|Capitolo 28|

119 13 0
                                    

È passato già un mese da tutto l'accaduto.
Ogni giorno che passa non faccio altro che pensare a Davide, ad Alex e a Carola.
In questo lungo mese purtroppo ci siamo separati sempre di più. Con la morte di Davide è come se qualcosa dentro di noi si fosse spezzato.
Carola la vedo solamente a scuola.
È sempre più giù, sempre con la testa tra le nuvole, come se non ci fosse veramente in classe.
E mancano così pochi giorni al nostro diploma che non ho neanche avuto il tempo di pensare alla mia tesina.
Non ho avuto tempo semplicemente perché con la testa sto da un'altra parte, un altro pianeta chiamato ALEX.
È da un mese che non lo vedo. Una sera soltanto mi ha scritto un misero messaggio, ma che mi ha fatto comunque piacere anche se non dovrebbe.
"Silvia, so che forse mi odi, ma credo che la cosa più giusta sia non dire niente a Carola. Ora come ora sta davvero male.. e poi penso anche che dovrei essere io a comunicarle quello che è successo, forse tra un po' di tempo, quando starà meglio. Grazie di avermi ascoltato, tuo Alex."
Quel "tuo Alex" mi ha fatto rabbrividire nel momento in cui l'ho letto. Perché forse in cuor suo sa di appartenere ancora a me.
Ma non posso perdonarlo, non dopo tutto quello che mi ha fatto e che ha fatto a Davide.

Salgo in macchina come accade tutti i giorni, e aspetto mia madre che scenda seguita da mia sorella.
Una volta arrivata a scuola, cerco Carola, ma purtroppo non si vede.
È da molto che non parliamo a cuore aperto, che non ci confidiamo l'una con l'altra e che non passiamo le giornate insieme.
Mi manca terribilmente. Ma la capisco, anche se avrei preferito essere io al suo fianco ad aiutarla ad affrontare la situazione.
Ma lei è così. Pensa di farcela da sola e non vuole l'aiuto di nessuno.
Dopo 5 minuti di ricerca, finalmente la trovo seduta sotto un albero a fumarsi una sigaretta. Forse è un vizio che ha preso dopo la morte di Davide.
Mi avvicino a lei.
Io: ciao. -dico timidamente.
Alza lo sguardo in modo lento e stanco.
Carola: ciao Silvia. -dice seria.
Io: come stai?
Carola: bene, te?
Io: bene.
Silenzi interminabili si fanno spazio nella nostra conversazione. Questa volta però sono stanca delle continue risposte secche, così dopo aver sbuffato, sputo parole in modo nervoso.
Io: senti Carola, sono stanca di questa situazione in cui tu non mi parli ed io non ti parlo. Siamo migliori amiche cazzo! Le cose le dovremmo affrontare insieme! -dico arrabbiata.
Carola mi fissa e non dice niente. Semplicemente prende il suo zaino e se ne va verso L'ingresso.
Mi ha stancata. Se vuole parlarmi d'ora in poi sarà lei ad avvicinarsi a me.
Vado verso l'entrata della scuola e mi dirigo verso la classe.
Mi siedo al mio posto e aspetto che la professoressa di italiano faccia il suo importante annuncio.
Prof: bene ragazzi, scusate se è già da due giorni che dico che oggi è il grande giorno, ma finalmente, quando uscirete da scuola, ci saranno appesi i calendari per l'ordine degli esami. Li ci sono tutte le informazioni sugli scritti e sugli orali, anche l'ordine in cui verranno svolti. E poi, come di consuetudine ogni anno, al termine degli esami, ci sarà la classica cerimonia di festeggiamento, in cui sono invitati tutti, amici, parenti, fidanzati e chi ne ha più ne metta! Detto questo, buon proseguimento a tutti!
Non appena la Prof finisce di parlare, tutti si precipitano fuori dall'aula per andare a vedere come si svolgeranno gli esami.
Vado anche io, e subito dopo scopro di essere la terza per gli orali.

Torno a casa un po' più tardi del solito.
Mi andava di stare un po' da sola, visto l'accaduto di stamattina.
Sembra una cosa banale una semplice litigata con la migliore amica, ma la differenza sta che tra poco la scuola finirà, ognuno prenderà la sua strada in ambito universitario e noi ci vedremmo sempre meno.
Come potranno andare avanti le cose se ora che ci vediamo tutti i giorni neanche ci parliamo? Come sarà quando ci vedremo una volta a settimana?
Le cose cambieranno ed intendo fare qualcosa prima che il tempo farà da sé.
Una volta arrivata a casa, mia madre si avvicina a me.
Mamma: Silvia hai già fatto qualche domanda per l'Università? Mancano solamente 10 giorni agli inizi dell'esame, e sarebbe il caso che già tu inizi a pensare quale università ti piacerebbe fare.
Sbuffo.
Io: lo so mamma ma non ne ho proprio idea.. mi piace letteratura particolarmente, infatti pensavo di prendere quella facoltà.. -dico un po' pensierosa.
Mamma: di facoltà di letteratura ce n'è una in provincia di Torino, qua vicino.. ma la migliore sarebbe quella fuori città, in Francia.
Sobbalzo dall'ultima frase che esce fuori dalla sua bocca. In Francia? Ma è pazza?
Io: mamma ma la Francia è lontana, dovrei cambiare tutta la mia vita.
Mamma: lo so tesoro mio, ma se vuoi un futuro più assicurato, con quella stai serena. E poi sarebbe una nuova esperienza.. nuova lingua, nuova gente e nuovo posto!
Non sapevo mia madre fosse così moderna. Ci vedevo più mio padre a fare discorsi del genere.
Sbuffo e non rispondo. Non mi sembra una buona idea.
Mi dirigo verso la mia camera, ma poco prima che apra la porta, mia madre mi ferma dicendo: "Pensaci Silvia. Sarebbe una nuova vita."

#autrice
Ciao a tutti!❤
Sono già alcuni capitoli che ho ricominciato a scrivere.. che ne pensate?❤
Spero non vi stia deludendo❤
Fatemi sapere nei commenti❤
Un bacioo😘

Ad un passo dalla felicitáDove le storie prendono vita. Scoprilo ora