|capitolo trentacinque.|

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Caro Draco,
chissà se ti ricordi ancora di me, chissà se ci pensi ancora a me o se i tuoi impegni ti tengono occupata anche la mente.
Mi manchi.

Oggi è il mio compleanno, e né tu e né la tua famiglia siete venuti alla festa. Penso sia perché tuo padre è ad Azkaban, perché mio nonno non ha più fiducia in te, in voi, perché sapete che tutti hanno paura ed evitate di alimentare questo sentimento.

Io non ho paura di te, invece.
Non mi importa cosa pensa della tua famiglia la gente. Tuo padre non mi è mai andato a genio, lo ammetto, ma tua madre è una donna fantastica e tu, tu sei il miglior ragazzo che io abbia mai conosciuto.
Probabilmente la cosa non è reciproca.
È un mese che non ti fai sentire, da quel discorso sulle scale, da quelle dichiarazioni e quei baci dati di sfuggita con la paura che qualche professore ci scoprisse.

Tutti sapevano, tutti avevano capito qualcosa tranne me, che non volevo convincermi del fatto che fossimo più che amici.
E per fortuna non ho ceduto, perché guardaci adesso: sconosciuti come sempre.

Mi manchi terribilmente, Draco. Il fatto che tu sia assente, invisibile, non fa altro che stracciarmi il petto, una maledizione Cruciatus fatta a distanza ma che fa male il doppio.
I lividi sono dentro di me.

Ti amo, non riesco a farti uscire dal mio cervello. Sei un chiodo fisso, il primo pensiero della mattina e l'ultimo ad andar via la sera.
Mi mancano le chiacchierate notturne sulle rive del Lago Nero, mi manca il tuo modo possessivo ma impacciato di abbracciarmi e baciarmi, le tue mani insicure che mi accarezzano i fianchi, le gote che arrossiscono dopo avermi baciata, le labbra che si gonfiano, insaziabili di quelle da cui si sono appena staccate, che siano le mie o quelle di qualunque altra ragazza.

Mi auguro solo che qualcun'altra non abbia preso il mio posto in così poco tempo, dopo che per ritrovarci noi ne abbiamo impiegato fin troppo.
Così orgogliosi e allo stesso tempo così innamorati. Talmente pieni di noi stessi da non cedere nemmeno ad ufficializzare le cose, perché ci bastava tenerci e basta, stare insieme e più niente, perché so come ci si sente quando si sta con la persona di cui si è innamorati.

E leggile, queste parole. Ti prego.
Vorrei tanto smaterializzarmi davanti alla tua villa, entrare e stare con te, anche solo vederti, magari di nascosto. Il punto è che non so farlo.
Voglio solo avere la conferma che tu stai bene, nonostante tutto, perché sei la persona più importante della mia vita.

Se mi guardassi adesso mi abbracceresti e mi asciugheresti le lacrime dalle guance con il tuo pollice, mi strofineresti la schiena dicendo che va tutto bene perché sei con me.
E il petto mi fa male, un buco si allarga sempre più perché tu non ci sei e io non so starci.

Io me lo ricordo ancora quel giorno, il primo dopo le vacanze di Natale, sul retro dell'Hogwarts Express. Tu avevi tutti quei lividi in faccia, io le lacrime che mi rigavano il volto, eppure il coraggio di promettere di rimanere c'era ancora, da degni membri delle nostre rispettive Case.
Io sono determinata e ambiziosa e lo sai, mi conosci forse meglio di quanto io sia capace, e tu dovresti essere come me. Eppure io continuo a scriverti e ad esserci mentre tu sei scomparso.
Ma non hai tutti i torti. Alla fine sono stata solo io a promettere a te di restare e non viceversa.
Non voglio infrangere ciò che ho detto. Ci sarò anche quando non mi vorrai più.

Ti prego rispondimi, fammi sapere qualcosa perché io non so proprio cosa pensare.
Qui tutto è in tumulto, non di capisce più niente e io non vedo l'ora di tornare ad Hogwarts a gustarmi la mia terremotata tranquillità di cui tu, fortunatamente, fai parte.

Non sparire ancora.
Con affetto,
Angel Grace Fudge.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora