|Capitolo 32|

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POV. ALEX
Mi alzai dal solito vecchio letto arrugginito diventato casa mia da circa tre mesi.
Quest'estate ho deciso di tagliare i ponti con il passato: no casa di mio fratello, no amici, no corse e soprattutto no Silvia.
Lei non si meritava uno come me e per quanto questa verità giorno dopo giorno era sempre più scomoda, non potevo far altro che accettarla e guardarla da lontano.
Beh, se qualcuno mi avesse visto durante questa estate avrebbe detto sicuramente che me la sarei spassata alla grande.
Ragazze, bar, festa, alcool.
Qualunque ragazzo desidererebbe questo durante l'età più spenzierata della propria vita.
Io invece no.
Io sono diverso, non mi piace tutto questo.
Eppure sono stato costretto a farlo dopo la scomparsa dell'unica persona che mi teneva lontano da tutto questo.
Sarò stato con ogni ragazza di questa città, di ogni colore e di ogni provenienza.
Sono stato fortunato a non prendere malattie con tutti questi cambi di location..!
Tralasciando gli scherzi, la mia vita è un vero schifo.
Una volta alzato dal letto, iniziai a prepararmi per andare al solito bar in cui faccio colazione circa tutti i giorni.
Percorsi rapidamente quella strada, cercando di andare il più veloce possibile.
Avevo proprio un buco allo stomaco, dovevo assolutamente mangiare.
Io: buongiorno Raul!
Raul: buongiorno Alex! Il solito?
Annui sorridendo.
Mi guardai intorno, in cerca di qualche viso noto.
Poco dopo entrò una ragazza bionda a me familiare.
Si avvicinò al bancone e si mise accanto a me.
Raul: buongiorno signorina! Cosa desidera?
Carola: un cappuccino e uno shottino grazie.
Io: colazione salutare Carola!
Carola: buongiorno anche a te Alex! -rispose sarcasticamente.
Io: è da una vita che non ci si vede eh!
Carola: beh, preferirei stare alla larga da colui che ha contribuito alla morte del mio ragazzo.
Deglutì.
Era sempre un piacere parlare con lei.
Attimi di silenzio invasero la nostra conversazione.
Bevuto il cappuccino, Carola iniziò a buttare giù lo shottino tutto d'un sorso.
Carola: lo sai che oggi Silvia parte vero?
Sobbalzai di colpo.
Silvia? Parte?
Io: parte per dove?
Carola: per la Francia. I corsi scolastici stanno iniziando Alex.. si è trovata una nuova amica, Clarissa e un nuovo gruppo.. penso che lei stia bene così.
Il mio cervello ci mise circa due minuti per analizzare bene la situazione.
Io: sai a che ora ha il volo?
Carola guardò l'orologio.
Carola: beh se non sbaglio tra circa un'ora.
Sobbalzi nuovamente.
Io: devo correre da lei.
Carola: se ti muovi forse puoi farcela.
Io: ma tu non vieni?
Carola: mi odia. Sono stata una stupida a non parlarle quando potevo.. non credo che ora lei sia disposta a perdonarmi.
Rimasi in silenzio. Carola era nella mia stessa situazione ma io avevo ancora un barlume di speranza.
Iniziai a correre più che mai, volevo arrivare in aeroporto in tempo.
Non mi aspettavo che le cose cambiassero certo, ma volevo solamente farle sapere che per me non è cambiato nulla. I miei sentimenti sono gli stessi, io sono lo stesso di sempre e la seguirei fino in capo al mondo se solo lei me lo chiedesse ora.
Ma so perfettamente che le cose non andranno così.
La conosco troppo bene, lei da tante occasioni per rimediare ma se qualcuno la ignora e le rifiuta, allora chiude totalmente i ponti.
Mentre ho in testa questi pensieri contorti, corsi fino a quasi perdere il fiato.
Dopo immensi metri di corsa finalmente arrivai all'aeroporto.
Controllai l'orologio: mancavano circa 10 minuti per il suo volo.
Corsi fino al piano superiore dove c'erano i check in.
Guardai nuovamente l'orologio: con tutte le persone che c'erano sulle scale ho fatto tardi e 10 minuti sono volati.
Tirai un pugno su una delle colonne di marmo presenti qua all'aeroporto, ma poi lo ritirai subito indietro indolenzito.
Mi accasciai a terra sedendomi, quando ad un certo punto vidi lei, vidi Silvia.
Mi alzai immediatamente e mi diressi verso di lei.
Io: Silvia!
Lei sobbalzò leggermente e si girò di scatto.
La sua faccia era impietrita, sorpresa e ansiosa nello stesso momento.
Silvia: Alex.. che ci fai qui?
Io: ho incontrato Carola stamattina e mi ha detto che partivi.. non potevo non salutarti..- conclusi sorridendole.
Lei ricambiò poco e iniziò a fissarmi dritto negli occhi.
Silvia: ho notato che ti sei divertito questa estate Alex..
Deglutì. Immaginavo se ne sarebbe uscita così.
Io: sbagli. Non c'è stato giorno in cui il mio pensiero non finisse su di te. È vero, andavo con tutte, ma il mio cuore è sempre appartenuto a te e lo sai.
Silvia abbassò la testa. Sapeva che io avevo ragione.
Silvia: beh, ormai è troppo tardi Alex.. Cazzo parto per la Francia ora, e tu solamente adesso vieni qua con questa convinzione che le cose cambino?
Io: ti sbagli anche qua Silvia perché io sapevo che non cambiava nulla, ma volevo solo rivederti per un'ultima volta, per capire quanto sono stato stupido a lasciarti andare.
Silvia deglutì.
Era nervosa, si vedeva da un miglio.
Xx: Silvia dobbiamo andare!
L'attenzione ricadde sulla mamma di Silvia, che non appena si accorse che sua figlia stava parlando con me si irrigidì subito e girò il suo sguardo verso suo marito discutendo e parlando.
Silvia: si mamma adesso arrivo! -le rispose.
Il suo sguardo tornò nuovamente su di me.
Silvia: Alex io ora devo andare.. ti amo e lo farò sempre.. ma ormai è troppo tardi. -confessò con la voce rotta dal pianto.
Mi tesi verso di lei e l'abbracciai con tutto me stesso. Silvia si fiondò su di me.
Entrambi sapevamo che questo sarebbe stato un addio.
Io: ti amo anche io Silvia.. non smetterò mai di farlo. -le sussurrai.
Lei non disse nulla, semplicemente mi strinse più forte a se.
Una volta staccati dal nostro abbraccio, lei mi guardò nuovamente.
Silvia: a presto Alex.. ci vediamo quando torno.
Io: a presto Silvia..
Silvia se ne andò verso i suoi genitori ed insieme si avviarono verso il check in.
Io rimasi li, fermo e immobile come se stessi sognando e questo discorso in realtà non era mai successo.
Una volta finito il check in, i genitori di Silvia la salutarono e dopodiché, da sola, si diresse verso le scale mobili che la conducevano direttamente all'entrata principale in cui avrebbe preso l'aereo.
Si voltò.
I nostri sguardi si incrociarono.
Le sorrisi e lei fece lo stesso in modo triste.
Ed ero lì a pochi metri da lei.
Ad un passo dalla felicitá.
Ad un passo dalla mia ragazza.
Ad un passo da lei, da Silvia.
Ma per quanto io le fossi così vicino, non avrei potuto fare nient'altro che guardarla mentre si allontanava. Finalmente avrebbe realizzato i suoi sogni e saperla felice bastava anche a me.

#autrice
Questo libro è finito!❤
Vorrei fare un continuo assolutamente, ma per ora aspetterò un po'!❤
Che ne pensate?❤
Grazie mille a tutti, fatemi sapere❤❤

Ad un passo dalla felicitáDove le storie prendono vita. Scoprilo ora