Capitolo 26

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"Non sto più nella pelle. Ho sognato questo momento per anni!"

Mario era eccitato come un bambino difronte al suo giocattolo preferito, come una sposa sull'altare prima del matrimonio, come due fidanzatini al loro primo bacio, come un golosone davanti a una fabbrica di cioccolato. Le mani tremavano, le gambe sembrava non avessero la forza di reggersi in piedi, gli occhi erano lucidissimi e con le lacrime di gioia pronte a bagnare il volto. Mario stava cosi solo per il fatto di salire sulla cima di quella torre. Lo aveva sempre sognato, lo aveva sempre sperato. Sin da bambino, quando gli era caduto tra le mani un depliant di Parigi. All'epoca non sapeva neanche leggere. Vide solo quella figura. La figura di un imponente torre. Più volte aveva fantasticato sin da bambino di salire in cima, magari con i suoi amici di gioco a simulare una guerra. Poi con gli anni la prospettiva era cambiata. Sapeva che quella non era la cima più alta del mondo ma per lui era comunque la piu bella da vedere. Fino a quando non aveva preso consapevolezza di se stesso aveva sognato di portarci su in cima la donna della sua vita e chiederle di sposarlo. Nel momento in cui realizzò di essere gay, per un momento pensò anche che questo sogno si sarebbe infranto o sarebbe rimasto solo un sogno, all'epoca non conosceva ancora Claudio e non riusciva a percepire che nonostante fosse un amore gay, pur sempre di amore si parlava. Aveva spento e chiuso dentro se stesso quel sogno e adesso lo stava vedendo realizzarsi.

Claudio ma io te l'ho mai detto quanto ti amo? Forse a volte non te lo dico abbastanza. Sei stato il mio riscatto contro la vita d'inferno che ho avuto. Prima di conoscerti avevo imparato a mettere da parte i sogni, forse anche a disprezzarli per certi versi. Ogni volta che avevo sognato, ogni volta che avevo provato a credere in qualcosa la vita mi si era gettata contro e aveva distrutto ogni mia illusione. Persino quando sei arrivato tu all'inizio ho scelto di non crederci. Pensavo fossi anche tu solo un sogno. E forse sei arrivato proprio perché io ho smesso di crederci, perché io ho smesso di sognare. Si dice che in realtà le cose nella vita vanno cosi, quando smetti di cercarle davvero, quando non le sogni più, quando non hai forse più la voglia di correrci dietro, loro arrivano e ti stravolgono la vita. Tu mi hai stravolto quell'amara vita d'inferno che avevo e ne hai fatto un capolavoro. Mi sentivo perso e adesso ho la strada di ritorno ad una casa che tu con le tue mani hai costruito per noi. Mi sentivo vuoto e adesso ho il cuore che sembra esplodere d'amore ogni volta che tu incontri il mio sguardo. Mi sentivo solo e adesso non solo ho te, ma ho anche una splendida bambina, tua figlia che riempie le mie, anzi le nostre giornate. A breve sarai mio marito e io non vedo l'ora. Perché io ti ho chiesto di esserlo. Perché io ti ho messo quell'anello al dito. Perché io ti voglio e non ti voglio più di nascosto. Io ti voglio alla luce del sole. Io ti voglio agli occhi della gente perché si amore mio, sfido qualsiasi altro essere umano ad amare qualcuno come io amo te. E adesso che quest'ascensore ha smesso il suo tragitto e io sono qui, con la mia mano intrecciata nella tua, voglio solo dirti quello che non ti dico abbastanza. E poi chiudere la testa e viverti con il cuore come tu mi hai insegnato a fare.

"Ti amo Claudio!" Mario strinse più forte quella presa e le porte dell'ascensore si aprirono a uno degli scenari più belli del mondo.

Entrarono in un ristorante lussuosissimo in cima proprio alla torre. Con le luci soffuse, l'atmosfera calda, una musica soft e il romanticismo che era palpabile persino nei lampadari a luci basse che illuminavano la stanza. Claudio si avvicinò al cameriere e gli chiese in francese il tavolo a nome Sona. Il cameriere li invitò a seguirlo e Mario si avvicinò leggermente all'orecchio di Claudio.

"Ma tu non eri quello che non conosceva il francese?"

"Infatti io non lo conosco. Però ho una buona memoria."

Mario sollevò un sopracciglio. "Che vuol dire?"

"Google Traduttore e io abbiamo stretto amicizia" disse, emettendo una risata sonora che fortunatamente riuscì a trattenere.

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