|Capitolo 9|

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POV. SILVIA
Erano passati tre giorni dall'ultima volta che vidi Alex. Era come sparito nel nulla.
Carola continuava a vedersi fuori dalla scuola con Davide, e mia madre mi controllava sempre di più. Da come mi aveva detto Sara, una sera, quando in teoria io (che ero un ammasso di cuscini) e lei stavamo dormendo, è entrata in camera nostra per controllarci. E da come mi ha spiegato mia sorella, ha scoperto che quella che dovevo essere io in realtà erano solamente 3 cuscini.
La cosa strana è che non mi aveva messo in punizione, e che non mi aveva neanche detto niente. Forse l'aveva placata mio padre.
Mi avvicinai a Davide.
Davide: ciao Silvia!
Io: hey.. Senti, ma Alex che fine ha fatto..?
Davide: ehm... È stato impegnato in questi giorni, ma non posso dirti altro... Dovresti parlarci tu...
Io: e come lo trovo? Mia madre mi ha scoperto, e non posso approfittarmi così tanto per uscire la sera... Se solo avessi il suo numero... -dissi facendo capire a Davide di darmelo.
Davide: oh si, te lo do io...
Davide mi elencò il numero telefonico di Alex che io segnai sul cellulare. Poco dopo vidi arrivare mia madre, così salutai velocemente Davide e salì in macchina accanto a mia sorella.
Mamma: chi è quel ragazzo, Silvia?
Io: oh, è un amico di Carola...
Mamma: non mi piace quel tipo, come d'altronde non mi piace Carola...
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Sara guardava la scena divertita.

Io: tutto ok? Sono Silvia.
Alex: come hai fatto ad avere il mio numero...? Comunque si.. Tutto ok..
Io: Davide. Dimmi la verità Alex, lo so che è successo qualcosa.
Alex: non ho voglia di parlarne.
Io: sono un'ottima ascoltatrice.
Alex: buon per te.
Io: Alex, smettila di fare il freddo rompiscatole.
Alex: uff, quanto insisti.
Io: muoviti che sto finendo il credito. Vuoi dirmi che hai?
Alex: domani mattina vieni con me. Facciamo un giretto, e ti spiego tutto.
Io: ma ho scuola...
Alex: la salti. Fai una firmetta falsa, ed è fatto.
Io: ma io non l'ho mai fatto...
Alex: bambina capricciosa.
Io: okay, ci vediamo alle 8.00 davanti alla mia scuola. Stronzo.
Alex: come te.

Il giorno dopo, venni accompagnata da mia madre a scuola. Sara non sapeva niente di che cosa avrei dovuto fare oggi; meno persone sapevano, meglio era.
Aspettai che mia madre se ne andò con la macchina, e aspettai anche che tutte le mie compagne entrassero in classe. Dopodiché corsi verso la moto di Alex, che si era accostato dietro l'edificio.
Io: allora sei vivo, eh? Pensavo fossi morto.
Alex: se ti ho risposto ai messaggi ieri, evidentemente ero più che vivo. -disse porgendomi il casco.
Io: ho un pò paura... E se mi scoprono?
Alex: beh, se ti scoprono, ti prenderai le solite due lamentele, e dopo tre giorni, tutti si dimenticheranno di quello che hai fatto.
Saltai in sella dietro di lui.
Io: se lo dici tu... Dove mi porti..?
Alex: sorpresa. -disse accendendo la moto.
Alex iniziò a partire, ed era davvero molto diverso da Roby. Io lo sapevo che con lui sarei stata più sicura.
Le mie braccia attorcigliavano la sua schiena, fino ad arrivare alla sua pancia. La sua giacca emanava un buon odore, si sentiva che era stata lavata il giorno prima se non il giorno stesso.
Una volta arrivati, notai che Alex mi aveva portato in spiaggia.
Scesimo dalla moto, e ci andammo a sedere in riva al mare.
Io: allora... Che è successo..?
Alex: beh... È difficile da spiegare Silvia...
Io: sono qui apposta.
Alex prese un bel respiro.
Alex: beh... Ho avuto problemi con mia madre. Lei ha lasciato mio padre quando io e mio fratello eravamo ancora piccoli, ed ora ha un nuovo compagno che non mi piace per niente. Ci siamo incontrati per caso, lui ha tirato fuori qualche battutina e.. Sai come sono fatto Silvia, gli ho tirato un pugno.
Io: un pugno?! Ma sei matto?
Alex: forse. Mia madre si è talmente arrabbiata, che ha quasi rinnegato che io fossi suo figlio. Sai, è da molto tempo che vivo con mio fratello e qualche volta mi sento un peso. Faccio le corse clandestine per racimolare un pò di soldi, per riuscire un giorno a comprare un appartamento tutto mio.
Rimasi in silenzio. Anche Alex se ne restò zitto, e si mise a fissare il mare.
Alex: sai.. Non ho voglia di spiegarti tutto, forse in futuro ma ora no. Però sei la prima dopo Davide a sapere cosa e successo in questi giorni.
Io: e Jane...? -chiesi con un pò di timore.
Alex: ah, lei è una sgualdrina. Mi ci sono divertito un pò, ma lei misa che ha perso la testa ma a me non piace. -ridacchiò.
Tirai un sospiro di sollievo.
Uno strano silenzio prese spazio tra di noi.
Entrambi fissavamo il mare, e ce ne stavamo zitti.
Poi Alex si alzò, mi prese in braccio e mi buttò in acqua.
Alex: facciamo un bel bagnetto! -disse ridendo.
Io: nooo! -urlai poco prima di cadere in acqua.
Una volta risalita, mi buttai su di lui facendolo ricadere in acqua.
Alex: brutta bambina capricciosa. -disse buttandosi su di me.
Ridemmo e scherzammo ancora per un pò in acqua, poi una volta usciti ci sdraiammo sulla spiaggia calda.
Alex si avvicinò a me. Alzò leggermente la testa, in modo da trovarsi di fronte a me. Ci fissammo per un pò seri. Il mio cuore batteva fortissimo, come se qualcosa di inaspettato stesse per accadere.
Mi alzai leggermente. Eravamo vicinissimi.
Quando stava per accadere quello che sembrava ovvio accadesse, Alex si voltò.
Alex: dobbiamo andare. -disse tirandosi in piedi.
Mi rattristì di colpo. Mi aveva fatto sembrare una stupida, una stupida che aveva solamente pensato che un ragazzo di 23 anni andasse a guardare lei di 18. "Che stupida che sono!", mi ripetevo nella mente.
Afferrai il casco dalle mani di Alex e salì sulla sua moto prima di lui.
Alex: tutto bene..?
Io: si. -risposi acida.
Alex: dove ti lascio..?
Io: al parco. -dissi fredda.
Alex annuì e accese la moto. Aveva rovinato un bel momento.
Aspetta, aspetta, aspetta... Da quando a Silvia Galvani importa dei bei momenti con Alexander Rinaldi?!
Il tragitto passò velocemente.
Una volta arrivati al parco, scesi dalla moto velocemente e lasciai il casco sulla mano di Alex.
Alex: Silvia aspetta...
Non lo ascoltai, ma mi diressi nel boschetto vicino al parco, sapendo di essere seguita. Infatti Alex era a pochi metri da me che stava correndo per raggiungermi. Quando finalmente riuscì ad afferrare il mio polso, mi fece girare verso di lui, facendomi ricadere sul suo petto.
Io: che... Vuoi..? -balbettai.
Alex: devo fare una cosa, che è da stamattina che voglio fare. Posso...? -chiesi fissandomi negli occhi.
Annuì.
Alex si avvicinò a me, mi incorniciò il viso con le sue mani, le sue grandi e possenti mani. Si avvicinò ancora di più, mi guardò per l'ultima volta negli occhi e avvicinò le sue labbra alle mie. Quando le nostre labbra si accavallarono, potei notare che erano davvero soffici e morbide. Chiusi gli occhi nella speranza che quell'attimo durasse un'eternità.
Poi lui si staccò. Potei vedere nei suoi occhi quella freddezza del ragazzo che avevo conosciuto, quella freddezza che fa male solo a guardarlo.
Alex: cazzo, hai solo 18 anni! -urlò dirigendosi verso il primo albero vuoto.
Io: e quindi?! -urlai cercando di capire.
Alex: non è giusto, io non posso..
Io: non puoi cosa Alex? Baciare una ragazza più piccola di te? O forse, innamorarti di una ragazza più piccola di te?! -urlai dando un pugno sul suo petto.
Alex mi guardava, sembrava triste, pentito.
Alex: è stato un errore Silvia. Scusa. -disse fissando il vuoto dietro di me.
Dopodiché, si diresse verso la sua moto e salendo, mi lasciò sola nel bosco.

Ad un passo dalla felicitáDove le storie prendono vita. Scoprilo ora