Capitolo 6

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Mario fortunatamente pensò che era solo una semplice allucinazione, scosse la testa e cominciò ad abbracciare uno per uno gli invitati. Poi li lasciò uscire. Tolse la toga che gli era stata messa per la discussione della tesi e la consegnò ai responsabili dell'Università, ringraziandoli di tutto quello che avevano fatto durante gli anni. Tutto sommato Mario in quell'università ci stava lasciando un pezzo del suo cuore.

Quelle mura pasticciare dalle mille scritte di tutti coloro che anche per breve tempo l'avevano frequentata, quei bagni inaccessibili per il cattivo odore. I banchi quasi sempre rotti e le lavagne che avevano passato gli anni d'oro con tutto il gesso che le aveva corrugate. La mensa con i piatti freddi e riscaldati per settimane, la biblioteca dove la gente andava per ricaricare il cellulare, i bar dove tutti facevano colazione con cornetto e cappuccino e solo Mario chiedeva due caffe ristretti. Le serate al cinema, nelle discoteche, nelle pizzerie. Le bevute fra colleghi. Non poteva dimenticare nulla di quei quattro meravigliosi anni che avevano arricchito l'album della sua vita. E adesso che si trovava da solo in quel corridoio, si era fermato per un attimo ad ascoltare i suoni di quel luogo nel quale avrebbe lasciato per sempre un pezzo di sé stesso. Oltrepassare quella porta sarebbe stato la fine e l'inizio di qualcosa. Cosi prese coraggio. Strinse la sua tesi tra le mani, indossò la sua corona d'alloro e percorse quel corridoio con dentro il cuore un orgoglio sviscerato verso sé stesso.

Uscito da quella porta i suoi amici lanciarono i coriandoli con il tubo e tutti cominciarono ad acclamarlo "Auguri amore" "Bravo Mario" "Complimenti" e lui stava finalmente bene. Sorrideva. In quel momento Mario sorrideva alla vita. Stappò lo champagne ed espresse un desiderio Vorrei tanto averti con me in questo giorno!

"Ragazzi ci vediamo tutti sta sera. Mi raccomando acqua in bocca sulla location. Mario non deve sapere!"

*****

Le 19:30...

"Mario amore sei pronto?"

"Si quasi. Metto solo il profumo e andiamo. Ma almeno adesso mi dici dove?"

"No. Dottore. Se si chiama sorpresa è perché deve sorprenderti, altrimenti che sorpresa è?"

"Va bene, mi arrendo. Sono giorni che ci provo a scoprire qualcosa. Ma siete completamente mute tu e quella stronza di mia sorella"

"Con chi pensi di avere a che fare Mario? Vieni qui. Devo bendarti!"

"Nooo. Ma daii..la benda no!"

"La benda si. Zitto!"

Nadia bendò Mario. Gli fece scendere le scale e con l'aiuto di Valentina lo fece salire in macchina. Salirono anche loro e Nadia rivolgendosi a Mario.

"Nemmeno una domanda Serpa. Nemmeno una!"

"Cos'è Nadia, hai paura che se chiedo cedi?"

"No. Ho paura che se chiedi ti faccio fuori, perché non ti sopporto!"

Nadia mise in moto e partirono. Alzò lo sterio al massimo e nel tragitto con Mario bendato, ascoltarono e cantare canzoni di ogni tipo. Arrivati a destinazione, gli ospiti era tutti in sala. Valentina li raggiunse e Alice e Nadia rimasero fuori con Mario. Lo accompagnarono fino all'ingresso, gli diedero un bacio a testa sulla guancia e andarono via. Le luci si spensero. Davanti a Mario, ancora bendato, che in quel momento si sentiva sperduto, un grande schermo. Parte una musica. Celine Dion – Because you loved me. Mario la riconosce all'istante. La musica si abbassa e una voce la sovrasta. Mario toglie la benda. E davanti ai suoi occhi frasi della canzone scritte su uno schermo nero. La voce continuava a raccontarsi.

Non avrei mai creduto che amare una persona potesse rendermi cosi impotente anche nel resto della mia vita. Mario senza di te ho smesso di respirare a pieni polmoni la vita. Senza di te ho smesso di guardare i colori della natura, vedevo tutto nero. Senza di te non mancavano solo colori e aria. Senza di te mancava la vita. Il cuore non pulsava. Le emozioni non trapelavano. Il cuore non batteva, il cervello non ragionava. Mario Serpa sei stato la cosa più bella che il cielo mi abbia mai donato. Tu e lei siete la cosa più bella che il cielo mi abbia mai donato. Siete indispensabili perché io possa esistere. Il vostro sorriso è luce, la vostra voce è ossigeno, i vostri occhi sono l'unico cielo che vorrei sempre guardare. Io sono super orgoglioso di te. Io sapevo quanto tu fossi forte, e forse tutto questo doveva solo insegnarlo a te. Sono orgoglioso dell'uomo che sei, sono orgoglioso di quanto hai lottato per arrivare qui. Sono orgoglioso di ogni minima parte di te. La canzone dice:

Per tutte quelle volte che mi sei stato vicino
Per avermi messo davanti alla verità
Per tutta la gioia che hai portato alla mia vita
Per tutto l'ingiusto che hai reso giusto
Per ogni sogno che mi hai fatto realizzare
Per tutto l
'amore che ho trovato in te
Ti sarò per sempre grato tesoro
Sei l'unico che mi abbia sostenuto
Non mi hai mai lasciato cadere
Sei l'unico che mi abbia visto al di là di tutto il resto...

Mi hai dato ali e mi hai fatto volare
Hai toccato la mia mano, potevo toccare il cielo
Ho perso la fede, tu me l
'hai restituita
Dicevi che nessuna stella era irraggiungibile
Mi stavi vicino ed io mi sentivo orgoglioso
Ho avuto il tuo amore, l
'ho avuto tutto
Sono grato per ogni giorno che mi hai dato
Forse so poco
ma so che questo poco è vero!!

La canzone continua dicendo perché io ti ho amato Mario, ma io non ti ho amato. Io ti amo e ti amerò per il resto dei miei giorni.

Mario era devastato da quella sorpresa che non immaginava neanche. Era devastato dalle lacrime, devastato dalle parole. Non immaginava nulla. Piangeva a dirotto, come un bambino. Si era inginocchiato per terra, perché a metà del video le gambe non reggevano più il suo peso. Piangeva con le mani nel volto e singhiozzava per la gioia di quel momento. Il cuore pulsava talmente forte da avergli restituito tutti i battiti che aveva perso da quando aveva conosciuto Claudio. Di colpo una piccolissima luce si illumina e punta dritto davanti a Mario. Esce una bambina da dietro una tenda. Piccola, esile, bella. Aveva i capelli castani, ricciolini, gli occhi verdi e un vestitino Rosa. Camminava verso Mario, ancora un po' impacciata, si vedeva ad occhio nudo che aveva appena compiuto i suoi primi passi. Arrivò davanti a Mario con in mano un bigliettino. Mario respirò in dentro, si asciugò le lacrime con il polso e prese quel biglietto. Lo aprì e lo lesse:

Auguri Papà!

Strinse quella bambina tra le braccia e le lacrime più forti che aveva mai tirato via dal corpo. Piangeva in modo disperato. Felice di quello che gli stava capitando. Felice di quel momento che non avrebbe mai dimenticato per nessuna ragione al mondo. Da quella stessa tenda uscì Claudio. Mario si alzò, prese in braccio la bambina, e raggiunse Claudio. Si baciarono per interminabili minuti. Stretti tutti e tre. E poi sullo schermo appare un'altra frase.

Vi presento la mia Famiglia!

Le luci si accesero e tutti i presenti acclamarono quella coppia, quell'unione, quella famiglia!

_________________________

C'ho provato ma non ci sono riuscita neanche io a lasciarvi con quell'amaro in bocca. Vi avevo detto in qualche commento che ci sarebbero stati dei capitoli meravigliosi, e sarà per la canzone che ho particolarmente a cuore, o sarà per la gioia, ma questo in assoluto è il mio capitolo preferito di entrambi i libri. Spero sia piacevole per voi come per me.

ah..a proposito

NON E' FINITA QUI!

Commenti e Stelline a bombardare voglio...mi raccomando...

Vi voglio bene

Nancy

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