Capitolo 12

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Fecero l'amore quella notte. Più volte. Claudio si avvinghiava a Mario come non aveva mai fatto prima d'ora. Aveva intenzione di godersi ogni angolo del suo corpo, di vivere di ogni suo respiro e incastonarsi con esso come se fossero una cosa sola. Voleva spegnere la mente e non pensare. Voleva allontanarsi dalla paura che forse le cose sarebbero di nuovo andate male e che questa volta, forse, non sarebbe riuscito a salvare la situazione. La vita stava diventando ogni giorno sempre più crudele con lui. Gli dava cinquanta per poi togliergli cento. Stava cercando di rimanere con i nervi saldi e in questa notte come mai prima d'ora voleva pensare a quello a che stava facendo con Mario come se fosse l'ultimo desiderio da realizzare, come se fosse l'ultimo regalo da scartare a natale, quello che lasci per ultimo con la speranza che sia il più bello. Voleva lasciare dentro di sé il ricordo di quella notte come la cosa più indimenticabile della sua vita. Non c'erano fronzoli, non c'erano decorazioni, non c'erano sorprese o luci basse, candele accese e musica di sottofondo. C'erano solo due respiri, due cuori che battevano all'unisono e due corpi che si spingevano l'uno contro l'altro assaporandosi. Ormoni a mille, cuore all'impazzata e cervello spento. Claudio aveva bisogno solo di questo.

*****

Erano le 6 del mattino e Claudio si svegliò ancora una volta di soprassalto. Era stato di nuovo un brutto sogno. Di nuovo Mario che rischiava la vita. Di nuovo loro distanti. Di nuovo Paola. Sembrava una persecuzione quella donna. Si alzò, andò a lavarsi la faccia e scese giù in veranda. Accese una sigaretta e sorseggiò della semplice acqua fresca. Guardava attento quegli alberi di pesco, ripensando a quanto gli avevano portato fortuna. Si godeva il profumo della natura e la limpidezza dell'aria fresca sulla pelle. La rugiada illuminava l'erbetta del parco e il canto degli uccelli echeggiava nell'aria. Claudio chiuse gli occhi cercando ancora una volta di vivere quel momento senza pensare a nulla. Ma dopo pochi minuti quel messaggio gli appariva impresso davanti agli occhi come un grosso striscione.

"Rivoglio Mia figlia...se serve ucciderò per riaverla, e non solo te!"

Un messaggio che Claudio non si sarebbe mai aspettato. Arrivato in una tarda serata di qualche giorno prima da un numero anonimo. Ma Claudio sapeva chi era. Claudio sapeva dentro se stesso che solo una persona poteva essere. Ma per paura, per assurdo pensò che fosse un amaro gioco del destino o comunque che qualcuno stesse cercando di prendersi gioco di lui. Non poteva essere Paola. Paola era morta. Ma lui non ne aveva l'assoluta certezza. La bara gli era stata consegnata chiusa. Ma Monica gli aveva assicurato che era perché dopo l'operazione e dopo tutti i farmaci che le avevano somministrato, ma soprattutto dopo l'autopsia, il corpo non può essere consegnato in modo visibile ai familiari e Claudio all'epoca da quella situazione sarebbe solo voluto scappare, quindi accettò le ragioni di Monica, senza farsi troppe domande. Ma questo pensiero lo stava logorando dentro. Non poteva essere lei. Ma non poteva neanche essere lui. Non lo conosceva, non lo aveva mai visto. E Monica gli aveva detto che lui non era a conoscenza della gravidanza perché Paola aveva avuto paura di dirglielo.

Non sapeva cosa credere. Non sapeva cosa pensare. Ma soprattutto non sapeva cosa fare. Doveva proteggere Megan e Mario. Ne aveva il dovere come padre e come compagno. Ma dirglielo sarebbe forse stata la cosa giusta? O forse stata la cosa sbagliata?

Che cazzo faccio? Se lo dico a Mario, magari troviamo una soluzione insieme, ma finisco per mettere a rischio la sua vita, perché lui per proteggere me e Megan non guarderebbe in faccia nessuno. E se non glielo dico, magari davvero riesco a proteggerlo. Uff. Cosa cazzo devo fare maledizione. Un messaggio anonimo. Devo crederci? Mi sto smangiando il fegato da giorni per un maledettissimo messaggio anonimo. Ma perché chiedermi della bambina e non chiedermi dei soldi? Chi ha scritto sa quel che dice. Chi ha scritto vuole davvero la bambina. Ma anche se è la soluzione più facile ridare la bambina, io non posso farlo. Io la amo troppo. E' la mia vita, la mia famiglia, il mio tutto. Non oso neanche immaginare una vita senza di lei. Maledizioneeeeeee.

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