Rimasero lì abbracciati e felici, per minuti che sembrarono mesi. Si baciarono con foga e passione, fino a far bruciare le labbra. E la piccola Megan che era dolcissima, quando li vide baciarci, si catapultò su di loro e si mise in mezzo, gelosa, di quello che stava succedendo tra i suoi papà.
"Amore mio, come sei dolce!" disse Mario rivolgendosi con occhi sognanti verso la piccola. La guardava con la dolcezza che può avere solo una persona che non vedeva l'ora di incontrarti dopo tanto tempo. La guardava con la curiosità di una persona che aveva aspettato con ansia quella conoscenza. La guardava con amore. Come solo un padre sa fare. E in tutta quella confusione. In quel momento, di quel momento a Mario erano rimaste quelle due parole, che messe in croce davano sempre lo stesso significato "Auguri Papà". Non se lo sarebbe mai aspettato. Dentro se stesso, nel suo cuore, il sogno di diventare padre, nella sua mente, la speranza di non riuscirci. E adesso quel giorno, forse, era arrivato. Mario non riusciva a pensare ad altro. Aveva davvero la sua famiglia con sé in quel momento. Aveva dimenticato chi era, dove si trovava, perché era lì, con chi era. Aveva dimenticato tutto tranne il fatto che amava Claudio e Megan come non aveva mai amato nessuno.
E in quell'abbraccio, e nell'acclamo della gente che li circondava loro pensarono a scambiarsi qualche piccola parola, rimandando le curiosità e le altre sorprese a un momento successivo.
"Tu sei pazzo Claudio!"
"Sono pazzo di te! Di noi!"
E si baciarono ancora una volta.
*****
La serata trascorse tranquilla con gli amici di sempre e gli invitati. Mario festeggiò quel momento tutto suo, insieme a tutta la gente che voleva con sé, Claudio compreso. Quello spumate stappato ore prima gli aveva portato fortuna e lui quel giorno non lo avrebbe mai, davvero dimenticato.
Ore 00.30
"Sono andati via tutti. Mamma ha messo a letto Megan e finalmente siamo soli e abbiamo del tempo per noi!"
"Si. Grazie Clà. Di tutto. Davvero!"
"Grazie a te per non aver scelto un altro al posto mio! Vieni è ora che tu capisca dove siamo. Ho delle sorprese per te!"
"Ancoraaaaa...???" disse Mario con aria meravigliata.
"Quello era solo l'inizio!" Si spostarono dalla sala nella quale aveva cenato, verso l'entrata della struttura. Lo stesso posto nel quale Mario aveva ricevuto la prima sorpresa. "Ti ricorda qualcosa questa stanza?"
"Non so perché, ma si. Mi ricorda qualcosa di cui non riesco a focalizzare tanto l'immagine."
"E se io ti dicessi, 15 mesi fa?"
"Ah Clà, ma secondo te, cò tutti i fiumi d'alcool che me so bevuto, che non sò in grado de fa du più dù...posso sapè che mese era 15 mesi fa?"
"ahahahahahaha...hai ragione. Rendiamo tutto più semplice. Vieni con me!"
Claudio prese la mano di Mario e salirono la rampa di scale che portava al piano superiore. Claudio aprì la porta di una stanza. Entrarono e un letto a baldacchino gli si mostrava davanti.
La stanza era ampia, con un'enorme porta finestra su un lato, che affacciava su un balconcino. Era ricca di dettagli ma povera di colori. Tutto sulle tonalità del bianco e nel letto c'erano delle tendine laterali che rendevano quel clima magico, come nelle fiabe. Ma ogni fiaba che si rispetti ha la sua parte spettacolare.
"Alza la testa al cielo Mario e capirai quante volte io sta sera in quell'abbraccio avrei voluto dirti grazie. Quel grazie è immenso come quello che vedrai."
Mario alzò la testa, e i suoi occhi si riempirono immediatamente di commozione. Aveva davanti a se la luna, il cielo, le stelle, l'infinito e forse anche oltre.
Lì Mario ebbe un colpo al cuore. Ricordò tutto. 15 mesi prima. La loro prima volta. La loro villa. La sua villa. Quella stanza era cambiata, più elegante, più raffinata, più pulita. Ma quell'apertura era completamente uguale. C'era solo un vetro a coprire il tetto. Ma la sensazione e la percezione era completamente uguale a quella notte.
"Ricordo come fosse successo dieci minuti fa quel momento. Io e te, sotto le stelle a ringraziare il cielo. 15 mesi fa eri tu a ringraziare me, per ogni abbraccio e ogni incoraggiamento. Oggi. Dopo 15 lunghi mesi, ho capito che non esiste cosa più bella dell'amore. Mario Serpa, il tuo arrivo nella mia vita è stato improvviso, come improvviso è stato il mio scoprire l'amore. Ogni volta che i miei occhi incontrano i tuoi mi sento ubriaco. Le mani mi cominciano a sudare, le gambe a tremare e i cuore comincia a battere all'impazzata. Ti avevo perso, come un ingenuo per qualcosa che in realtà non era mio. Paola, mi aveva mentito. Megan era figlia del suo amante. Era stata concepita durante una delle tante notti in cui lei si era prodigata a tradirmi. L'ho scoperto solo una settimana dopo la nascita della bambina. Quando Paola ha rotto le acque, la rottura è stata causata da un'emorragia dovuto a degli psicofarmaci che lei aveva continuato ad assumere senza la prescrizione dello psichiatra, dove era in cura da quando io l'avevo lasciata. La bambina ha rischiato la morte. Ma per fortuna è riuscita a salvarsi. Mentre per Paola non c'è stato nulla da fare....Ho chiesto ai dottori di fare il test di paternità, e lei non è risultata mia figlia. La ginecologa che aveva in cura Paola, mi ha raccontato qualche piccolo episodio di violenza del padre della bambina, nei confronti di Paola, e mi ha chiesto di evitare completamente di farle riconoscere la bambina. Avevo pensato all'adozione, ma poi mia madre mi ha fermato. E per fortuna direi. Megan dal giorno in cui è venuta al mondo è riuscita a tamponare il dolore della tua perdita. E' riuscita a ridarmi la forza. Ogni sorriso, ogni suo sguardo per me è pane di vita. Ma avevo bisogno dell'altra parte di me. Avevo bisogno di sentirmi completo e riprendermi ciò che era mio. E così sei mesi fa. Ho fatto un grossissimo prestito e ho acquistato questa proprietà intestandola anche a tuo nome. Ho buttato via tutto il marcio e la sporcizia che c'era e l'ho rimessa a nuovo cercando di mantenere quelli che erano i tratti che la rendevano unica. E poi ho pensato che per noi tre questo luogo era troppo grande. E cosi ho fatto un'altra scelta..."
"Quale..."
Claudio prese la mano di Mario e lo riportò giù con se. Percorsero la stanza dell'entrata e arrivarono fuori. Proprio davanti alla porta. Claudio da dietro chiuse gli occhi di Mario. Lo allontanò lungo il giardino frontale alla villa e quando furono ad una distanza sufficiente per vedere bene, Claudio mise Mario difronte all'imponente struttura e tolse le mani. Negli occhi di Mario la commozione. Non poteva credere ai suoi occhi. Il sogno di una vita, quello tanto implorato e sognato, stava prendendo forma davanti ai suoi occhi nel giro di pochi secondi.
Una luce immensa di colore bianco perla, illuminava il centro di quella facciata.
"Grand Hotel Sunshine ****"
Claudio aveva fatto di quel luogo il loro lavoro. Aveva creato di quella villa un grande hotel. Il sogno che Mario aveva nel cassetto sin da bambino. Quel sogno che Mario aveva scritto nel suo diario segreto ai tempi delle superiori, quei tempi in cui aveva capito chi era e aveva paura.
"Amore mio...ma...come hai fatto?"
"Un giorno scapperò da questo mondo che di me non vuole nulla. Che odia il vero Mario e che vorrebbe renderlo qualcosa di diverso. Un giorno comincerò finalmente ad essere me stesso. Comprerò quella villa, la farò diventare un hotel. Sunshine, si chiamerà, come le stelle che hanno calmato le mie notti agognanti...Scapperò via, e andrò a vivere lì con l'uomo che amo. Perché anche se il mondo non mi vuole cosi, io non rinuncerò mai a me stesso per volere del mondo!...il tuo diario segreto!"
"Alice?"
"Alice!"
"Ti amo Claudio!"
"Ti amo di più io Mario!"
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Ancora qui!
FanfictionClaudio, un assistente universitario Veronese e Mario uno studente Romano, si incontrano per caso ad una lezione universitaria. Claudio è un ventiseenne, fidanzato con Paola. Mario un ventireenne che vive con la sua migliore amica. Mario sa di esser...