|Capitolo 23|

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POV. SILVIA
Mi misi un jeans ed una maglietta comoda: non avevo alcuna voglia di andare a quella gara, ma volevo far felice la mia amica che si era presa cura di me in queste ultime ore. Volevo farle vedere che la sua presenza era servita a qualcosa, che non era stata inutile.. Ma in realtà era così. Alex, Alex, Alex, solo lui nella mia testa. Niente poteva farmi stare meglio, se non il suo ritorno.
Carola: sto bene così? -chiese Carola per l'ennesima volta uscendo dal bagno con un vestitino bianco panna.
Io: mmh.. Sei troppo elegante, mettiti qualcosa di più comodo!
Carola: si, forse hai ragione... Credo di seguire te, jeans e maglietta!
Rientrò in bagno e comparve poco dopo, vestita molto simile a me.
Carola: perfetto! Andiamo? Dobbiamo incamminarci che a piedi ci vuole un pò di tempo.
Annuì e ci incamminammo silenziosamente.

Arrivammo puntualissime.
La gara ancora non era iniziata, così ne approfittammo per augurare buona fortuna a Davide. Ci avviamo verso di lui.
Carola: amore mio! Sei teso?
Davide: un pochino.. Però sono sicuro che andrà benissimo!
Io: in bocca al lupo, Davide! -dissi fiondandomi tra le sue braccia.
Per un attimo, solamente per un attimo, mi sembrava di aver abbracciato Alex. Ma quando non ritrovai i suoi capelli neri leggermente lunghi vicino al mio viso, mi accorsi che quello che stavo abbracciando era solamente il mio amico.
Davide: crepi, Silvia! Tutto bene..? -chiese infine premurosamente.
Io: ehm.. Si.. Sto bene, non preoccuparti.
Deglutì silenziosamente.
L'abbraccio finì e tornai accanto a Carola.
Davide: sta arrivando Alex.. -ci bisbigliò con lo sguardo rivolto dietro di noi.
Non mi voltai perchè sapevo, lo sapevo che lui era ad una manciata di metri da me. Già mi immaginai come era vestito, con la sua classica giacca di pelle nera e pantaloni dello stesso colore, che si guardava intorno con lo sguardo smarrito, alla ricerca del suo migliore amico.
Ma non volevo voltarmi, non potevo.
Non era più di mia proprietà guardarlo, baciarlo, accarezzarlo.
Alex: ciao. -disse allegramente rivolto verso noi.
Carola&Davide: ciao!
Io rimasi in silenzio, con lo sguardo basso.
Alex: dov'è la tua moto Davide? Gli do un'ultima aggiustata, sicuramente l'avrai stretta poco! -disse dando una pacca sulla spalla all'amico.
Davide: in officina.. Mi raccomando, non rovinarla!
Alex: e chi rovina niente! -disse scoppiando a ridere e andando verso l'officina.
Non mi aveva neanche degnato di uno sguardo.
Io: scusate ma devo risolvere una questione! -dissi ai due infuriata, dirigendomi verso l'officina.
Io: Alex! -urlai senza neanche essere entrata.
Stavo camminando a passo svelto, avevo una tale voglia di accanarmi con lui che neanche si poteva immaginare.
Io: Alex, dannazione! -urlai spalancando la porta.
Alex: cazzo Silvia! Mi hai spaventato!
Ignorai le sue parole e mi diressi verso di lui, dandogli una piccola spinta.
Io: se ti dà così fastidio vedermi, potevi anche non venire! Sapevi benissimo che ero qui, lo sapevi che dovevo accompagnare la mia migliore amica! Tu lo sapevi, cazzo! -dissi spingendolo nuovamente.
Alex: non mi da fastidio che tu sia qui! -rispose più calmo.
Io: prima hai fatto come se non ci fossi.. Wow già mi hai dimenticato eh? -dissi continuando a spingerlo.
Alex: smettila di spingermi! -urlò.
Indietreggiai e feci quelli che mi aveva detto.
Alex: io non ti ho dimenticata, ma tu neanche mi hai salutato! Un saluto me lo potevi anche fare!
Io: un saluto falso! Tu non sai come sono stata in questi giorni, non lo sai! Ed ora, dopo mesi di relazione, a non essere calcolata non ci sto!
Alex: come credi che sia stato io invece? Non ero il massimo della gioia neanche io eh.
Io: cazzo, ma mi hai lasciato tu Alex! -urlai stremata.

POV. ALEX
Aveva perfettamente ragione. Che cosa potevo pretendere? Che mi salutasse come se niente fosse? No, no, lei non era così. Non era capace di fingere, di "far finta che..".. No.
Silvia: cazzo, ma mi hai lasciato tu Alex!
Io: già.. -abbassai lo sguardo.
Nonostante questo, dovevo mettere a posto la moto di Davide... Forse non a posto, ma la dovevo modificare. E così passai nuovamente da freddo, stronzo e acido.. Ormai era questo il mio carattere.
Silvia: non dici niente? -chiese stringendo la mascella arrabbiata.
Io: voglio stare solo, Silvia.. Per favore vattene..
Silvia deglutì, delusa e infuriata, e se ne andò dall'officina.
La cosa che più non volevo era farla soffrire, ma dovevo farlo per il suo bene, non poteva scoprire una cosa più grande di lei.
Non potevo dirglielo, almeno non ora.

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