|capitolo venti.|

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Draco.

"Draco, muoviti. Non ho voglia di arrivare tardi."
"Sì papà, arrivo."
Mi sistemai la cravatta, pettinai i capelli per l'ultima volta e smisi di specchiarmi, precipitandomi all'ingresso.
Mia madre era già lì ad aspettarmi, con il mio cappotto in mano.
Come mio solito, rivolsi un'ultimo sguardo a quei corridoi lunghi e bui della mia villa, poi chiusi la porta alle mie spalle.

Intrecciai la mano a quella di mia madre e ci smaterializzammo.
Non duravano niente, ma quei viaggi mi scombussolavano completamente. Mi veniva da vomitare e mi girava la testa, come se fossi appena sceso da montagne russe estreme.
Stavo meravigliosamente, insomma.
Ma bastò alzare lo sguardo per farmi riprendere, più o meno: l'enorme cancello di villa Fudge si stagliava davanti a me.

Entrammo e mia madre diede il via alla cosa più odiosa delle cene: i saluti.
Dovevo passare in rassegna davanti ad ogni persona presente nel salone, presentarmi e stringere la mano.
E io non ne avevo proprio voglia.
"Devo proprio?" Sussurrai a mia madre.
"Su, Draco, non è poi così brutto."
Era peggio.
Assorbire tutte le occhiate e far finta di non sentire i commenti sussurrati. Me ne accorgevo e quelle cose mi davano enormemente fastidio.

"Caspita, Jess, non potevi dirmelo prima che erano già arrivati tutti?"
Una ragazza in uno splendido abito nero stava discutendo con un elfo domestico, probabilmente perché era in ritardo.
I capelli castani le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli.
L'elfa domestica biascicò qualcosa e si congedò, così la ragazza poté girarsi e scendere le scale per raggiungere il salone.

Si voltò e squadrò tutti i presenti, uno per uno, soffermandosi anche su di me.
Sorrise, come era suo solito, poi cominciò a scendere con un fare regale.
Davanti a me si stagliava una Angel diversissima da come l'avevo vista qualche settimana prima.
Niente più maglioni larghi e caldi, niente più capelli arruffati e atteggiamento insicuro.
Era diversa e dannatamente bella.

Anche lei, come avevo fatto io poco prima, iniziò a presentarsi e a stringere la mano a tutti i presenti.
Attorno agli occhi si era messa un trucco nero il cui nome non mi interessa. Fatto sta che le sue iridi verde militare risaltavano ancora di più.
Le labbra erano più rosse del solito, distese in un gentilissimo sorriso che lasciava intravedere i denti bianchi.

Arrivata davanti a me, tese la mano.
"Ciao Draco."
"Ehi, wow."
"Cosa c'è?"
"Sei... carina."
Fare dei complimenti ad una ragazza non era ancora il mio forte, ma dirle che la apprezzavo era più forte di me. Doveva sapere che per me lei era fantastica.
Le sue guance si tinsero di rosa. "Grazie."
Continuò il suo tour di saluti.

"La cena è pronta, accomodatevi!" Cornelius Fudge era davanti alla porta della cucina e, con un gesto della mano, ci invitò ad entrare.
Non me lo feci ripetere due volte: mi diressi subito verso l'immensa tavolata, alla ricerca del segnaposto con il mio nome.
Appena mi adagiai sulla sedia, un grosso piatto di pollo e patatine comparve sotto il mio naso. Aveva un aspetto delizioso.
La sorpresa più grande, però, fu che Angel si sedette accanto a me. Aveva un bellissimo sorriso stampato in faccia.

"Ehi." Le feci io dopo un po'.
Tutte le altre persone stavano mangiando e chiacchierando allegramente.
"Ehi." Echeggiò lei mentre si tamponava le labbra con il tovagliolo.
Non l'avevo mai vista mangiare con così tanta compostezza. Di solito si abbuffava e non badava alle maniere.
"Ho fatto in modo di farti capitare vicino a me, per parlare." Aggiunse.

"Ne ho davvero bisogno, Angel."
Le parole mi uscirono di bocca da sole. Non volevo dirle, non pronunciarle. Le avevo pensate ma non volevo che lei le sentisse, che mi vedesse in quel modo.
La Grifondoro mi guardò con un'espressione accigliata, poi prese fiato.
"Va tutto bene?"
"No. Non va niente bene." Sospirai.
"Vuoi parlarne?"
Mi guardai velocemente intorno: nessuno stava prestando attenzione alla nostra conversazione. Mia madre parlava con la madre di Angel, papà parlava con il Ministro e le altre persone erano troppo su di giri per il Whisky Incendiario che avevano bevuto.

Feci un enorme sospiro e tirai fuori tutto quello che mi turbava. Ogni cosa.
Dal fatto che mio padre era un Mangiamorte e che la cosa mi pesava tantissimo a quello che villa Malfoy era diventata anche casa di mia zia, evasa dalla prigione di Azkaban con non so quale miracolo.
Le dissi che era tutto vero, che il Signore Oscuro era tornato e che aveva tutte le intenzioni di distruggere i Nati Babbani e di uccidere chi l'aveva ostacolato: il suo amico Harry Potter.
Gli occhi le diventarono lucidi e neri. Non riuscivo più a vedere le iridi verdi.
Era come se le avessi fatto fare un tuffo nell'ombra più scura.

"Tu... Tu diventerai un Mangiamorte? Come tuo padre?" Balbettò.
"Non lo so." Ed era vero. Sapevo che prima o poi avrei dovuto prendere la fatidica decisione. O forse sarei stato obbligato a prenderla.
"Promettimi una cosa."
"Cosa?"
"Che farai ciò che ritieni giusto." Gli occhi le si fecero gonfissimi. Stava per scoppiare e io non potevo permetterglielo.

"Te lo prometto."
Lei mi abbracciò d'impulso e, con un brivido dietro la schiena, capii che ci stavano guardando tutti i presenti nella sala da pranzo.
Quando ci staccammo, Angel arrossì e riprese a mangiare il suo pollo.
Io la imitai finché una mano sulla coscia non mi fece trasalire. Per fortuna era mia madre che mi sorrideva.
Probabilmente pensava la cosa più sbagliata di tutte.

Quell'osservazione mi fu confermata qualche ora dopo, davanti alla porta di casa.
"State insieme?" Chiese mamma dolcemente.
Mio padre si irrigidì ma non disse nulla. Gli avrebbe fatto comunque comodo che suo figlio frequentasse la nipote del Ministro.
"No, mamma. Non farti strane idee."
"Sareste carini. Lo siete già. Ne sei sicuro?"
"Sì, mamma. Siamo solo amici. Lei non prova nulla per me." Aprii la porta. Papà entrò lasciandoci fuori da soli.
"Lei. E tu?" Sapevo dove andava a parare. Voleva la conferma.
Mi conosceva troppo bene per poterla prendere in giro.
"Io sì, mamma. Io ne sono innamorato, credo." Ed entrai, facendo pochi passi che riecheggiarono per il corridoio.

"Chi è innamorato di chi?"
Mia zia Bellatrix era di fronte a noi e, avendo udito l'ultima parte della conversazione, aveva un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
Dietro di lei si stagliava un uomo alto, pelato, la pelle biancastra, il naso serpentino ridotto a due fessure e gli occhi di un rosso agghiacciante.
Mia madre chinò il capo e io feci lo stesso. Riuscivo ad avvertire il suo potere da lì.

"Il ragazzo è innamorato?" Domandò retoricamente il Signore Oscuro. La voce era acuta e sibilante così tanto da far rizzare ogni mio pelo.
"Sì, mio signore." Annuì mia zia.
"E sappiamo di chi?"
Rivolsi uno sguardo impanicato a mia madre. Lei era rigida e ferma. Il Signore Oscuro la spaventava un sacco.
Mio padre era accanto a lui.
"Non ancora." Sorrise Bellatrix, facendoci ammirare il panorama dei suoi denti ammaccati e gialli.
"Allora glielo caveremo dalla bocca. Draco, accomodati in soggiorno."
Fu la serata più brutta della mia vita.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora