|Capitolo 27|

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Una fitta allo stomaco prese improvvisamente il sopravvento su di me.
Indietreggiai, incredula della notizia ricevuta pochi secondi prima.
Davide morto? No, non era possibile.
Mi concentrai su colei che in quel momento doveva essere più a pezzi di me.
Carola si accasciò a terra, urlante e piangente.
Non l'avevo mai vista in quello stato, e stavo male per lei.
Guardai ancora per un pò il corpo di Davide sul letto. Sembrava sereno e dormiva, in un sonno che non l'avrebbe più riportato alla luce.
Infine mi accasciai a terra anche io.
Avevo perso le forze, sembrava che tutto oramai non avesse più senso.
Strinsi Carola a me, forte più delle altre volte, e sentì la mia amica distruggersi in mille pezzi.
Carola: perchè è successo a me Silvia? Perchè? -disse tra un singhiozzo e l'altro.
Non risposi.
Avrei voluto dirle che era tutta colpa di Alex, che se entrambi non si fossero fatti condizionare da Bill a quest'ora le cose erano più che buone.
Ma non potevo dirle la verità, non ora.
Aveva bisogno di sfogarsi, piangere e non sentire nessuno, perchè proprio nessuno sarebbe stato in grado di tirarla via da quel dolore che provava.
Continuava a piangere su di me ed io restavo immobile, come per dirle che doveva farcela.
Poi dopo un pò arrivò anche Alex.
Lui non sapeva niente della brutta notizia, ma quando vide me e Carola, ricollegò le cose.
Ebbe una reazione che non avevo mai visto.
Scoppiò a piangere, iniziò a dare calci ovunque, urlava di rabbia, di dolore e intanto se la prendeva con i medici che secondo lui non erano stati capaci di curare Davide.
Alex: perchè lui e non me? -urlò guardando il cielo e accasciandosi alla fine anche lui.
Questa sarebbe stata la cosa che più mi avrebbe segnato in tutta la vita.

Passò una settimana dall'accaduto, durante la quale né io né Carola né Alex ci siamo più visti.
Carola voleva stare da sola. Si è rinchiusa dentro casa, non è neanche venuta a scuola.
Alex è sparito. Non mi ha più scritto ed io non l'ho più cercato.
Ed io?
Io sono stata per una settimana a tormentarmi.
Devo dire la verità a Carola oppure no? Beh perchè ancora non ho preso una decisione.
Oggi è il giorno del funerale di Davide, e finalmente tutti e tre ci rincontreremo.
Sono giorni che cerco l'abito adatto all'occasione, ma più lo cerco e più piango.
Non avrei mai immaginato di partecipare ad un funerale di un mio amico alla mia età.
Mia madre per la prima volta si è rivelata comprensiva, e le dispiace che Davide sia morto. Anche se lei lo odiava, sapeva quanto era importante per me questo legame che si era creato tra me e la mia migliore amica insieme a questi due ragazzi.
Mi ha accompagnato in diversi negozi per prendere l'abito, ma l'ultima cosa che volevo fare era andare a fare shopping.
Alla fine avevo preso un piccolo abito nero, sobrio e adatto per l'occasione.
Avevo abboccolato leggermente i capelli, ero stufa dei soliti capelli lisci.
Arrivai accompagnata da mia madre, che se ne andò non appena scesi dalla macchina.
C'era davvero poca gente per il funerale di Davide: io, Carola, Alex, i suoi genitori e qualche amico delle corse.
La chiesa era troppo spoglia per una persona così meravigliosa.
Entrai in chiesa. Fortunatamente ancora la cerimonia non era iniziata.
Cercai con lo sguardo Carola: era seduta in mezzo ad una delle tante panchine di legno caratteristiche della chiesa.
Mi andai a sedere accanto a lei.
Non appena mi vide, mi fece un sorriso davvero molto debole.
Io: lo so che sembra stupido farti questa domanda ma.. Come ti senti? -le chiesi sottovoce.
Carola: l'hai appena detto. È stupido farmi questa domanda. -mi rispose fissando un punto indefinito sul pavimento.
Sapevo perfettamente come stava, ma volevo solamente che si aprisse con me.
Poco dopo arrivò Alex. Anche lui si era messo un vestito adatto all'occasione.
Andò da Carola, e le diede un leggero bacio sulla guancia e poi l'abbracciò.
Lei sorrise nuovamente, ma si vedeva perfettamente che non era dell'umore giusto.
Dopodiché, Alex si mise seduto vicino a me.
Alex: come stai? -mi chiese.
Io: male, te? -gli risposi continuando a fissare avanti.
Alex: male. -concluse.
La cerimonia iniziò.
Quei pochi invitati piansero tutti, me inclusa.
Era così straziante vedere una foto di Davide accanto ad una bara.
Il discorso della madre mi toccò profondamente.
Davide era il suo unico figlio, e per lei era come aver perso se stessa, la sua vita.
Il padre non parlò.
Era un uomo riservato e forse il suo dolore era talmente grande da non fargli dire una parola.
Anche Carola fece un discorso in ricordo di Davide, ma veniva sempre interrotto dal suo pianto straziante.
Mi faceva male vederla così, non se lo meritava.
Poi toccò ad Alex.
Alex: Davide era il mio migliore amico, la persona più importante della mia vita. Sono cresciuto con lui, e ho imparato molto dal suo atteggiamento e dal suo comportamento. Quando litigavo con mio padre o con mio fratello, Davide era sempre pronto ad accogliermi a braccia aperte per ogni problema che io avessi avuto. E la stessa cosa valeva per lui. Eravamo praticamente fratelli, ed oggi è come se avessi perso la metà di me stesso, quella più bella e quella più pulita, la parte che amavo di più. Addio amico mio. -concluse, bussando nella sua bara.
Poi fu il mio turno.
Avrei avuto così tante cose da dire su Davide ma in quel momento riuscivo solamente a pensare allo schifo che aveva combinato Alex. Dissi due parole, solo per riuscire a non rimanere in silenzio.
Andai al mio posto e sentì un forte odio salirmi nelle vene.
Riuscii a rimanere calma per il resto della cerimonia solamente grazie a Carola che continuava tenermi la mano, come se fossi la sua unica salvezza

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