|Capitolo 12|

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Mamma: la preside ti ha visto mentre ti assicuravi che nessuno ti vedesse per andare sul retro della scuola... E guarda caso, proprio quel giorno sei stata assente, e sei anche stata giustificata da ME, anche se non mi ricordo di averti giustificato in questi giorni. Allora che cosa hai da dire?! -disse infuriata mia madre.
Ci trovavamo in salotto, mia madre arrabbiata e mio padre preoccupato in un divano, ed io e mia sorella in quello vicino a loro.
Io: beh, è la verità mamma... -dissi abbassando lo sguardo.
Non avevo mai fatto una cosa simile ai miei genitori; ero sempre stata la figlia perfetta, quella molto più rispettosa di Sara, quella che non faceva mai cavolate da adolescenti, quella con sempre la testa sulle spalle.
Ed ora, era stata proprio la figlia perfetta a deludere i suoi genitori.
Mamma: che cosa ti sta succedendo Silvia? Una volta non eri così... -disse calmandosi.
Già, non ero così una volta.
Mamma: io non so se hai anche cambiato amicizie, non lo so... -concluse mia madre.
Io: esco con Carola, con il suo ragazzo e il suo amico.. Esco sempre con loro, non ho cambiato amicizie più di tanto.. -risposi sempre con lo sguardo basso.
Papá: chi sono questi due ragazzi..?
Io: il ragazzo di Carola si chiama Davide, e il suo amico Alexander... Hanno 23 anni circa.
Sia mamma che papá spalancarono gli occhi.
Papá, come al solito, preferì rimanere in silenzio, ma mamma...
Mamma: ma sei impazzita ad uscire con gente più grande di te di 5 anni?! Ecco chi è questa brutta compagnia! Silvia, da oggi fino a quando lo dico io, tu non uscirai di casa se non per andare a scuola! -urlò mia madre.
Io: che cosa...? -dissi alzando il tono di voce.
Mamma: non voglio vederti vicino a Carola, non voglio che stai con quei due ragazzi! Mi sono spiegata?!
Io: no mamma, non puoi farmi questo! Papá..! -dissi guardando la mia ultima speranza.
Mio padre mi guardó come per dire "mi dispiace ma non decido io". I miei occhi iniziarono a colmarsi di lacrime.
Io: ho deciso di partecipare al ballo di beneficenza, ci saranno le prove e.. Dovrò abbandonare tutto per colpa tua! -dissi indicando mia madre.
Le prime lacrime iniziarono a rigarmi il viso. Mia sorella guardava la scena, dispiaciuta per me.
Mamma: allora uscirai solo per andare a scuola e fare le prove... Solo perchè è un ballo di beneficenza!
Mi alzai dal divano piena di odio.
Io: vi odio! -urlai.
Mi diressi in camera mia, seguita da Sara.
Mi buttai sul letto ed iniziai a piangere, un pò per la mia punizione, un pò per il pensiero di non poter vedere Carola, un pò per tutto quello che mi ero tenuta dentro riguardo Alex.
Avevo davvero bisogno di piangere in quel momento.

POV. ALEX
Avevo lasciato Torino per un pò. Stavo viaggiando senza meta già da un pò di giorni. Il telefono l'avevo spento, ma già mi immaginavo chiamate da mio fratello e da Davide. Solo loro si preoccupano per me.
Avevo capito di essere stato un vero cretino con Silvia, ma non potevo andare ora da lei, non così.
Avevo sentito Carola per sapere come stava e quando lei mi aveva detto che Silvia mi odiava, mi ero caduto il mondo addosso anche se me l'aspettavo.
Tornerò la prossima settimana, il giorno del ballo di beneficenza.

POV. SILVIA
Uscì di casa scortata da mia madre per andare alle prove di ballo. Io e lei non ci eravamo parlate da ieri sera, giorno in cui avevamo litigato.
Scesi dalla macchina senza neanche salutarla, e lei non mi disse niente.
Mi diressi verso la stanza dove facevamo le prove, e scrutai Carola vicino alla porta.
Carola: attenta Silvia! Ricordati che non puoi avvicinarti a me! -ridacchiò.
Io: non può mica vedermi dentro la scuola mia madre! E poi non puoi impedirmi di stare con la mia migliore amica! -dissi buttandomi tra le sue braccia.
Ci abbracciamo per alcuni minuti.
Carola: entriamo?
Annuì.
Non appena entrammo, notammo che sia Davide che Thomas erano arrivati. Mi avvicinai al nuovo ragazzo, anche se prima che potessi farlo, Davide mi fermò.
Davide: sono preoccupato per Alex, Silvia. È tutto oggi che provo a chiamarlo, e lui non risponde.
Io: non è un mio problema Davide. -risposi acida.
Davide annuì deluso.
Io continuai il mio percorso verso Thomas.
Io: hey!
Thomas: Silvia!
Io: è da molto che aspetti?
Thomas: no sono arrivato adesso tranquilla.. -disse sorridendomi.
Thomas: senti, che ne dici se stasera mangiamo qualcosa insieme? Così ci conosciamo meglio. -mi propose dopo un pò.
Ero in punizione, non potevo uscire.
Io: grazie Thomas, ma mia madre non mi fa uscire e quindi..
Thomas: ah capisco. -rispose un pò deluso.
Quando iniziammo a ballare, l'imbarazzo dell'altro giorno non c'era più, ma anzi stavamo diventando davvero bravi.
Il ballo sarebbe stato tra due giorni, e io mi sentivo preparata.
Alla fine della lezione, la Prof. Di ginnastica richiamo tutte le ragazze vicino a lei.
Prof: ragazze volevo che vedevate i vestiti disponibili.. Dovete sceglierli per metterli al giorno del ballo!
Fortunatamente, ad ognuno piaceva un vestito diverso e non servirono litigate per stabilire a chi andasse il vestito conteso.
Io ne scelsi uno blu accesso, davvero bello, attilato e risaltante.
Carola ne scelse uno verde, davvero bello anche quello.
Salutai tutti, e salì a bordo della macchina di mia madre che era già arrivata.
Mamma: tutto bene alle prove?
Mi misi a fissare fuori dal finestrino. Non avevo nessuna intenzione di risponderle. La odiavo per tutto quello che mi aveva fatto. Rinchiusa dentro casa?! Neanche per sogno.
Mamma: okay, ho capito.. -disse delusa.

"Ceno nella mia camera", avevo comunicato ai miei genitori prendendo il piatto pieno di carne e verdure.
Mia madre stava per protestare ma mio padre le appoggiò la mano sulla sua, segno di dover lasciarmi stare.
Dopo aver mangiato due bocconi di carne e qualche verdura, appoggiai il piatto sul comodino e mi misi a leggere il mio libro preferito, "Uno splendido disastro".
Parlava di due ragazzi, totalmente diversi, lei perfettina e brava a scuola, lui il classico "bad boy", che si innamorano, e dopo varie disavventure, riescono finalmente a vivere la loro storia.
Ad un certo punto, sentì un bussare alla porta della mia finestra.
Il mio cuore iniziò a battere fortissimo, un pò per paura, un pò per eccitazione.
Ci speravo che fosse lui. Ci speravo davvero.
Ma purtroppo, non c'era.
Io: Thomas che ci fai qui?! -sussurrai al ragazzo.
Abitavo al primo piano ed era facile arrivare alla mia finestra.
Thomas: beh, se tu non puoi uscire... Vengo io da te! -disse arrampicandosi ancora un pò.
Lo aiutai ad entrare in camera mia, e lo feci accomodare su una poltroncina vicino al letto.
Io: come hai fatto a sapere che abitavo qui?
Thomas: me l'ha detto Carola.
Annuì sorridendo.
Thomas: allora, come mai ti hanno messa in punizione?
Io: beh, ho saltato scuola per un giorno, e ho fatto una firma falsa... Non so come, ma la Preside mi ha visto uscire dalla scuola invece di entrare... -confessai imbarazzata.
Thomas: ah capisco. E che dovevi fare in quel giorno, se posso chiedere?
Io: ho fatto un giro con un mio amico.. -dissi già con il cuore a mille.
Non avevo voglia di affrontare l'argomento "Alex".
Thomas: capisco..
Cercai di cambiare argomento.
Io: beh, allora un giorno posso venire io a casa tua! -ridacchiai.
Thomas: beh, non credo sia il caso visto che abito lontano da Torino..
Io: lontano?
Thomas: beh, si.. Ogni giorno mi sveglio verso le 5 per venire a scuola qui.. I miei genitori dicono che è il miglior istituto del Piemonte, e quindi mi costringono ad andare a scuola qui..
Io: wow, non lo sapevo che venissi da lontano...
Thomas mi sorrise.
Parlammo ancora per un pò, poi sentimmo un rumore di passi salire le scale.
Condussi velocemente Thomas fuori dalla finestra.
Io: grazie... A domani.
Thomas: è stato un piacere, Silvia.. A domani. -concluse allontanandosi.
Abbassai la finestra, saltai sul letto e afferrai il libro.
Fortunatamente era solo Sara.
Nessun ragazzo aveva fatto una cosa così carina per me.

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