Capitolo 3

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Ma perché non smetti di scrivermi Claudio? Perché non capisci che questi tuoi messaggi per me sono coltellate? Cosi non riuscirò mai a mettere un punto alla nostra storia. Sei stato la cosa più bella e più brutta che mi sia mai capitata. Mi viene da piangere se ripenso alla prima notte insieme, al fatto che io ti abbia aperto il mio cuore e l'unico luogo nel quale io non avevo mai portato nessuno. Mi viene da morire al solo pensiero che tu adesso condividi il letto con una donna, che se non è già diventata tua moglie a breve lo diventerà. Da quando ci siamo lasciati ogni cosa mi ricorda te. Le canzoni, gli odori, i luoghi. Ti ho portato nei posti più importanti della mia vita e con te in cosi poco tempo ho condiviso le cose più belle e le cose che tenevo dentro come scrigni. Non ti avrei mai voluto lasciare, non avrei mai voluto mettere un punto alla nostra storia, ma, una figlia, una bambina è il dono più grande del cielo e io so quanto tu ci hai sperato in questo giorno. E so quanto hai desiderato tenere tra le tue braccia un piccolo pargolo da accudire e amare. Sei un uomo che dona amore anche agli insetti più inutile del cosmo, figuriamoci quanto amore puoi dare a una cosa cosi bella come una figlia. E chi sono io per impedirti di vivere questo? Chi sono io per toglierti tanto? Non sono nessuno amore mio. Non sono nessuno! Sai, sono tornato alla villa. Il giorno che sono arrivato a Roma è stata la prima cosa che ho fatto. Ci sono andato con la speranza che quel luogo potesse farmi sentire pieno di noi e potesse farmi liberare da quel senso di angoscia, tristezza e impotenza che sento dentro di me. E invece no, invece mi ha stretto il cuore. Mi sono sentito mancare l'aria e la terra sotto i piedi sembrava sgretolarsi come un legno a contatto con il fuoco. Bruciava il dolore nel petto e la sensazione di vuoto anziché diminuire è aumentata a dismisura. Mi sono auto lesionato da solo. Ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di ripercorrere quel momento e sentirti di nuovo mio per qualche istante. Ma poi quando sono arrivato in giardino, in quel giardino, una crisi mi ha travolto e sono dovuto scappare. Pensavo di morire. L'aria mancava, la vista si stava annebbiando, il cuore faceva fatica a pulsare. Sentivo i battiti venire meno uno dietro l'altro e per la prima volta in vita mia ho scelto di salvarmi. Sono scappato. Sono salito in macchina e mi sono ripromesso che non sarei più tornato in quel luogo, o quanto meno non ci sarei mai più tornato senza di te. Mio Dio Claudio, quanto mi manchi. Non hai neanche idea delle notti insonni, dei pianti a dirotto e soprattutto dei kili persi. Non sto mangiando più nulla. Sono passati quasi sei mesi e io sono diventato un legno di scopa. Nadia mi dice che sto andando avanti grazie all'aria. Ogni santo giorno mi fa la morale. Poveretta ha provato in tutto questo tempo a cucinarmi le cose più buone del mondo che io amo, ma niente, non ci è riuscita a farmi mettere in bocca del cibo. Lo guardo sul piatto e sale subito la voglia di vomitarlo. Sai, almeno una cosa positiva in tutto questo c'è: mi è rimasto un solo esame e poi la tesi ed è fatta. Tutto questo trambusto, questa sofferenza mi ha spinto a distrarmi e ci ho dato dentro con lo studio e adesso, tra qualche mese, forse anche per me finalmente ci sarà una gioia. Settimana scorsa sono stata da Nurh. Amore mio quanto è cresciuta. Ha cominciato a camminare e dice già Mamma e Papà e ha imparato a chiamarmi e lo fa con un suono talmente dolce che ogni volta mi sciolgo. Durante tutta la settimana che sono stato con lei me la sono goduta al massimo. Abbiamo giocato tutto il giorno, siamo andati a fare le passeggiate insieme, abbiamo visto i cartoni animati e alla sera, dopo aver mangiato e fatto il bagnetto, la mettevo io a letto e le cantavo la tua ninna nanna. Ancora oggi Alice, mi ha detto che senza quella non si addormenta. Magari un domani vi rincontrerete, io ti ho perso, ma lei no, sei pur sempre il suo padrino. Quante cose che avrei da dirti amore mio, tante, forse troppe. Ho scritto più 180 lettere da quando ci siamo lasciati. A volte una al giorno, a volte anche due, dipende gli stati d'animo. Questa è l'ennesima. Si l'ennesima lettera che tu non leggerai mai. L'ennesima lettera che rimarrà chiusa nel cassetto della mia scrivania. E continuerò a scrivere, sempre, continuerò a dirti come mi sento, come vanno le mie giornate, come procede la mia vita e quanto mi manchi. Si dice che con il tempo si riesce ad andare avanti e dimenticare il passato. E io scrivo, proprio perché non voglio dimenticarti. Io voglio che il tuo, il nostro, il mio ricordo di te, sia sempre nitido nella mia mente e nel mio cuore. E lo so, sicuramente la vita ci condurrà a un destino separato. Tu crescerai la tua bambina, e magari avrai anche qualche altro figlio, e io mi laureerò e troverò un lavoro all'estero e scapperò da questo mondo che ormai mi riconduce immancabilmente a te ogni giorno. Concludo questa lettera con la frase che accomuna tutte le lettere che ho scritto fino ad oggi per te, la frase più bella del primo film guardato insieme, la frase più dolce che possa essere dedicata e forse anche l'unica che adesso ci rappresenta:

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