"Siediti qui."
Draco batté due volte la mano sul materasso, invitandomi ad abbandonarmi sopra il copriletto verde smeraldo. Feci come mi aveva detto.
Lui, di rimando, aprì una porta sulla sinistra, di fronte alla scrivania, ed entrò nella stanza che doveva essere il bagno.Mi guardai intorno: le pareti in pietra grigia, la finestra che si affacciava sul Lago Nero, il pavimento freddo, i mobili di legno scuro che emergevano da quello sfondo tetro, un armadio con le ante socchiuse che lasciavano intravedere delle camicie bianche, una cravatta verde e argento che faceva capolino dal cassetto del comodino. Draco era la persona più disordinata del mondo.
Mi tolsi il mantello e mi adagiai completamente sul letto del Serpeverde. Era morbido e abbastanza confortevole, anche se preferivo il mio baldacchino scarlatto anziché il soffitto di pietra.
La porta del bagno si riaprì e il biondo uscì tranquillamente.
Aveva la cravatta in mano, il mantello accartocciato sull'avambraccio e la camicia sbottonata fino a metà petto.
Cercai di guardare altrove, trovando stranamente interessanti le mie scarpe nere, evitando a tutti i costi di posare ancora il mio sguardo sul ragazzo che avrebbe potuto farmi andare in pappa il cervello.Si sedette accanto a me e prese ad accarezzarmi il fianco. Mi vennero i brividi appena sfiorò la mia camicia. Un qualcosa di elettrico attraversò il mio corpo al suo contatto.
"Sta' tranquilla. Ora ci sono io."
"Grazie, Draco." Mi limitai a dire.
Non spiccicammo parola per qualche minuto, pausa che mi consentì di rimuginare su quello che era successo poco prima: Blaise, Draco, il bacio, ma soprattutto quella frase.
Forse avevo sentito male, forse avevo frainteso dato che, come aveva anche detto lui stesso, il biondo mi vedeva solo come sua amica.
Eppure aveva detto di essere innamorato di me. Che se ne fosse pentito?"Draco?" Mi sedetti in modo da poterlo guardare negli occhi.
"Sì, Angel?"
"Perché hai detto a Blaise quella cosa?" Sembravo una bambina che non voleva dire una parolaccia e che cercava dei termini per comunque citarla.
"Cosa?"
"Che io sarei la tua ragazza." Dissi tutto d'un fiato.
"Ah, già. In realtà non lo so, Angel. Volevo solo tenerlo lontano da te ed evitare che faccia altre cavolate del genere.""Capisco."
Invece non capivo. Non capivo proprio nulla quando stavo con lui.
Era strano, ma aveva il misterioso potere di far rincretinire tutti i neuroni del mio cervello. Non riuscivo più a ragionare.
Pensavo solo a quelle labbra sottili che avrei voluto si posassero sulle mie. Pensavo a quelle iridi capaci di riscuotermi da ogni insicurezza. Pensavo a quelle braccia che desideravo mi avvolgessero sempre.
Lui era tutto ciò che invadeva il mio cervello.Si alzò improvvisamente dal letto, con le mani tra i capelli, e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.
Sembrava fosse combattuto, sembrava stesse riflettendo troppo velocemente.
"Qualcosa non va?" Mi azzardai a chiedere.
Si voltò di scatto verso di me, scrutandomi attentamente prima di sbattermi in faccia la domanda che probabilmente lo tormentava. "Ti è piaciuto il bacio?"
"Draco ma che cosa..."
"Rispondimi." Urlò. Poi, in tono più calmo, aggiunse. "Ti piace Blaise?"
"No e no. Ma non capisco perché ti prema tanto sapere queste cose.""Quindi non stavi dicendo che eri innamorata di lui." Lo disse quasi per auto convincersi, più che per fare una domanda a me.
"È naturale, Draco. È inutile che continuiamo a prenderci in giro: sai benissimo di chi sono innamorata."
"Vai con Blaise. È meglio per te."
"Non ci voglio andare da uno che mi limona senza che io lo voglia." Sbottai.
"Cosa ha fatto?"
"Niente. Niente." Cercai di calmarmi. Litigare anche con lui non avrebbe portato a niente.Si buttò sul letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani.
"Non mi fai capire niente, Angel." Sospirò lui.
"Anche tu, Draco. Anche tu non mi fai capire niente. E a me piace come effetto. Evito di riflettere, evito di pensare al futuro, alle conseguenze. La tua presenza fa sì che io agisca e basta."
Lui rimase interdetto. Scrutava ogni particolare della mia faccia nella speranza che qualche muscolo si muovesse per chiarirgli ciò che avevo appena esternato.
Mi era molto difficile ammettere ciò che provavo. Arrossivo ad un semplice bacio sulla guancia, ad un abbraccio tra amici. Dire a Fred che gli volevo bene era stata la fatica più grande di tutte, ci ero riuscita solo tre anni prima.I miei occhi individuarono un orologio: erano le sei meno un quarto e dovevo affrettarmi se non volevo tardare alla punizione della professoressa Umbridge.
"È tardi, devo andare. Grazie per avermi ospitata qui."
Draco mi afferrò prontamente il polso come se fosse un Boccino. Aveva dei riflessi assurdi.
"Aspetta ancora un po'." E mi tirò di nuovo giù a sedere.
"Devo sbrigarmi, ho la punizione." E mi salì un groppo in gola. La ferita era ancora fresca."Ero geloso, Angel. Ecco perché ho detto a Blaise che sei la mia ragazza. Ero geloso e avevo paura. Non posso permettere che tu vada con qualcuno che non ti merita." Disse tutto d'un fiato.
"E chi mi merita?"
"Non lo so. Magari puoi fare delle proposte e io posso approvare o meno." Era evidentemente nervoso.
"Mh... che ne dici di Harry Potter? È carino e simpatico e in gamba." Lo provocai.
Per poco non si soffocò con la sua saliva.
"Ehi, amico, scherzavo." Sorrisi e lui si unì a me."Non voglio essere tuo amico."
"Cosa?"
"Sai perché, Angel." Sospirò, poi riprese. "Quelle lettere non erano frutto della mia invenzione. C'erano significati nascosti tra le parole. E tu, per quanto non voglia convincerti, li hai colti."
Lo guardai, cercando di non perdere mai il contatto visivo e incitandolo ad andare avanti e a continuare il discorso che mi aveva presa tantissimo.
Sinceramente, mi avrebbe presa tantissimo anche se avesse iniziato a parlare dell'argomento più stupido e scontato del mondo, sia magico che babbano.Poi, in un battito di ciglia, successe tutto insieme.
Le sue labbra incontrarono le mie, pressando delicatamente sulla superficie come se volessero misurarla e sentirne il sapore. Per un attimo rimasi interdetta, quasi pietrificata, ma poi ricambiai.
Si staccò dopo poco, già con il fiato corto e con le labbra leggermente gonfie che non facevano altro che alimentare il mio insaziabile bisogno di riavere quelle labbra sulle mie."Sono innamorato di te, Angel Grace Fudge."
Non resistetti più. Lo baciai ancora, affondando le mani nei suoi capelli biondissimi e tirandolo verso di me, quasi a volerlo inglobare, ad imprimere la forma del suo volto a contatto con mio.
Lui, pian piano, iniziò ad adagiarsi sul letto, tirandomi a sé dalla cravatta scarlatta.
Ogni bacio era intermezzato da un sorriso, da un respiro che incitava l'altro a continuare perché era quello che entrambi aspettavamo da tanto.Scoccarono le sei.
"Draco." Mugolai a voce flebile mentre lui mi mordeva il labbro inferiore.
"Draco." Ripetei, con tono più duro.
"Non andare, ti prego."
"Devo. Ci vediamo domani alla partita."
"Dormi qui. È sabato." Propose lui.
Non potevo dormire in un dormitorio diverso dal mio, di più se la stanza era di un ragazzo. Ma non potevo dire di no agli occhioni supplichevoli di Draco e al suo volto ancora arrossato per via dei baci.
"Ci vediamo stasera. Finisco alle otto." Sorrisi, scoccandogli un ultimo bacio e andando via.
La punizione, ne ero certa, avrebbe fatto molto meno male.
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Hidden words. |Draco Malfoy|
RomanceLettere, parole, segreti, incomprensioni. La vita di Draco Lucius Malfoy e di Angel Grace Fudge è fatta di questo. Di questo, e di tante altre emozioni così forti da mascherare e coprire il dolore che entrambi provano dentro il loro cuore. -> 15/04...