|capitolo trentadue.|

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"Buongiorno mondo!" Urlai appena sveglia, completamente ignara del fatto che non ero nella mia camera ma in quella di Draco, e che il suo braccio mi cingeva la vita tenendomi ancorata al letto.
Avevo dormito magnificamente. Così bene che non mi ricordavo nemmeno cosa avevo sognato, o cosa era stato realtà.
Forse il fatto che stessi lì, col ragazzo che mi piaceva, era ancora un sogno ed entrambi eravamo dei pupazzetti che la mia mente aveva in pugno.

"Mh." Mormorò il biondo accanto a me, portandosi il lenzuolo sulla testa.
"Ma buongiorno." Mi girai verso di lui, raggiungendolo sotto le coperte.
"Mh." Mugugnò.
"Caspita, pensavo che Eleanor appena sveglia fosse la persona più disconnessa dal mondo. Ma ora credo sia tu."
"Mh.." Lo stava facendo apposta.
Così decisi di sfotterlo fino al punto tale che mi avrebbe risposto.
"Oddio Draco, il tuo vocabolario è più ricco di termini di quanto immagini. Ma questo Mh lo definisci come sostantivo o come termine onomatop.."
"Sta' zitta e baciami." Mi interruppe ad un tratto.

Non ci pensai nemmeno un secondo a fare ciò che mi aveva appena ordinato.
Di solito non accettavo ordini da nessuno, ma quella non poteva considerarsi proprio una vera esortazione dato che lo desideravo tantissimo anche io.
Come una calamita, le mie labbra aderirono perfettamente sulle sue, quasi avessero un incavo fatto a posta per loro. Un insaziabile desiderio di lui si fece strada tra i miei pensieri.
Rimasi a baciarlo per minuti infiniti, che però a me sembrarono una manciata di secondi, perché il tempo con lui pareva scorrere fin troppo velocemente.

"Cavolo, Angel, dammene altri mille di questi buongiorno. Uno al giorno per mille giorni."
"Tecnicamente mille giorni sarebbero quasi tre anni." Sorrisi.
"Solo tre anni?" Mi guardò e io per poco non mi sciolsi. I suoi occhi erano di un grigio più intenso e bello del solito.
"Sono tanti." Azzardai.
"E allora se ti chiedessi di farlo tutta la vita?"
"Un buongiorno così per tutta la vita?" Domandai, ancora.
Lui iniziò a sentirsi a disagio. "Sì."
"E dovrei darlo a te?"
Arrossì. "Non necessariamente."
"Allora rifiuto l'offerta." Sorrisi.
"E se lo facessi a me?" Avvampò ancora di più e mi fece una tenerezza assurda.
"A te? E perché dovrei limitarmi solo ad una vita? Anche due, tre."
Mi baciò.

Urla assurde mi impedivano di riuscire a sentire cosa stava dicendo Draco, che parlava normalmente come se fossimo nella stanza più silenziosa del mondo. Vedevo solo le sue labbra muoversi ed ero incapace di leggere il labiale, nonostante mi impegnassi tantissimo.
Ero accanto a lui, sugli spalti del campo da Quidditch, esattamente dove si dividevano le tifoserie Corvonero e Tassorosso.

"Non ti sento!" Urlai.
"Devono vincere quegli ebeti dei Tassorosso!" Rispose lui di rimando.
"Guarda che sono forti." Mi impuntai. Mi dava terribilmente fastidio il fatto che prendesse in giro le altre Case. "Ma io tifo per i Corvonero."
"E perché?"
"Perché se loro vincono, voi diventate terzi e il primo posto sicuramente è sarà nostro." Sorrisi trionfante.
"Non ti credevo così informata." Borbottò.
"Guarda che gioco a Quidditch da secoli!"

Inutile dire che la cercatrice di Corvonero, Cho Chang, afferrò il boccino dopo meno di un'ora e permise alla sua Casa di salire al secondo posto nella classifica della coppa di Quidditch e delle Case.
Godevo veramente tantissimo nel vedere le speranze dei Serpeverde di vincere sgretolarsi pian piano. Non potevano farci niente se noi Grifondoro eravamo così bravi e se Silente ci adorava così tanto.

"Ti va di fare una partita a Quidditch dopo pranzo?" Propose Draco parandosi davanti a me mentre parlavo tranquillamente con Eleanor.
Sorrisi. "Certo."
"Sentite, avete tutta la mia approvazione del mondo a stare insieme, ma Draco tu adesso stai rubando la mia migliore amica!" Rise Eleanor e entrambi ci accodammo a lei.
"Non stiamo insieme." Puntualizzò il biondo. "Usciamo insieme e siamo molto legati. Non affrettiamo le cose."
Per quanto fosse saggia come risposta, rimasi abbastanza scontenta dal fatto che non potevamo considerarci una coppia ma solo due ragazzi che si frequentavano.
Ma meglio di niente.

"Ma perché tu hai la divisa e io no?" Domandai cercando di affiancarlo a cavallo della mia Firebolt.
"Perché io gioco nella squadra e tu no." Sorrise beffardo, sfrecciandomi davanti come se avesse improvvisamente visto il Boccino.
Stavamo giocando uno contro uno, con la Pluffa in mano e pronti a segnare nei tre anelli avversari.
Draco mi sottovalutava parecchio, infatti ero in vantaggio di trenta punti, tre goal. Dopo un po', però, avendo capito che facevo sul serio si era svegliato e le cose non andarono bene ancora per molto.
Inutile dire che persi, stracciata dalla sua velocità ma soprattutto ammaliata da quanto bello era mentre sfrecciava sulla sua Nimbus.

"Bravina." Commentò.
"Volevi dire bravissima, vero?" Stanca mi stesi sull'erbetta.
"Perfetta. Volevo dire perfetta." Sorrise affiancandomi.
"Che tenero." Sussurrai.
"No, a parte gli scherzi, sei davvero scarsa."
"Peccato che fino a metà partita fossi sotto di tre goal." Borbottai, sfottendolo.
"Che carattere."
"Degno di una Serpeverde, vero?"
"Mi leggi nel pensiero o cosa?" Sorrise.

"E tu prova a leggere me nel pensiero." Lo misi alla prova.
"Sono una fiera Grifondoro." Iniziò con una scadente imitazione della mia voce. "Guarda come sventolo fiera la mia cravatta scarlatta. Non sarò mai una Serpeverde perché sono perfidi! Però Draco Lucius Malfoy è assolutamente fantastico, quindi per lui farò un'eccezione."
"Sei un cretino." Gli diedi un buffetto sul braccio.
"E tu sei molto meglio di come ti ho imitata e di come avrei mai potuto immaginare." Ammise con un sorrisetto malizioso sulle labbra sottili.

Hidden words. |Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora