|capitolo quarantuno.|

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2 maggio 1998.

Il quadro della Stanza delle Necessità in cui eravamo accampati ormai da giorni si mosse: Neville era tornato da Aberforth con uno strano sorriso sul volto, per la prima volta dopo mesi di sofferenze.
Noi ragazzi eravamo torturati psicologicamente e fisicamente dai due nuovi professori, i Carrow, che cercavano di persuaderci per farci unire alla parte malvagia. Noi, ancora membri dell'Esercito di Silente, non avremmo mai ceduto alle loro minacce. L'avevamo giurato.

Da quando Silente era morto e Harry, Ron e Hermione erano andati via, a Hogwarts era tutto più cupo e macabro. Non si stava per nulla bene e io non vedevo l'ora di finire il mio settimo anno e andare, nelle vesti di Auror, a sconfiggere i Mangiamorte.
Anche Draco non era più tornato, anche se avrei potuto giurare di aver visto la sua inconfondibile chioma platinata per pochi secondi nei corridoi quasi una volta al mese.
Non eravamo più niente, ma mi mancava terribilmente.

"Harry!" Un boato mi distolse dai miei pensieri.
Hermione, Harry e Ron sbucarono dal ritratto e scesero la scala a pioli prima di venire sommersi da noi ragazzi.
Mi feci largo tra la folla e mi gettai tra le braccia dei miei migliori amici, che mi erano mancati tantissimo.
"Mi sei mancata, Ang." Sussurrò Harry tra i miei capelli, usando il soprannome che mi diede durante il terzo anno.
Sorrisi, poi abbracciai Hermione e Ron, che mi confessò di vedermi più bella del solito.
Non potei fare a meno di arrossire e di ammiccare verso Hermione, ormai a conoscenza della sua profonda infatuazione per la Granger. Lui si riprese subito e annuì convinto.
Mi era mancato tantissimo.

"Io non ho mai visto nessun diadema." Confessai.
"Nemmeno io." Convenne Cho Chang.
Poi arrivò Ginny e rimanemmo tutti in silenzio, lasciando a lei e a Harry il loro momento per rivedersi.
Fu bellissimo quando i loro occhi si illuminarono, incrociando gli sguardi, e a me venne da piangere solo a ricordare che emozioni così non le avrei più vissute con chi volevo veramente.
"Piton ci vuole tutti in Sala Grande. Harry è stato avvistato a Hogsmeade."

La voce di Voldemort nelle nostre teste, l'inizio della Battaglia, i preparativi frettolosi per cercare di impedire o di rallentare il nemico, la stretta collaborazione tra studenti, insegnanti e Ordine della Fenice, che però senza Sirius sembrava sempre più vuoto del solito. Non ero ancora riuscita a superare la morte di Felpato.

"Angel!"
"Fred!" Corsi ad abbracciarlo.
"Io devo andare ai piani alti con mio fratello, ci vediamo vincenti alla fine della battaglia." Aveva un sorriso raggiante, come se fosse sicuro e determinato a vincere e a rimanere vivo.
"Contaci Fred, rimarrò viva solo per vederti alla fine." Sorrisi.
"Promettiamo?" Mi sfidò.
"Promesso."
"Promesso." Convenne lui.

E io mantenni la mia parola, come doveva essere, ma lui no. Non l'ho più abbracciato dopo quella volta, non l'ho più sentito parlare e ridere.
Mi lasciò da sola a sopportare il peso della seconda parte della sfida.
Vederlo lì, grondante come me di sudore per l'enorme fatica fatta per tener testa a tutti i Mangiamorte, ma completamente inerme mi frantumò il cuore.
Insieme a lui Remus Lupin e Tonks, messi così vicini che le loro mani quasi si sfioravano. Pensai al piccolo Teddy e al fatto che fosse orfano e non ce la feci più a trattenermi, scoppiando in un pianto pieno di sofferenza.

Vagai tra la stanza, accarezzando la mano di tutti quelli che erano morti per difendere me e gli altri, quando una voce mi distrasse.
Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi, due braccia mi cinsero i fianchi violentemente per poi avvicinarmi e scaldarmi, strofinandomi la schiena e facendomi riempire i polmoni del mio profumo preferito.
Ricambiai l'abbraccio incastrando la testa nell'incavo del suo collo, avvolgendo le dita tra i suoi capelli un po' più lunghi del solito, lasciai che le mie lacrime gli bagnassero il mantello.

"Non ti vedevo né in giro e né tra i corpi e ho pensato al peggio..." Sospirò lui, allarmato.
"Non sono così facile da buttar giù." Sdrammatizzai e lui mi sorrise dolcemente, invitandomi a sedere accanto a lui su una panca.
"Non sei arrabbiata con me?"
"Sì che lo sono, Draco, vorrei prenderti a schiaffi, ma in questo momento non è la cosa più importante a cui dar peso."
"Mi spiace." Sussurrò. "Harry mi ha salvato nonostante sia suo nemico. Ha un cuore grande."
"Sei l'unico che non l'aveva capito. Tu e tutti i tuoi stupidi amici, con quell'orribile marchio sulla pelle." Urlai in lacrime.
Lui deglutì e non rispose.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora