Capitolo 10

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Erano le 6 del mattino quando Mario si svegliò di soprassalto sentendo dei rumori. Claudio si dimenava nel letto. Urlava "Noooo..noooo...no!". Era completamente sudato. Mario accese impaurito la luce e provando a scuoterlo, tentò di svegliarlo dal suo incubo. Ma niente. Invano lottava contro un corpo che sembrava travolto da quel sonno. Le urla sempre più acute. Il sudore sempre più prorompente e nel frattempo il colorito del volto cominciava a perdere il roseo delle guance e a diventare sempre più bianco. Il cuore di Mario batteva all'impazzata. Forte, fortissimo. L'ansia cresceva e la paura anche.

"Cla..amore mio svegliati...ti prego!"

Ma niente. Claudio non rispondeva in alcun modo alle sue urla.

"Claudioooo...sono qui non vado via...Claudioooo"

Claudio spalancò gli occhi di colpo. Sembrava posseduto e Mario per paura si scaraventò indietro sul letto, sbattendo con la testa sullo schienale.

"Ma allora sei qui? Amore sei qui? Ti sei fatto male? Sei qui!"

"Si Cla, sono qui. Non capisco perché continui a ripeterlo. Sono qui. E comunque no. Sto bene!"

"Sia ringraziato il cielo era solamente un bruttissimo sogno!"

"Cos'hai sognato?"

"Ho sognato che ero andato al cimitero a trovare Paola insieme a Megan. Tu non c'eri. E io piangevo sulla tomba di Paola maledicendola di avermi tolto l'unica cosa che amavo davvero, oltre Megan. E tornato a casa c'era un tuo biglietto con scritto ti amo, ma non mi meriti, vado via, lontano. Non cercarmi più...e io avevo scoperto che eri andato in Australia e volevo trovarti, ma ogni volta che tentavo, qualcosa mi impediva di arrivare a te. Ti giuro Mario, era cosi troppo reale. Ho avuto una paura folle di averti perso nuovamente. Non so se potrei sopportarlo!"

Mario si avvicinò e abbracciò fortissimo Claudio. Gli baciò la fronte.

"Amore sono ancora qui. Non vado da nessuna parte. Stai tranquillo!"

Mario passò una mano sul volto di Claudio per fargli una carezza. Cominciò ad accarezzargli i capelli e lo baciò delicatamente sulle labbra più volte.

"Mio Dio che cagotto me so preso. Sono tutto sudato. Devo fare una doccia. Sti sogni stanno diventando una persecuzione."

"Che vuol dire?"

"Che cosa?"

"La questione dei sogni. Cosa vuol dire?"

"Che faccio spesso sogni nei quali ti perdo, o litighiamo o addirittura uno dei due muore!"

"Ah! Lascia che mi tocco i gioielli di famiglia, non si sa mai siano sogni premonitori e tu sia uno stregone che prevede il futuro! Ahahahaha...Sai forse è meglio se ti preparo un bagno. Secondo me na doccia non fa nulla! Attento a non morirci affogato però Cla!"

"Che simpatico il mio uomo. Mi prende pure per il culo!"

Mario si alzò e andò nel loro bagno privato e aprì l'acqua della vasca. Mise all'interno del sapone e qualche goccia di olio profumato. Mentre preparava gli asciugamani, si voltò e si ritrovò Claudio semi nudo sulla porta. Ciabatte ai piedi, un asciugamano che gli cingeva la vita, il petto nudo e nel mentre che Mario lo guardava, lui si passava una mano tra i capelli. Mario per poco, a quella visuale non iniziò a sbavare. Rimase sconvolto nel vederlo in quel modo. Cominciò a venirgli meno la salivazione. La bocca aperta. Gli occhi spalancati e lucidi che percorrevano quel corpo come un radar. E nel frattempo l'acqua calda scendeva e lui si stava per ustionare una mano.

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