|capitolo trentaquattro.|

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"E anche quest'anno Grifondoro vince la coppa delle Case!" Esclamò Silente cercando di sembrare il più allegro possibile.
Solo noi dell'ES sapevamo che non era vero, tutti allo stesso modo scossi per la morte dell'uomo più stravagante e spiritoso che io abbia mai conosciuto e del quale non ci era rimasto altro che il ricordo, che faceva ancor più male di tutto il resto.

Harry era distrutto, non parlava e soprattutto era scontroso ed evitava ogni persona che gli capitasse a tiro, accollandosi tutta la colpa per la morte del suo padrino, suo punto di riferimento. Sosteneva fosse colpa sua, che se non avesse dato retta al Signore Oscuro tutto quello non sarebbe successo, che era stato talmente stupido da farsi ingannare.
Nessuno sapeva come consolarlo, il ricordo era troppo fresco, la ferita sanguinava ancora.

Dopo aver mangiato il minimo indispensabile dal banchetto di fine anno, decisi di avviarmi verso i dormitori per ultimare le mie valigie e per salutare Hogwarts un'ultima volta prima di andare incontro all'estate.
Due mani pallide mi afferrarono per le spalle, costringendomi a voltarmi e ad incontrare le iridi azzurre di cui ero innamorata, a fiondarmi sulle sue labbra sottili e morbide, a ricordargli che io ero sua e che lui era mio.

"Mio padre è stato portato ad Azkaban." Si limitò a dire.
"Cosa?"
"Quelli del Ministero, che pendono dalla bocca di Silente, lo hanno arrestato." Aveva gli occhi lucidi, non doveva essere facile.
"Ieri Silente non c'era, quindi sono riuscito a vedere mia madre e ad andare da papà, che mi ha semplicemente detto che era colpa di Potter, della sua combriccola e della mia ragazza."
"Draco io..." Tentai di dire qualcosa, cercando di non risultare una balbuziente, ma lui mi interruppe.
"Dimmi che cosa centri tu. Adesso."

Mi sedetti su un gradino e presi fiato, inspirando il coraggio che mi trasmettevano i suoi occhi profondi e freddi allo stesso tempo.
"Ho aiutato Harry a mettere i bastoni fra le ruote a Tu-Sai-Chi. Siamo andati al Ministero e tra i Mangiamorte c'era tuo padre. Abbiamo parlato, diciamo, ma nient'altro, sul serio. Alla fine gli ho anche restituito la bacchetta, dicendogli che avrei vinto anche il prossimo scontro. Il dopo non lo conosco, Draco, credimi. So solo che mio nonno si è dimesso, non vuole saperne più niente."

"Non so più di chi fidarmi, Angel." Un groppo in gola.
"E perché non dovresti fidarti di me? Mi conosci, usciamo insieme..."
"Quando la smetterai e capirai che io voglio essere molto più di uno con cui esci? Io voglio essere l'unico con cui esci." Urlò.
"Sei già l'unico." Gli sussurrai.
"Ti amo, Angel Grace Fudge."
"Ti amo, Draco Lucius Malfoy."

Quello fu il nostro saluto, non una parola in più, non una parola in meno.
Semplicemente andammo via, inconsapevoli del fatto che l'universo ci remava decisamente contro, che qualcuno aveva deciso che Draco, indirizzato verso il male, non poteva stare assolutamente con una ragazza dalla tale influenza da poter fargli cambiare idea.
Doveva vendicare suo padre, i Mangiamorte, il Signore Oscuro e tutto il male, altrimenti la sua famiglia sarebbe stata in pericolo, io sarei stata in pericolo.
E lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere al sicuro le due donne che amava di più al mondo.
Qualsiasi cosa.

//Piccolo capitolo di passaggio che serve più che altro a ringraziarvi per tutto il supporto che sta avendo questa storia.
Naturalmente non parlo di grandi numeri, anche perché non saprei proprio come reagire, ma semplicemente ogni voto, ogni commento, ogni view per me è un motivo in più per sorridere, per continuare questa storia che mi appassiona tanto scrivere e condividere.
Spero davvero che piaccia anche a voi, perché soddisfazione più grande, davvero, non c'è.
Vi voglio bene, a ognuno di voi che legge ogni capitolo o che è capitato qui per qualche ragione del destino.
Vi voglio sul serio bene.\\
Angelica🌸

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora