|capitolo quattordici.|

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Entrai nella Sala Grande imbarazzata all'ennesima potenza. Probabilmente ero rossa peggio di un pomodoro.
Il biondo Draco Lucius Malfoy figurava alla mia sinistra ed era alquanto strano.
Tutti mi guardavano.
C'era chi con aria sognante, soprattutto ragazze, che probabilmente immaginavano di essere al mio posto accanto a lui.
Avevo mentito, dicendo che nessuna ragazza lo calcolava. Lui e Harry erano i ragazzi più ambiti di tutta Hogwarts.

Altre persone mi fulminavano con lo sguardo, e questo era il gruppo maggiore che comprendeva anche Pansy Parkinson e, soprattutto, tutti (e dico proprio tutti) i Grifondoro.
Una tavolata lunga i cui sguardi, se fossero stati saette, mi avrebbero già carbonizzata e ridotta in cenere finissima.

Al bivio tra i due tavoli, quello dei Grifondoro a destra e quello dei Serpeverde all'estrema sinistra, Malfoy mi fece un cenno di saluto e andò via.
Mi parve di cogliere un 'buonanotte' o qualcosa del genere, a cui però non risposi per paura di aver frainteso e di fare un'altra figuraccia.
Sì, perché la mia caduta non poteva essere definita in altro modo all'infuori di figuraccia.
E non so come avrei fatto i giorni seguenti. Sicuramente Malfoy l'avrebbe raccontata a tutti i suoi amici e, nel giro di secondi, sarebbe arrivata alle orecchie di tutta la scuola.

"Posso spiegare..." Dissi ai miei amici, mentre mi sedevo tra Fred ed Eleanor.
"Dimmi che ho le allucinazioni."
"Non era Malfoy, quello, no?"
"Stai bene? Il polso? Che ti ha fatto quel furetto platinato?"
"State calmi, per Godric. Datemi il tempo di raccontare." Sbottai.
Tutti sbuffarono e tacquero, permettendomi di raccontare tutto l'accaduto fino alla caduta senza interruzioni. L'unico rumore era Ron che spolpava il suo pollo del martedì sera.

"Secondo me ha usato un incantesimo Confundus." Bisbigliò George a Fred.
"Ragazzi, sono scioccata quanto voi, fidatevi. Troppe cose in una volta sola."
"E il polso?" Esordì Harry, toccandomi la fasciatura.
"Frattura. Niente bacchetta e niente scrittura per tre giorni. Madame Pomfrey ha già fatto un sacco per rimetterlo in sesto."
"Mi spiace." Sorrise Hermione.
"E Malfoy?"
"Mi ha accompagnato in infermeria e non è andato via nemmeno per due secondi."
"Bleah." Fece Ron.
"Pollo salato?" Chiese Eleanor.
"No. Malfoy. Bleah."

"Beh, in realtà è stato carino da parte sua..." Borbottai sperando che non mi sentissero in molti.
Ma io ero incapace di borbottare.
"COSA?" Urlarono tutti in contemporanea.
George sputò il succo di zucca che stava bevendo in faccia a Seamus Finnigan che iniziò ad urlare e a litigare con il rosso, minacciandolo di farlo saltare in aria come un petardo.
E, detta da Seamus, faceva paura come frase.

Mi alzai in piedi e mi sporsi sul tavolo per cercare di dividerli. Avevano sfoderato le bacchette.
Quella di Seamus si afflosciò e i gemelli scoppiarono a ridere, dandosi dei pugni sulle spalle.
Fred calibrò male il tiro e colpì il mio polso, facendomi urlare dal dolore.
"Scusami!" Fece poi, iniziando a massaggiarmi le guance.

Tutt'intorno a noi era una risata collettiva.
I Corvonero, i Tassorosso e, soprattutto, i Serpeverde si scompisciavano dalle risate come se avessero assistito alla scena più ridicola e imbarazzante del mondo.
Beh, non avevano proprio tutti i torti.

Quando Silente riuscì a far tornare la quiete, la cena era finita.
Mi alzai, salutai tutti e mi diressi in biblioteca per l'ultima volta della giornata.
Ma non ci andai spinta dalla voglia di leggere un ennesimo libro. Mi premeva il dover rispondere al messaggio del libro.
L'anonimo mi aveva ringraziato e dovevo rispondergli. Galateo.

La luce fioca della biblioteca non faceva altro che appesantirmi ancora di più le palpebre. Era stata una giornata pesante e carica di emozioni contrastanti.
Mi accoccolai sulla solita sedia e aprii il libro. Il foglietto non doveva più esserci. Malfoy l'aveva accartocciato e buttato da qualche parte.
Eppure, quando sfogliai le pagine, trovai un nuovo bigliettino ad aspettarmi.

"Tutto va bene. Credo di essere davvero innamorato di lei.
Oggi a cena l'ho vista ridere. Lo so, è un po' vaga come osservazione dato che ridevano tutti, ma lei era la più brillante. Come la Stella Polare, più splendente delle sue compagne nel firmamento.
È l'unica cosa che ho studiato per Astronomia.
Non so perché ti racconto queste cose, ma penso che tu possa capirmi e continuare ad aiutarmi."

Che ragazzo carino.
Come faceva la ragazza di cui era innamorato a rifiutarlo?
Girai il foglietto di pergamena e risposi, cercando di scrivere in modo leggibile con la mano sinistra.
Ormai non ci pensavo nemmeno a cosa dire. Seguivo le mie emozioni.
Colui che leggeva non mi giudicava e gliene ero profondamente grata.

"La ragazza che ti piace è davvero fortunata.
Purtroppo non ho prestato attenzione a chi rideva. Ridevamo tutti.
È stato davvero strano, all'inizio.
Si vede che ne sei innamorato. Si capisce da come ne parli.
Vorrei trovare anche io un ragazzo che parli di me così come tu parli di lei.
Forse chiedo troppo.
Mi raccomando, cerca di conquistarla e sii felice.
Ps: perdona i miei geroglifici ma ho il polso fratturato e scrivere con la sinistra non è molto facile."

Piegai il foglietto e lo inserii nel libro.
La pagina era sempre la stessa, quella con la mia frase preferita.
Chissà chi si nascondeva dietro quell'anonimo.
Volevo aiutarlo a conquistare la ragazza di cui era innamorato. Lo presi come un dovere.

Le palpebre imploravano pietà. Avevo molto sonno.
Mi alzai e, mentre uscivo, incrociai Blaise.
"Ciao."
"Ciao." Sorrise lui. "Che ci fai qui?"
"Leggevo, come sempre. E tu?"
"Ehm... Devo fare una ricerca per Difesa contro le Arti Oscure e me lo sono ricordato solo adesso."
Aveva guardato la stanza con uno sguardo strano, come se stesse cercando un appiglio per inventare una scusa plausibile.
"Allora non ti disturbo."
"Buonanotte Angel."
" 'Notte."

Ma no, non andai a dormire.
Ad un tratto, mi sentii più vigile che mai.
Blaise non me la raccontava giusta e io volevo sapere dove andava. Non era molto prudente, lo sapevo, ma non m'importava.
Studiavo tutti per un solo motivo: capire chi fosse l'anonimo e parlarci di persona.
Si avvicinò alla mensola con il mio libro. Lui era l'ultima persona che poteva essere l'anonimo. O forse era in cima ai miei sospetti.
Allungò la mano verso il punto dove era riposto il libro, ma afferrò quello che stava alla sua destra. Il libro che conteneva degli approfondimenti sulle creature malvagie.

Allora era vero.
Blaise si sedette, aprì il libro, srotolò una pergamena e iniziò a scrivere.
Decisi di andar via, col cuore più leggero. Lui non era l'anonimo del libro.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora