|capitolo dodici.|

5.4K 262 101
                                    

Da quel giorno, mi recai in biblioteca più spesso del previsto.
Aprivo il libro e sfogliavo tutte le pagine, alla ricerca di un qualche messaggio.
Ogni due ore ero lì. Dopo colazione, all'intervallo, dopo pranzo, dopo le lezioni pomeridiane, dopo cena.
Praticamente sempre.

Ero diventata amica di Blaise Zabini. Ci vedevamo spesso dopo le lezioni e facevamo delle passeggiate attorno al castello o sulla riva del Lago Nero.
Era gentile, sorridente, modesto.
Era un Serpeverde buono e mi sembrava troppo strana come definizione, perché quelle due parole, accostate, erano troppo ridicole e dissonanti.
I Serpeverde non erano buoni. O forse erano semplicemente freddi e distaccati dalla realtà.
Ma Blaise era diverso.

Quel giorno, sfogliando il libro, trovai finalmente la risposta al mio consiglio, se così poteva chiamarsi.
Era terribilmente asfissiante dare consigli: tutto poi dipendeva da me.
Come quando dissi ad Harry di invitare Cho Chang al Ballo del Ceppo. Lui lo fece e lei rifiutò.
Harry mi tenne il broncio per un giorno intero ed io mi sentii la peggior amica del mondo.
Tornai al biglietto.

"A parole è tutto così facile.
Io non posso seguire il mio cuore per il semplice fatto che c'è un ostacolo troppo grande: il rifiuto.
Non posso stare qui a raccontarti le mie faccende. Dimmi, però, se ti piacesse un ragazzo (da quello che ho capito sei femmina) che ti rifiuta da tanto, che faresti?"

Difficile, ma provai comunque a rispondere.

"Farei tante cose. Dalla più stupida a quella ancora più stupida.
Non ascolterei mai il mio cervello, mi direbbe di cambiare ragazzo.
Farei innamorare la persona di me. In silenzio e da lontano. Senza pretendere di far parte per forza della sua vita.
Probabilmente lui nella sua vita non mi vuole nemmeno.
Certi rischi vanno corsi.
Tu potresti avvicinarti piano alla ragazza. Magari guardarla, salutarla, sorriderle.
Piano.
Un fiore ha bisogno di forza d'animo e tempo per sbocciare."

La risposta fece nascere una domanda in modo automatico.
E a me chi piaceva?
Avevo dato un consiglio totalmente infondato. Oltre a Cedric non mi era mai piaciuto nessuno.
O forse non mi ero mai fatta piacere nessuno, perché l'unico che mi intrigava era stato allontanato ed aveva finito per allontanarsi.
Come una bottiglia nel mare che, dopo averle dato una spinta, si lascia trascinare alla deriva dalle correnti.
Ecco. Lui era la bottiglia ed io ero la stupida che le aveva dato la spinta.

"Angel?"
Sobbalzai. Nel silenzio e nella concentrazione, quella voce mi tolse qualche battito.
Mi voltai e vidi Fred sorridente.
"Ciao Freddie." Lo abbracciai. Ormai eravamo come fratelli.
"Stai bene? Non ti vedo quasi mai in Sala Comune."
"Oh, sì. Tu e tuo fratello fate troppo chiasso per permettermi di leggere un libro." Sorrisi dandogli un buffetto sul braccio. L'avevo quasi raggiunto in altezza.
"Mi spiace..." Farfugliò.
"Ma cosa! Figurati!"
"Comunque, Piton ti vuole nel suo ufficio ora." Mi diede un bacio sulla guancia e andò via.
Probabilmente ero diventata peggio di un peperone.

Mi diressi nei sotterranei e lasciai che il freddo mi invadesse i polmoni, abbassando notevolmente la mia temperatura corporea.
Cercai di lisciarmi la divisa e di aggiustarmi i capelli con l'ausilio di una finestra usata come specchio.
Ero indecente. Piton era fanatico dell'ordine e un rimprovero sulle mie condizioni disastrose non me l'avrebbe levato nessuno.
Bussai alla porta.
Non mi rispose nessuno ma la aprii lo stesso.

"Signorina Fudge."
"Buonasera professore."
"Si accomodi." E con il naso adunco fece un cenno verso una sedia impolverata.
Mi adagiai sulla punta. Non avevo voglia di sporcare ulteriormente la divisa.
"L'ho chiamata qui perché ho corretto il compito sul bezoar."
"Ah..."
"Baggianate su baggianate. Sono buoni e utili solo, forse, due centimetri di testo. Ha bisogno di prendere più appunti in classe e ha bisogno di ripetizioni. Questo trimestre si sta concludendo in modo terribile e non può portare il suo scarso bagaglio culturale ai G.U.F.O."

Deglutii. Se i miei genitori avessero saputo che avevo bisogno di ripetizioni in Pozioni si sarebbero arrabbiati un sacco, me lo sentivo.
"Un Auror, eh? Punta in alto."
"Già, signore."
"Non ce la farà mai. Il voto in pozioni è essenziale." Il tono di superiorità che usava mi dava parecchio fastidio.
"E allora riuscirò a prendere un buon voto." Mi alzai in piedi, poi mi sedetti subito. Dovevo imparare a controllarmi.
"Che carattere. Degno di un Serpeverde, o di un Grifondoro troppo viziato."
Preferivo essere una Grifondoro viziata. Serpeverde era la mia Casa avversaria. Loro odiavano me e io odiavo loro. Facile.

"Ha bisogno di ripetizioni." Scandì il professore, come se fossi ritardata.
"Posso farmi aiutare dalla signorina Granger. È una Grifondoro ed è la più brillante del mio ann..."
"No." Fece Piton.
"No?"
"No." Sentenziò lui.

La porta si spalancò improvvisamente e Draco Lucius Malfoy piombò nell'ufficio del professore.
"Signor Malfoy, quante volte le ho detto che, quando deve entrare in qualche stanza, è consueto bussare?"
"Mi scusi, signore."
Piton gli sorrise o, almeno, storse le labbra. Gesto che interpretai come un tentativo di sorriso.
Mi alzai in piedi.
"Professore, se ha impegni vado. Troverò qualcuno disposto a darmi ripetizioni che non sia la signorina Granger."

"Signorina Fudge, quanta fretta."
Mi bloccai, aspettando che Piton dicesse altro, ma non parlò.
"Fai così schifo a Pozioni?" Sussurrò Malfoy.
"Probabilmente meno di te." Sbottai.
"Errato." Fece Piton.
"Cosa?"
"Signorina, le ho già trovato la persona che le darà ripetizioni." Scandì il professore.
"Mi dica, allora." Iniziavo a stufarmi di quella suspence inutile e avevo una tesi che speravo Piton confutasse.
"Il qui presente signor Malfoy sarà il suo insegnante. E ora fuori senza perché e senza ma."
Tesi confermata.
"Ma profes..."
"FUORI!"
"Va bene, scusi." E uscii.

Avrei preferito essere investita da un tir. Non avevo voglia di prendere ripetizioni da un Serpeverde, e per di più da Malfoy.
"Piaciuta la sorpresa, Fudge?"
"Affatto."
"Fattela piacere allora, perché le cose vanno così."
"Allora farò cambiare il loro andamento, Malfoy."
"Per Salazar, saresti un'ottima Serpeverde."
"Ma sparisci." Dissi sventolando la mia cravatta rossa e oro.
"Ma domani alle sei comparirò in biblioteca, col libro di Pozioni. Ed è meglio per te se comparirai anche tu."
"È un obbligo, Malfoy?"
"Esatto, Fudge."

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora