Capitolo 24

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Continuarono il loro giro pomeridiano su quello splendido maggiolino. Parigi era davvero meravigliosa, da togliere il fiato. Vedevi l'amore in ogni dove. Si leggeva ovunque. Nelle foto delle coppie scattate davanti alla Tour Eiffel, nella romanticità degli Champs-Élysées durante il tramonto, nei lucchetti chiusi sul Pont des Art. Questo era Parigi, Amore. Amore che si assaporava persino nel cibo e si respirava nell'aria.

"Rosita non avrebbe potuto farci regalo più bello" disse Mario con gli occhi sognanti, appoggiato alla spalla di Claudio mentre erano ancora su quel maggiolino che li stava riaccompagnando in Hotel. "Sarebbe bello andare in cima alla torre, amore ci andiamo domani?"

Claudio annuì solamente baciandogli la fronte. Pensava anche lui le stesse cose e dentro di sé non si era mai sentito così felice. Era passato tantissimo tempo da quando aveva conosciuto Mario. Non avrebbe mai dimenticato il loro percorso insieme. Tutto quello che avevano affrontato sin dal primo giorno. Mario in ospedale perché quel coglione del suo coinquilino lo aveva drogato, la malattia di Nurh e la conseguente partenza per Verona e sia lodato Paolo in quel momento che l'aveva salvata. I problemi con i genitori di Mario e quando finalmente sembrava che tutto fosse risolto, il loro incidente devastò completamente quello che erano stati fino ad allora, ma non li sciolse, non li allontanò. Mario fu sempre li. I loro cuori batterono all'unisono finché Claudio non riaprì di nuovo gli occhi e ancora una volta il destino dopo poco li aveva nuovamente allontanati. L'arrivo di Paola, l'amara e dolce notizia allo stesso tempo. Un figlio. E chi se lo aspettava che Paola sarebbe ritornata nella sua vita con un figlio in grembo e con la macabra pretesa di un matrimonio. E fù li che il filo conduttore della loro vita insieme sembrò tagliarsi, quasi come se fosse stato strappato ed in realtà questo era stato, quel filo era stato strappato da una donna folle che li aveva allontanati. Mesi lontani, con una conversazione quasi ridotta al minimo indispensabile che ormai non era più sufficiente. E poi la rabbia, la rabbia di sapere di aver perso un amore, la rabbia di aver dovuto rinunciare all'unica cosa importante della propria vita per un qualcosa che non era tuo davvero. E forse in parte anche odio, si forse Claudio all'inizio aveva provato anche un briciolo di odio verso quella bambina, voleva allontanarla dalla sua vita, darle il meglio ma lontano da se stesso, perché lui il meglio lo aveva perso. Ma poi si rese conto che quell'essere tanto dolce non poteva avere le colpe di una madre pazza e di un padre alcolizzato e violento. E non dimenticherà mai quel giorno in cui la portò a casa con sé e costruì la loro piccola famiglia fatta di affetto, amore e una splendida casa nella quale condividere i momenti più belli. Ma qualcosa mancava. Come una bravissima donna che lavora ai ferri, doveva ricucire insieme quel filo, riunirlo per completare la coperta di lana che avrebbe avvolto i loro inverni freddi passati sul divano a guardare un film d'amore e sorseggiare una caldissima cioccolata. Claudio doveva ridare a quella casa l'unica cosa che mancava: la luce. Cominciò a pensare alle basi da dare alle fondamenta di quel rapporto e nel giorno della laurea di Mario si riprese la sua famiglia al completo. Lui, Megan e Mario. La cosa che aveva sempre sognato. Il loro Hotel. La loro piccola casa. Erano davvero di nuovo felici, ma questa volta insieme. La richiesta di matrimonio. E neanche quella volta il destino beffardo si era arreso. Ritorna Paola, ma questa volta Claudio riesce ad ostacolarla ancor prima che faccia davvero male. E adesso erano lì, e Claudio sentiva il cuore a mille e la gioia esplodere fuori dal suo corpo. Sentiva l'adrenalina forzare ogni uscita. Però aveva una paura folle. Ogni volta che erano stati felici, il destino aveva combattuto il loro amore e lui non riusciva a sentirsi libero al 100%.

"Amore, mi stai dando retta? Cosa succede? Perché quel viso rabbuiato?" negli occhi di Mario la preoccupazione.

Claudio scosse il capo. "Niente amore, pensavo a tutto quello che abbiamo passato per arrivare qui e pensavo a quanto siamo stati forti"

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