|capitolo diciotto.|

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Draco.

Ce l'avevo fatta. O quasi. Ero abbastanza ottimista.
Il solletico, le risate.
Ero riuscito a farla ragionare, a farmi desiderare, a farle capire che noi potevamo essere amici.
Da circa una settimana i miei rapporti con Angel andavano a gonfie vele. Era sempre raggiante, sorridente ed emanava un'aura così potente da rendere felice anche me.

Era una delle poche persone che, semplicemente con la sua presenza, riusciva a farmi dimenticare la sofferenza e la tristezza che caratterizzavano le mie giornate.
Lei era luce, era calore. L'opposto di ciò che ero io.
Forse era per questo che, cinque anni prima, aveva scelto di mettere un punto alla nostra brevissima amicizia.
Ma io avevo bisogno di quella luce per uscire dalle mie tenebre.
Il senso? Non lo trovavo nemmeno io.

Ma avevo paura di sbagliare. Sapevo che prima o poi sarebbe andato tutto a rotoli.
Dovevo evitarlo assolutamente.
Facevo parte del gruppo d'Inquisizione, a scuola. Davo una mano alla professoressa Umbridge a cercare di scovare Potter e i suoi amici.
Sparivano per delle ore intere.
Speravo solo che Angel non andasse ancora a far cose indefinite con quelli. Lei meritava più gente come me.
Come i Serpeverde.
Lei doveva essere una di noi.

Ero sull'Hogwarts Express. Stavamo tornando a casa per le vacanze di Natale.
Mi mancava la mia villa, la mia stanza, mia madre.
Mia madre era ciò che mi impediva di fare cavolate, era colei che mi rimaneva vicina anche nei momenti in cui la rabbia prendeva il sopravvento su ogni mio altro sentimento.
Lei non aveva paura.
Tutti mi vedevano come lo spavaldo Draco Malfoy, ma non sapevano cosa c'era sotto.

"Draco, sei tra noi?" La voce del mio migliore amico, Blaise Zabini, mi riportò nel mondo reale.
"Oh, sì." Mi limitai a dire. "Di che parlate?"
"Goyle ha tirato fuori l'argomento ragazze."
"Ragazza." Specificò.
"E quale ragazza hai puntato?" Domandai.
Sfottere quei due imbecilli di Crabbe e Goyle era una delle soddisfazioni migliori della mia vita.

"Eleanor White, dovrebbe chiamarsi."
Scoccai un'occhiata interrogativa a Blaise, che capì subito.
Ma, prima che potesse rispondere, Crabbe prese la parola.
"Anche l'amica, la Fudge, è messa veramente bene. E poi è la nipote del ministro della Magia. Sai che bocconcino succulento."
Per poco non spezzai la bacchetta. La mia presa si fece esageratamente forte.
"Non vi calcoleranno mai." Disse Blaise e io mi rilassai.

Sentire il cognome di Angel mi fece venire un'esagerata voglia di vederla. Dovevo salutarla prima delle vacanze di Natale. Non l'avrei rivista per due settimane.
Per la prima volta, speravo che suo nonno facesse qualche pranzo di lavoro per avere l'occasione di incrociare i suoi occhi verde militare.
Uscii dal mio scompartimento senza troppe giustificazioni e iniziai a cercare.
Di solito stava nelle ultime due o tre carrozze, quindi decisi di recarmi alla coda del treno. C'era una carrozza panoramica niente male lì, sul retro.

Passando davanti ad uno scomparto con la porta socchiusa, sentii pronunciare il mio nome.
Ed ero abbastanza sicuro che, chiunque si trovasse lì dentro, parlava di me dato che non c'erano altri ragazzi che si chiamavano Draco.
Il mio nome mi era sempre piaciuto, nonostante degli imbecilli come i Weasley lo trovassero ridicolo.
Mi fermai abbastanza vicino allo scompartimento per sentire chi stava parlando e cosa stava dicendo di me.

"E che mi dici di Draco Malfoy?" Disse una voce a me ignota.
E poi sentii la voce che speravo rispondesse e che disse ciò che volevo sentire, in un certo senso.
"Beh, con Draco è complicato. Posso solo dire che sono felice di essere sua amica. Ho fatto una cavolata cinque anni fa." Sospirò, poi riprese. "La cosa migliore è stata il fatto che lui non si è mai arreso. Ha continuato a volermi bene, credo."

E credeva bene, tutto sommato.
Angel Grace Fudge era mia amica e nessuno sarebbe stato capace di negare l'affermazione suddetta.
Il problema, probabilmente, era un altro. L'intoppo stava nel fatto che io ne ero innamorato.
L'intoppo ancora più grande era che ero costretto a 'stare' con Pansy Parkinson per ordine di mio padre. Ma, se avesse saputo che c'era l'opportunità di fidanzarsi con la nipote del ministro della Magia, non ci avrebbe pensato una seconda volta a infrangere i patti.
E io volevo infrangere i patti. Dovevo farlo per me, innanzitutto.

"E se ti stesse prendendo in giro?" La mia attenzione fu focalizzata di nuovo su quella conversazione.
"Spero di no. Ho perso tappe importanti della sua vita, è come se lo conoscessi solo dall'inizio di quest'anno. Ma qualcosa dentro me mi dice di fidarmi e io, come ho scritto a quell'anonimo, seguo sempre il mio cuore."
"Anche se porta a soffrire?"
Angel ci pensò un attimo. "Anche."

"Ne sei innamorata, Ang?"
"No. Non credo."
Ed ecco che tutte le mie aspettative si spensero. Un blackout improvviso.
Il cervello decise di arrabbiarsi, ma io ebbi il coraggio di non demordere.
Se non era innamorata di me, l'avrei fatta innamorare.
Non sarebbe stato facile, lo sapevo, ma avevo il mio asso nella manica.

La porta scorrevole dello scompartimento si aprì all'improvviso, arrivandomi in mezzo alla fronte.
"Ahi!" Urlai, dimenticandomi del fatto che stavo origliando e che quindi avrei fatto una figuraccia.
La chioma bruna e liscia di Angel si affacciò nel corridoio, guardando prima a sinistra e poi a destra, poggiando lo sguardo sulla mia sagoma.

"Scusami, non volevo... Che ci facevi poggiato al muro?"
"Guardavo il panorama." Dissi la prima cosa plausibile che mi era venuta in mente.
"E il tuo scompartimento?" Chiese lei con un ghigno. Sapevo cosa voleva sentirsi dire, ma non ci sarebbe riuscita.
"Ci sono Crabbe e Goyle, è una camera a gas più che uno scompartimento." E non era proprio una bugia, quella.
Non si respirava con quei due dopo la prima mezza dozzina di Cioccorane.
Lei rise.
"Se vuoi entra." E tornò dentro.
Non so perché, ma la seguii. Era peggio di una calamita.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora