelli del Ministero.
Sapeva quanto io combattevo contro mio nonno per farlo ragionare.
E lui, invece che sostenermi, mi veniva contro?"Allora, signorina, lei frequenta Potter, giusto?"
"Sì, signora."
"E sai dove va quando sparisce per ore?"
Non le avrei mai parlato dell'Esercito di Silente, se era quello che voleva sentire.
"Di solito va da Hagrid a prendere una tazza di tè, oppure si allena a Quidditch, o semplicemente stiamo tutti insieme nella nostra Sala Comune."
"Niente riunioni di alunni senza permesso?"
"Assolutamente no, signora.""Bevi un altro po' di tè, cara."
Feci finta di buttar giù un altro sorso.
"Tuo nonno non vorrebbe mai che dicessi bugie a me e al Ministero. E so che ne dici tante."
"Gli unici che mentono, qui, siete voi e la Gazzetta del Profeta. State tenendo all'oscuro delle persone che vanno informate! Il Signore Oscuro tornerà e dobbiamo evitare altre morti come quella di Cedric Diggory!"
Il ricordo di quel ragazzo mi fece salire un groppo in gola.
"Credi davvero a quello stupido ragazzino?"
"Penso si sia capito.""Non puoi mancarmi di rispetto, signorina." La Umbridge tirò fuori la sua orribile bacchetta.
"Voglio sapere cosa fa Potter."
"Gliel'ho già detto." E feci finta di bere dell'altro tè.
C'era del Veritaserum lì dentro, lo sapevo, e vedere la professoressa confusa non faceva che aizzare ancora di più la voglia di mettere un punto alla sua permanenza nella mia scuola."Dirò a tuo nonno che tu, signorina, e la tua scuola siete cadute in basso."
"Lei ci sta facendo cadere in basso. Se ne vada. Magari alleggerisce il peso quanto basta per riemergere."
"Stai per essere espulsa cara."
E a me sarebbe andato bene. Mio nonno avrebbe parlato con Silente e mi avrebbe fatta riammettere."E lei crede che mio nonno non dirà nulla?"
"Non sei nessuno in confronto a me."
"Sono la nipote del Ministro della Magia. E lui ascolterebbe sempre il mio parere, più del suo, professoressa.
Non ci perdo nulla a farla sostituire."
"Stai provando a minacciarmi?"
"Non ci sto provando, lo sto facendo già."
Mi sentivo ardere dentro. Dovevo lottare perché lei andasse via. E se mio nonno era l'unica alternativa, avrei parlato con lui. A tutti i costi."Crucio!"
La scia di luce mi colpì in pieno volto, facendomi contorcere dal dolore come se qualcuno armato di strumenti di tortura mi aprisse ogni centimetro di pelle.
"Parla. Ora." Aveva quel sorrisetto sulle labbra odioso. Il rosa delle pareti e il miagolio dei gatti non facevano altro che farmi arrabbiare ancora di più.
Il labbro mi sanguinava.
"Mai." Risposi.
"Crucio!"
E di nuovo iniziai a contorcermi sul pavimento, il petto che si alzava e si abbassava voracemente per prendere aria.
La Umbridge alzò la bacchetta un'altra volta.
Io cercai di prendere la mia, ma le braccia erano insensibili. Avevo dolori dappertutto."Expelliarmus!"
Draco aveva la bacchetta puntata verso la professoressa. Era tutto sudato e ansimava, come se avesse perso un sacco di energie per trovare la forza di rispondere.
Si avvicinò a me e mi prese in braccio.
"Andiamo in infermeria."
"Non mi toccare, sei un traditore." Mi divincolai ma la sua presa era troppo forte e io ero troppo debole.
"Dopo potrai dirmene quattro, quando ti sarai ripresa."
Presi un respiro profondo, pronta a urlargli che da lui non me lo sarei mai aspettata, ma svenni sulla sua spalla.
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Hidden words. |Draco Malfoy|
RomanceLettere, parole, segreti, incomprensioni. La vita di Draco Lucius Malfoy e di Angel Grace Fudge è fatta di questo. Di questo, e di tante altre emozioni così forti da mascherare e coprire il dolore che entrambi provano dentro il loro cuore. -> 15/04...